Band metal e legge salica: chi sono i giovani monarchici italiani

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Band metal e legge salica: chi sono i giovani monarchici italiani

Il Fronte Monarchico Giovanile è composto da 20enni italiani che nel 2016, invece di progettare spedizioni a Gallipoli, auspicano una Restaurazione, il ritorno di quella che definiscono "monarchia 2.0".
Niccolò Carradori
Florence, IT

A Roma, pochi giorni prima del 70esimo anniversario del referendum istituzionale del 2 giugno, si è tenuta una manifestazione dell'Unione Monarchica Italiana intitolata "70 anni di repubblica: mandiamola in pensione! È viva la Monarchia!".

Ora, ovviamente sapevo che in Italia esistono ancora frange monarchiche, ma mi immaginavo che le loro riunioni fossero semplicemente occasioni per incontrarsi fra ultraottantenni con cognomi complicati i cui tris-tris-trisavoli facevano parte della signoria rurale e sparare con l'archibugio. In realtà visitando il loro sito e i loro social ho scoperto che sono piuttosto organizzati, e che l'Unione conta non solo più di 70.000 iscritti, ma anche una sezione giovanile.

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Il Fronte Monarchico Giovanile , questo il suo nome, è composto da 20enni italiani che nel 2016, invece di progettare spedizioni a Gallipoli, auspicano una Restaurazione, il ritorno di quella che definiscono "monarchia 2.0", si battono per l'abrogazione dell'articolo 139—che stabilisce la forma repubblicana come immutabile nei secoli—e prendono ancora sul serio la legge salica, che consente di determinare chi, nell'annosa diatriba fra il ramo Savoia di Vittorio Emanuele IV e quello di Amedeo di Savoia-Aosta, dovrebbe diventare Re d'Italia. Ho deciso quindi di incontrare a Milano Simone Balestrini, il segretario nazionale del Fronte, e altri tre suoi sodali, per capire chi sono i giovani monarchici italiani nel 2016. Ne è venuto fuori uno strano pomeriggio in cui ho scoperto che, contrariamente a quanto mi immaginavo, i giovani monarchici non indossano le ghette e non sono quasi mai nobili. Ma soprattutto, nonostante questa impronta antidiluviana, sono probabilmente i più grandi aspiranti rottamatori d'Italia.

SIMONE, 23 anni, studente di giurisprudenza

VICE: Come ti sei avvicinato alle idee monarchiche?
Simone, segretario del Fronte Monarchico Giovanile: È stata una scelta del tutto personale, perché la mia famiglia non aveva idee monarchiche, anzi era abbastanza indifferente alla politica. Non sono nemmeno un nobile.

Era una cosa molto legata alla curiosità, inizialmente: da piccolo, verso i 5-6 anni, ritagliavo dalle riviste le immagini dei vari reali d'Europa e le conservavo. Sai, le immagini delle parate, delle cerimonie, l'ideale affascinante di questo mondo un po' passato, ma che tanto passato non è.
Poi ho cominciato a leggere dei libri e a guardare qualcosa su internet, quindi questa passione è passata dall'essere sostanzialmente un fattore esteriore e di costume, alla politica vera e propria. Nel 2013 facevo già politica nel Pdl, e durante una manifestazione ho visto i membri del Fronte Monarchico, così sono entrato a farne parte. Ho sempre pensato che i monarchici fossero più conservatori rispetto agli elettori di partiti come il Pdl…
In realtà forse oggi i monarchici sono fra le persone più progressiste che esistono. Per esempio anche su un tema molto attuale, come la Brexit, oppure le unioni civili, siamo molto divisi fra noi.
Diciamo che principalmente l'Unione Monarchica unisce al suo interno tutti quelli che pensano che la monarchia sia la miglior forma di governo. Fra queste persone poi ci sono differenze. Abbiamo tantissimi isciritti del Pd, del Movimento 5 Stelle… oppure molti apartitici più legati al concetto monarchico.

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In realtà uno dei lati veramente positivi della monarchia è proprio il suo essere maggiormente "popolare" e coesiva rispetto al sistema partitico: il popolo si identifica di più, basti pensare a quante persone aspettavano la nascita del figlio di William e Kate in Inghilterra, come se fosse un membro della propria famiglia. Questo bambino poi quanti soldi porta a quello stato? Che tipo di prospettiva dà a quello stato? Tu che sei il presidente del Fronte Giovanile, come vedi i ragazzi che vi si avvicinano? Come sono, e cosa cercano?
Cercano una soluzione per il futuro: vedono che il paese è in affanno. Mi sono stupito, perché ultimamente si iscrivono sempre più ragazzi giovanissimi che oggi vedono come un'ipotesi reale la monarchia. È una passione che spesso nasce da un certo gusto storico o estetico, ma poi si concretizza in qualcos'altro. Conosco tanti figli di aristocratici milanesi, ad esempio, ma non sono tanto interessati alla politica.

