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Buone notizie per i fattoni uruguagi

Presto l'Uruguay potrebbe diventare uno dei primi stati a commercializzare la marijuana per contrastare il narcotraffico.

La cosiddetta guerra alla droga è in corso ormai da più di quarant'anni. Ad oggi, un numero sempre maggiore di persone concorda nel ritenere che la battaglia abbia fatto più danni che altro, creando un fiorente sottobosco di traffici illegali esenti da tassazione e sottomessi esclusivamente alle dinamiche di violenze e denaro. Nel frattempo, il governo americano continua a investire miliardi di dollari nella sopracitata guerra, senza intaccare l'illegalità del mercato—e di conseguenza la prosperità—ma sperando semplicemente che questo sparisca.

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L’Uruguay, più o meno come ogni altra nazione del mondo, ha problemi col traffico di droga. Ponendosi quale esempio di buonsenso che dovrebbe essere seguito su scala mondiale, sta attualmente spingendo verso la depenalizzazione della cannabis. I sostenitori dell'iniziativa affermano che questa misura indebolirebbe il mercato nero, faciliterebbe il governo nella ricerca di spacciatori e trafficanti e aiuterebbe a concentrarsi sulla riabilitazione dei tossicodipendenti. Molti sono inoltre convinti che, distinguendo la cannabis dalle droghe pesanti, tutto il concetto di “passerella” tra le due tipologie di sostanze verrebbe a cadere, permettendo a chi fa uso di marijuana di non finire necessariamente con un ago nel braccio.

Il problema più recente in Uruguay è il paco, o “pasta base”, un sottoprodotto della cocaina che crea forte dipendenza e costa al consumatore meno di un euro a dose. È accessibile a gente proveniente da ogni strato sociale e facile da procurarsi come l’erba, ma ciò non impedisce che i tossici rubino e si uccidano l’un l’altro per raccogliere il denaro necessario a soddisfare il loro vizio.

Dal momento che nel Paese il traffico di paco ed erba è in mano alle stesse gang, oltre a intaccare notevolmente i guadagni della criminalità, la legalizzazione della cannabis romperebbe quindi il legame che le due droghe hanno con la gioventù del Paese, contribuendo a diminuire la già assurda quantità di giovani dipendenti dal paco.

È stato detto innumerevoli volte—perché innumerevoli persone hanno opinioni razionali—ma con l’epidemia di crack, eroina e metamfetamine che attanaglia America ed Europa, senza menzionare le attuali difficoltà economiche, è giunta davvero l’ora che i nostri politici tirino fuori qualcosa di quanto più simile alle palle e inizino a fare qualche passo verso la depenalizzazione delle droghe. Il Portogallo l’ha fatto, e dopo cinque anni, l’uso di droga tra gli adolescenti ha subito un drastico calo, mentre il numero di coloro che si sottopongo a disintossicazione è raddoppiato.

Vediamo cosa succede in Uruguay.