Una giornata alla più grande fiera militare d'Italia

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Una giornata alla più grande fiera militare d'Italia

Siamo andati a farci un giro a Militalia, tra appassionati di softair, fan di Putin e gente vestita da SS.

Quando sabato mi ritrovo all'entrata del Parco Esposizioni Novegro per Militalia, i bersaglieri stanno alternando l'esecuzione di brani del repertorio militare a pezzi come "Nel blu dipinto di blu" e "YMCA". Militalia è il più grosso meeting italiano di appassionati di collezionismo di oggettistica militare, e sapere che il mio rapporto con gruppi di rievocazione storica, fan del softair e collezionisti di soldatini e mostrine passerà anche per i Village People mi rincuora infinitamente.

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Il fotografo Santiago ed io siamo pronti a passare una giornata alla fiera per capire come i sopracitati gruppi si relazionino al 2017 e chi altro frequenti Militalia—che, sul sito ufficiale, lamenta come "dopo la fine della seconda guerra mondiale l'argomento militare in Italia [sia] sempre stato vissuto sottotono e forse con qualche imbarazzo" per il rischio di "essere tacciati come 'militaristi' o peggio 'riabilitatori' del periodo fascista."

militalia fiera militare milano 2017

L'esterno di Militalia.

In effetti è anche su questo punto che voglio indagare, e lo faccio fin da subito imbattendoci in Enzo, vestito da Waffen SS Panzergrenadier. Quando gli chiedo perché ha scelto un costume così controverso, Enzo mi spiega che il suo personaggio non ha nulla a che fare con i campi di concentramento e che il suo interesse non c'entra con la politica ma riguarda piuttosto l'alto livello tecnologico della Germania nazista. Anche se ammette che nell'ambiente ci sono persone con forti passioni politiche, a suo dire a unire la maggior parte dei partecipanti è l'interesse per la storia.

Enzo mi spiega poi un concetto che mi tornerà utile per non fare brutta figura con gli altri partecipanti alla manifestazione: la differenza tra i figuranti—persone a caso a cui viene chiesto di indossare determinati costumi—e i rievocatori come lui, la cui dedizione comporta un vero e proprio studio e un lavoro di preparazione complesso. Durante la giornata, le nostre strade si incroceranno più volte ed Enzo finirà per rivestire in qualche modo il ruolo di guida.

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militalia rievocatore fiera militare Germania nazista

Enzo.

Ma in realtà più che nella seconda guerra mondiale, lo spazio all'esterno dell'Area Fiere di Novegro ci catapulta in una sorta di raccolta di scene tagliate di Non ci resta che piangere con Massimo Troisi e Roberto Benigni.

Mentre avanziamo verso gli stand incontriamo nell'ordine Historica, la sezione dedicata alla cultura medievale e pre-rinascimentale, popolata da rievocatori quasi esclusivamente pugliesi e siciliani trasferitisi a Milano per lavoro;

Andrea, Federico, Simone e Roger sono alle loro prime rievocazioni. Gli abiti che indossano sono quelli di persone appartenenti al ceto medio del Quattrocento. Il loro kit di base realizzato in lino è l'equivalente di pantaloncini e canottiera oggi.

uno stand di falconeria;

due marine americani della guerra in Afghanistan, secondo cui "il softair senza l'imitazione di reparti reali non ha senso" e che per prepararsi al meglio si tengono addirittura in contatto con vere famiglie di veri veterani americani della guerra in Afghanistan;

Pausa contemporaneità: Alessando e Stefano dei Threefile Marines di Varese.

alcuni membri del BOPE, le famose forze speciali della polizia militare brasiliana;

Pausa contemporaneità: Sergio veste nel suo outfit da membro della Polizia Brasiliana. La sua noncuranza del caldo in questa tenuta ha un che di eroico.

e infine Maria Teresa, che direttamente dal Quindicesimo secolo posa per noi come una pin-up del Ventesimo secolo davanti a un mezzo d'assalto americano.

Maria Teresa.

Proprio parlando con Maria Teresa scopro che la presenza femminile a Militalia è effettivamente forte, e si compone di soggetti variegati come Elisa (una vivandiera delle salmerie dell'esercito francese durante il Secondo Impero), Susanna (vigile del fuoco italiana degli anni Ottanta-Novanta) e Tiziana (un'addetta alle telecomunicazioni nel genio dell'esercito sovietico). Proprio Tiziana—che sarà solo il primo incontro della giornata legato in qualche modo alla Russia—mi spiega che l'esercito sovietico è quello che offre maggiori possibilità per le rievocartici: al suo interno infatti le donne hanno sempre ricoperto gli stessi ruoli degli uomini.

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Tiziana e Susanna gestiscono anche una rivista online per le ragazze appassionate di rievocazioni: Giovanissima , che riproduce in tutto e per tutto una rivista femminile del Ventennio tranne che per rubriche come il "Giovanissimo del mese" o una specie di Spotted in cui le lettrici possono provare a rintracciare qualche bel rievocatore individuato alle manifestazioni.

Elisa, Tiziana e Susanna.

Mentre mi fermo a pensare a cosa direbbero quelli di Quando C'era Lvi a proposito di questa iniziativa editoriale, sento risuonare un allarme. È il segnale che indica il momento dell'esibizione del Gruppo Storico dei Vigili del Fuoco, con mezzi rigorosamente anni Ottanta. Un'esibizione sicuramente rinfrescante, visto il caldo che fa.

militalia fiera militare milano foto

L'autore, convinto antimilitarista che accetta di posare in costume.