Perché in realtà mi sarei aspettato che almeno in parte questo avesse più a che fare con una forma di elitarismo. Dando un'occhiata alla tua pagina Facebook ho notato che metti molte foto di battute di caccia, o di parate.
È una passione che cerco di attualizzare… non è che tipo a casa mia prendo il té alle cinque. Io ad esempio ho sempre voluto andare al Royal Ascot, questo evento ippico mondano vicino a Londra, che si tiene in un ippodromo appartenente alla famiglia reale. Sono andato e mi sono reso conto di quanto in realtà queste cerimonie siano normali: c'è la regina che arriva in carrozza, ma ci sono anche persone di ogni estrazione sociale, e magari vedi membri della classe operaia che si prendono una birra insieme ai lord. Ci sono un po' troppi stereotipi sull'immagine dei monarchici e della monarchia…noi proponiamo una monarchia che stia al passo con quelle europee attuali, non con l'immaginario del passato. Noi non siamo nostalgici, vogliamo una monarchia 2.0. Quanti siete? E Quali sono le regioni con più giovani monarchici?
A livello giovanile siamo 420 iscritti. Abbiamo inoltre tantissimi simpatizzanti, ma tanti non si vogliono iscrivere. Le regioni più monarchiche sono Puglia, Sicilia, Campania, Marche e Lazio. Il Piemonte pochi invece, stranamente. Quali sono le persone che vi guardano con maggior sospetto? Quando andate a fare una manifestazione, ad esempio…
Le persone anziane, sicuramente. E questo accade perché vedono nella monarchia, sbagliando, dei collegamenti con il fascismo. Il punto è che ci sono ancora troppe persone cresciute ed educate in un periodo storico in cui l'immagine della monarchia è fortemente legata a eventi storici che non sono per forza di cose conseguenti. Noi giovani monarchici stiamo appunto aspettando che quella generazione ceda il passo a un'altra, ci vorranno 20 o 30 anni, e noi giovani monarchici del 2016 stiamo gettando le basi per questo cambiamento.

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ANDREA, 22 anni, studente di storia

VICE: Potresti raccontarmi come sei diventato monarchico?
Andrea: La cosa è nata gradualmente durante l'adolescenza, studiando la storia. E poi è cresciuta molto nell'ultimo decennio, vedendo come le istituzioni hanno agito in Italia, fallendo. Facendo un confronto con le altre nazioni europee a stampo monarchico ho notato come un sistema di quel tipo poteva essere più consono per l'Italia. Io sono un tipo abbastanza pratico: se una cosa non va—in questo caso la repubblica—si può cambiare.

Ok. Ma in questo tipo di sistema, in quale partito o corrente politica ti riconosci, pur essendo monarchico?
Diciamo che io sono un eclettico, prendo da tutti gli schieramenti. Ovviamente rifiuto un po' le idee di sinistra perché vediamo tutti a cosa hanno portato… d'altro canto non mi piace nemmeno il classismo della destra. I monarchici in genere non sono mai classisti, sono popolari. Come te la immagini un'Italia monarchica nel 2016?
Ci sarebbe secondo me una ripresa di certi valori: di stampo nazionale e non nazionalista. Che cosa significa oggi essere italiani, innanzitutto? È una domanda che oggi non si pone quasi più nessuno.
E d'altro canto sarebbe un sistema a parer mio molto più improntato all'efficienza, perché chiaramente una restaurazione implicherebbe delle modifiche all'organizzazione politica, e poi semplicemente un Re avrebbe più interesse a fare il bene del paese, perché fa i suoi interessi ma questi coincidono con quelli della nazione. Non è che lo stato sarebbe suo, ma dovendo espletare un incarico a vita, e tramandarlo ai figli, avrebbe molti più interessi in ballo.

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Tu come vedi la questione dinastica? Chi sarebbe oggi il Re d'Italia?
Secondo me non ci sono tante questioni: è il ramo Savoia-D'Aosta quello pretendente al trono. Quindi il Re sarebbe il figlio di Amedeo d'Aosta, Aimone. ALESSIO, 21 anni, studente di chimica

VICE: Ok, la prima domanda che ovviamente viene spontanea farti è: perché? Perché la monarchia nel 2016?
Alessio: Essenzialmente perché la monarchia costituzionale è la miglior forma di governo. Un'Italia monarchica nel 2016 avrebbe più unità nazionale e più credibilità internazionale. I valori della monarchia sono quelli che incarna il Re stesso, ovvero quelli dell'espressione nazionale. Il Re è un simbolo per tutti, e dovrebbe riunire tutti davanti alle calamità. Non esisterebbero divisioni nazionali. A quanti anni hai iniziato ad avere simpatia monarchiche?
Verso i 16 anni, ma mi sono iscritto al partito all'inizio di quest'anno. Io sono molto patriottico, e mi hanno sempre affascinato le grandi dinastie, i Savoia che hanno fatto l'Italia… tutte cose che mi hanno sempre ispirato un grande sentimento.

