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MSF esige che gli Stati Uniti dicano la verità sul bombardamento dell’ospedale afghano

Medici Senza Frontiere continua a sostenere che l’attacco aereo di inizio ottobre contro un ospedale nel nord dell’Afghanistan sia stato volontario e non un errore, come ritiene invece l’esercito americano.

In un’intervista concessa domenica all’agenzia di stampa Associated Press, il direttore generale di MSF Stokes ha spiegato che l’attacco del 3 ottobre nella città afghana di Kunduz avrebbe causato “la distruzione piuttosto precisa” dell’ospedale, dove 70 operatori sanitari stavano curando 100 pazienti.

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Il Pentagono ha inizialmente dichiarato di aver condotto un attacco aereo “nelle vicinanze” dell’ospedale per colpire dei ribelli talebani che stavano sparando contro personale militare americano. Quest’affermazione è stata confermata lunedì dal ministro della difesa ad interim dell’Afghanistan.

“Talebani insorti e forse agenti pakistani avevano usato l’ospedale di Medici Senza Frontiere nella città di Kunduz come rifugio per cercare riparo,” ha informato Masoom Stanekzai ad AP.

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Secondo l’agenzia, specialisti dell’esercito americano avrebbero compiuto un sopralluogo nella zona dell’ospedale, e sarebbero così venuti a conoscenza  del fatto – prima dell’attacco – che si trattasse di una struttura medica. Non è chiaro, però, se i comandanti che hanno ordinato l’attacco fossero a conoscenza di questa informazione.

MSF ha dichiarato più volte che i combattenti talebani non erano nei dintorni dell’ospedale. “Non sono entrati soldati talebani armati all’interno della struttura,” ha detto Stokes. “Quello che siamo riusciti a capire dai nostri dipendenti e dalle guardie è che c’è stato un controllo molto serrato, molto efficiente di quello che succedeva dentro e intorno all’edificio, e non sono state segnalate sparatorie nelle ore precedenti alla distruzione dell’ospedale.”

Un giornalista della rivista americana Foreign Policy ha visitato l’ospedale dopo il bombardamento e ha parlato con dei testimoni che avrebbero smentito la versione americana della vicenda. Gli abitanti del luogo hanno spiegato di aver effettivamente visto dei combattimenti nella zona, ma distanti tra i 200 e gli 800 metri circa dall’ospedale di MSF, e che nessuno di questi ha avuto accesso alla struttura. 

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L’attacco ha ucciso 12 dipendenti di MSF e 10 pazienti, di cui tre bambini, e ha ferito decine di persone. L’episodio ha provocato lo sdegno della comunità internazionale, e ha spinto MSF a ritirarsi dalla città di Kunduz, lasciando la zona priva di un centro ospedaliero.

Gli ospedali in zone di guerra sono tutelati dal diritto internazionale: gli Stati Uniti, infatti, hanno subito una forte pressione affinché spiegasse le ragioni del bombardamento alla struttura di MSF. L’esercito ha aperto un’indagine, e la Casa Bianca ha affermato in un comunicato che si aspetta “un resoconto dettagliato dei fatti e delle circostanze” che hanno portato al bombardamento.

MSF ritiene insufficiente l’indagine interna dell’esercito americano, e ha chiesto che venga avviata un’inchiesta indipendente e internazionale per cercare di capire cosa sia successo.

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