Indiegeno Fest è un festival musicale che si svolge tra Patti e Tindari, in provincia di Messina, sul mare. Un’operazione meritevole di rispetto che porta un po’ di nomi della musica mainstream italiana in una zona forse un po’ periferica e li fa esibire in scenari fantastici come un antico teatro greco o una spiaggia bellissima. L’edizione 2018 si è svolta dal 3 al 9 agosto e ha ospitato nomi come Cosmo, Maria Antonietta, Zen Circus, Daniele Silvestri e Gemitaiz, e proprio quest’ultimo artista in questo momento è oggetto di una polemica sui social network.
Ad aprire il concerto di Gemitaiz c’erano Frenetik & Orang3 e CRLN. CRLN è una giovane artista marchigiana che alcuni mesi fa ha pubblicato un disco di electropop in italiano molto bello intitolato Precipitazioni. La sua musica è delicata e viscerale; nell’album ha aperto il proprio cuore esponendo vulnerabilità e sentimenti profondi, in maniera non del tutto dissimile a quel che ha fatto Gemitaiz con Davide.
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È successo che, come ha riportato il magazine online Parte del Discorso, CRLN è stata bersagliata da cori sessisti al suo ingresso sul palco. Non è la prima volta che le succede, le era capitato anche un paio di anni fa aprendo per Marracash. “Là gli insulti me li ricordo bene, uno per uno”, mi ha raccontato Carolina via messaggio privato. “Questa volta avevo gli in-ear quindi ho sentito molto di meno, ma i cori mi arrivavano bene”. Si trattava, naturalmente, di ragazzini molto giovani, che occupavano le prime file della platea in attesa del loro idolo Gemitaiz. Ho visto una cosa simile di recente a un concerto di Frah Quintale prima di Tedua: le prime file di “superfan” del rapper genovese facevano piovere insulti su Frah (molto amato dal resto del pubblico, ci tengo a dirlo) fino a costringerlo a rispondere.
Il problema evidenziato dall’articolo di Parte del Discorso, da CRLN e da tutte le persone che le stanno esprimendo solidarietà in queste ore, però, è più complicato di un semplice gruppo di giovanissimi esagitati che non riescono a tenere la bocca chiusa e a godersi un concerto. Il problema è Gemitaiz che sale sul palco dopo che i suoi fan hanno preso a insulti degradanti e misogini una sua collega e non pronuncia nemmeno una parola di solidarietà, facendo finta di niente.
Il rap sta vivendo un momento di grazia, ed è un peccato guardare verso un temporale in avvicinamento quando ci si trova sulla cresta dell’onda, ma è anche utile per non farsi trovare impreparati dalla tempesta. Le donne italiane continuano ad alzare la voce, continuano a fare musica e a salire sui palchi, eppure tantissimi uomini in questo paese non sembrano volerlo accettare. Ma ciò che è più grave è che altri artisti uomini non hanno il coraggio di mettere in discussione questo pregiudizio, anche quando si rivela nel loro stesso pubblico.
Un’enorme parte del pubblico rap, composto in gran parte da giovanissimi, non lo accetta. Pensa che usare termini che trivializzano e degradano l’intelligenza e il talento di una donna non sia un problema, solo perché fa parte di un codice o di una cultura. Pensa che giudicare un’artista per il proprio aspetto fisico, e addirittura disturbare il concerto per esprimere quel giudizio, non sminuisca il lavoro di un altro essere umano, ma sia soltanto uno scherzo, una normale interazione.
Ma non è un problema solo di sessismo, è un problema di idolatria che sfocia nella mancanza di amore per la musica (“A me piace solo Gemitaiz/Marracash/Tedua e tutti gli altri sono merda e adesso glielo faccio sapere”), di spirito di branco, di senso dell’umorismo becero e del clima di costante violenza verbale in cui viviamo a causa dei social network, della politica, della cultura in cui siamo immersi.
Che sia venuta fuori questa polemica è una cosa positiva, a mio parere. Dopo aver capito (proprio grazie a Gemitaiz tra l’altro) che il pubblico rap è pieno di gentaglia intollerante e razzista, ora abbiamo la possibilità di riflettere su come questa cultura si rapporta alle donne. Ci si rapporta male. C’è molto, moltissimo lavoro da fare, ma se chi ha il microfono in mano starà dalla parte giusta faremo tutte e tutti meno fatica.
Dopo l’uscita dell’articolo, Gemitaiz ci ha inviato la seguente risposta tramite commento su Instagram.
Mi spiace leggere questo. Io sono arrivato 10 minuti prima di suonare e non ho saputo nulla fino a diversi giorni dopo. Non ho neanche assistito all’accaduto, non si di preciso cosa sia successo, ho anche rilasciato un’intervista a riguardo. Quello che so è c che da anni porto avanti una battaglia per l’anno positività e il rispetto, sempre, e infangarmi come fare in questo articolo senza neanche voler sentire la Milan mi sembra piuttosto fine a se stesso. Non ho alcun problema a fare quattro chiacchiere nel caso. Credo abbiate sbagliato persona. Buona giornata.
Giacomo è su Instagram.