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Musica

Guarda il cortometraggio di Vince Staples "Prima Donna"

Per certi album un semplice videoclip non basta.

Si può dire che Prima Donna, il nuovo EP da sette pezzi di Vince Staples, sia la sua migliore uscita, anche se forse si tratta di una frase senza senso perché nessuno è davvero in grado di giudicare l'arte. È una questione di interpretazione, e Vince sarebbe il primo a concordare. "È quello che rende l'arte arte", ha dichiarato in una recente intervista con Noisey. Ma una cosa è certa: Prima Donna rispetto all'ultimo, ottimo album Summertime '06, si addentra in territori molto più profondi. È, per usare un termine tecnico, un cazzo di trip.

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Di conseguenza, sarebbe profondamente stupido presentarlo con un tipico, noioso videoclip di Vince che guida la macchina o sta a bordo piscina o robe così. Quello che si merita—e che ha avuto—è una narrazione surreale che rivela le incongruenze più radicate dello show business, che sembrano perseguitare Vince in questo disco. Il cortometraggio di Prima Donna, diretto da Nabil, prende come spunto le tematiche dell'EP e segue Vince in un viaggio onirico attraverso la sua stessa musica e i pericoli della performance. Vince esce da uno studio in cui ha girato un video ed entra in un vecchio taxi trasandato, il che è quasi sempre un segno inequivocabile che qualcosa di strambo stia per accadere. Finisce in un ugualmente trasandato vecchio hotel—altro segnale inequivocabile—chiamato Prima Donna, e qui la realtà comincia davvero a trasformarsi, mentre Vince incontra in corridoio gente come Tupac e Amy Winehouse.

A emergere, in definitiva, è una inquietante riflessione sulla fama, l'industria musicale, la razza e oltre. Ancora una volta, sarebbe assurdo cercare di spiegarvi che cosa significa in ogni dettaglio, e per di più rischieremmo di far arrabbiare Vince Staples. Per cui guardate il video qua sotto, lasciate che vi fotta il cervello e andate ad ascoltarvi Prima Donna per dieci o quindici volte di seguito.

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