Devo essere sincero, se ti avessi incontrato per strada non avrei mai detto che sei un monarchico. Hai i polsini di band metal, le scarpe da skate… i monarchici sinceramente me li immaginavo più affettati, con quella sorta di aura elitaria insomma. Magari con discendenze nobili. Come ti vedono i tuoi amici?
Be' sinceramente molti non mi sopportano più, e quando comincio a parlare di monarchia alzano gli occhi al cielo: perché ogni volta che mi accusano di essere antidiluviano io li rimbecco subito con le mie ragioni. Diciamo che non possono trovare una criticità con cui demolirmi, ecco. In cosa si concretizza effettivamente l'essere monarchico nella tua quotidianità? Come partecipi alla vita del Fronte, insomma?
Faccio più che altro pubblicità con le persone che conosco, cerco di avere un confronto con gli altri su certe tematiche politiche. Sei mai riuscito a far convertire qualcuno alla monarchia?
Un paio di persone, recentemente. Era il 2 giugno. PIETRO AUGUSTO, 22 anni, studente di lettere

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VICE: Come sei diventato monarchico?
Pietro Augusto: Ho iniziato a interessarmi alla questione a 13 -14 anni, affascinato dalla storia d'Italia e dal fenomeno monarchico in generale. Per il diploma di terza media i miei genitori, vista la mia passione, mi hanno addirittura regalato una bandiera sabauda meravigliosa, "dimensioni Quirinale." Quanto di questo interesse era legato all'immaginario che si ha della monarchia e della nobiltà? A te sarebbe piaciuto essere nobile?
In realtà non lo sono, anche se quando ho cominciato a interessarmi ho chiesto un po' in famiglia circa le nostre origini. Sono affascinato dalla nobiltà, ma occupo con orgoglio la mia posizione guardando con grande stima chi ne fa parte e adopera il proprio ruolo, come i lord inglesi, per fare attività benefiche e rappresentare al meglio lo stato. Il fascino di una monarchia si vede da quanto rende all'Inghilterra e alla Spagna, tra le altre, in termini di turismo, souvenir, eventi mediatici: sarebbe bellissimo avere ancora poste regie, senatori del regno, ambasciatori accreditati presso S.M. il Re, e via dicendo.

E che ruolo avrebbero oggi i nobili?
Diciamo che tutti quei ruoli che non dovrebbero essere politici in nessuna maniera, come ad esempio i vertici dello stato, i diplomatici e i prefetti, sarebbero privilegio dei membri dell'aristocrazia, i quali non derivano dai partiti, ma da famiglie storiche più o meno brillanti che non hanno alcun interesse personale se non il benessere della patria.

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Qual è la tradizione politica a cui ti senti più vicino?
Faccio fatica a trovare un orientamento nel frammentato e deludente panorama politico italiano, in linea di massima sono tuttavia da annoverare tra i conservatori.

Come sarebbe un'italia monarchica nel 2016?
Avremmo innanzitutto un punto di riferimento che dura negli anni, una continuità istituzionale che farebbe bene al paese: ad esempio l'occasione che ha un Primo Ministro britannico nel confrontarsi con una persona che regna da 65 anni, e che sa sicuramente suggerire qualcosa in più di chi deve essere presidente della Repubblica solo per sette anni, è qualcosa di molto prezioso.

Ricordo con piacere una bellissima intervista che ho letto due anni fa suIo Donnaalla principessa Leonor di Spagna, principessa delle Asturie, che si intitolava "Papà (Filippo VI) mi ha detto che un giorno sarò regina": questo vuol dire tanto perché già adesso che ha dieci anni viene cresciuta pensando a quello che sarà il suo ruolo di arbitro dello stato, garante della costituzione, simbolo della continuità, riferimento morale. Molto diverso è avere come presidente un politico eletto con un compromesso tra partiti.

Che tipo di reazione provoca la monarchia nei tuoi coetanei?
Molti sono soprattutto disinformati, e vedono la monarchia come qualsiasi formazione politica, anche se politica non è. Diciamo che buona parte di loro sarebbe monarchica se si mettesse a tavolino a valutare i pro e i contro.

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