Sempre per via del caldo decidiamo di esplorare gli stand all'interno del capannone. Il mio preferito è Dacia, a tema Russia. Mi fermo a parlare con Natalia, che capta subito il mio interesse per una foto di Putin in posa con un giaguaro e, temendo forse la mia avversione, ci tiene a precisare che loro non vendono armi e non vogliono la guerra. Immagino si riferisca a loro come singole cittadine e rispondo che nemmeno noi vogliamo la guerra, dove per "noi" intendo io e il fotografo.

Ma in realtà Natalia parla a nome della Russia tutta. Mi descrive brevemente uno scenario geopolitico in cui la sua nazione, assediata da tutte le parti dalla NATO, si trova costretta a farci la guerra. Per una manciata di secondi che sembrano un'eternità restiamo a fissarci negli occhi con profonda malinconia e io capisco il dramma di una nazione divisa tra una guerra che non vuole e i servizi di Parliamone Sabato di Rai Uno sui "motivi per scegliere una fidanzata dell'est." Quando, dopo esserci separati, Natalia ci corre dietro per regalarci due penne con disegnate sopra delle matrioske, ho la tentazione fortissima di abbandonare la NATO.

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Natalia e Nina posano davanti a ritratto di Putin.

Ci spostiamo poi in un padiglione dedicato alla "sicurezza e della difesa personale." Anche qui la nostra attenzione è catturata da uno stand a tema Russia dedicato alle arti marziali di quel paese. Qui, Olsi e Anthony tengono corsi di difesa personale a mani nude.

Chiedo a Olsi in quante mosse sarebbe in grado di atterrarmi, e lui mi risponde che gli basterebbe una banalissima spinta.

Olsi ci mostra come fare malissimo al piede di Anthony.

Mentre ci guardiamo attorno e cerchiamo di convincere qualche rievocatore vestito da nazista a farsi fotografare incontriamo anche Aristide, zuavo francese della seconda campagna d'Italia (1859). Quando gli chiedo il perché di questa scelta mi risponde che ha ben 16 divise diverse, ma che ha anche 70 anni e vuole stare comodo. Una filosofia che condivido appieno.

Aristide.

Per immedesimarci un po' nei frequentatori tipo della fiera, poi, decidiamo di provare a fare shopping. Purtroppo con nostra grande frustrazione ogni oggetto su cui posiamo gli occhi alla fine non è in vendita, che si tratti di copricapi della Fanfara Luciano Manara (con penne di gallo cedrone ormai provenienti "da Cina o Corea"), cani lupo di plastica a grandezza naturale, e orsacchiotti in camouflage posizionati talmente in alto che nemmeno i proprietari dello stand hanno idea di come recuperarli.

L'unico articolo effettivamente in vendita su cui metto gli occhi è un manganello con un signore dal mento molto pronunciato che sono sicuro di aver già visto da qualche parte.

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L'autore testa il manganello.

Ma non c'è tempo per pensare quando e dove, perché in lontananza vedo un padre e figlia intenti ad aggiustarsi le divise di fronti opposti: lui, 101esima unità di fanteria americana; lei, Wehrmacht.

È solo il primo di una serie di incontri del genere, segno che Militalia è un posto anche per famiglie. Poco dopo notiamo infatti Stefano, che interpreta un Landesschützen della prima guerra mondiale e che è venuto alla fiera con suo figlio Nicola e con Tommaso, un amico del figlio. Entrambi sono vestiti da ufficiali delle SS.

Stefano con Nicola e Tommaso.

Mentre i ragazzi hanno scelto divise della seconda guerra mondiale perché sono più in tema con la fiera, Stefano fa parte di un'associazione specializzata in rievocazioni della Grande Guerra. Per lui, le divise della seconda guerra mondiale sollevano più critiche perché sono più vicine a noi nel tempo, mentre non è così per quelle di epoca napoleonica o medievale, anche se, mi spiega, sono legate a crimini altrettanto atroci.

Poi mi saluta con un paio di concetti illuminanti: "la parte del cattivo è sempre la migliore da interpretare, ma i cattivi di solito sono quelli che hanno perso una guerra" e "la parte dello sconfitto è quella che attira sempre di più l'attenzione."

Lia.

Ma il momento davvero saliente della giornata è il nostro incontro con Lia, fondatrice della compagnia di rievocatori "i fazzolett'," dalla cui pagina Facebook apprendo che i fazzolett' erano, "in gergo milanese della periferia, coloro che portavano il fazzoletto nero al collo. Provenivano dai rioni popolari, parlavano il dialetto, erano tutti proletari e si aiutavano sino alla morte" e che quelli alla fiera rievocano in particolare le brigate nere e la RSI, oltre ai contingenti italiani nella guerra di Spagna e nelle campagne d'Africa.

Lia è molto disponibile sia a farsi fotografare sia a raccontare le sue avventure alle manifestazioni e alle rievocazioni storiche in giro per l'Italia, che a suo dire sono importanti perché "la gente è troppo ignorante." Per dimostrarlo cita quella volta che a una manifestazione ha detto "sta arrivando Himmler" riferendosi a un suo amico e il tizio con cui stava palando si è emozionato pensando che ci fosse Himmler in persona (Himmler è morto nel 1945).

Parlando con lei dei costumi controversi e delle rievocazioni scopro che, anche se in genere i rapporti tra i revocatori di eserciti che si sono combattuti sono ottimi, per motivi politici nessuno vuole mai interpretare i partigiani. "Nel giro ci sono pochi loro fan," mi dice Lia. Poi cambia discorso e ci parla di Lupi sul Senio, un film indipendente per ricordare la Xª Mas a cui hanno partecipato come rievocatori, e de Il segreto di Italia, un film sulla seconda guerra mondiale raccontata dal punto di vista fascista con protagonista Romina Power. A quel punto, ci esplode il cervello e decidiamo che la nostra missione è compiuta.

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