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Nel mondo degli adolescenti ossessionati dal massacro della Columbine

I "columbiner" usano i loro tumblr per condividere pensieri omicidi o suicidi, ricordi delle vittime delle stragi e passione per i serial killer. Soprattutto per Harris e Klebold, autori del massacro alla Columbine High School.

Foto via WikiMedia Commons

Fino alla morte del diciannovenne canadese James Gamble—che secondo la polizia aveva premeditato una sparatoria in un centro commerciale di Halifax il giorno di San Valentino—la comunità dei blogger ossessionati dai fatti della Columbine High School era conosciuta praticamente solo a chi la frequentava.

Ma come si è scoperto, Gamble gestiva un tumblr dedicato proprio ai due studenti che nel 1999 hanno ucciso 13 persone nel liceo del Colorado. Stando alle indagini, Gamble si sarebbe suicidato quando un informatore ha rivelato alla polizia il piano della sparatoria nel centro commerciale di Halifax. La polizia canadese ha accusato altri due blogger di collaborare alla pianificazione dell'attacco. Secondo gli inquirenti il gruppetto si era conosciuto su internet, e aveva pubblicato su Tumblr il piano per il giorno di San Valentino utilizzando la tag "Columbine", diffusa nella comunità internazionale di blogger interessati alla Columbine.

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La loro comunità virtuale ha suscitato la mia curiosità, così ho chiamato su Skype alcuni dei cosiddetti "columbiner"—ovvero ragazzi ossessionati da Harris e Klebold—che seguivano il blog di Gamble. Nonostante i contenuti inquietanti che pubblicano sulle loro pagine, sono stati gentili e disponibili.

Mettiamo subito in chiaro una cosa: a differenza di Gamble, nessuna delle tre blogger con cui ho parlato difende l'omicidio. Ma anche loro, come Gamble, hanno lottato contro pensieri suicidi.

Natasha (è uno pseudonimo) è una ventiseienne della West Coast e gestisce un blog sul crimine con 11.000 follower. Il suo tumblr True Crime Hot House è il luogo in cui può dare sfogo alla sua ossessione per gli assassini e pubblicare lettere o fotografie mandatele da alcuni serial killer in prigione. (Anche se a volte posta contenuti sulla Columbine, non si definisce una columbiner.)

Natasha e Gamble si seguivano a vicenda su Tumblr, e quando a lei è arrivata la notizia della sua morte, ha dedicato un tributo al 19enne: "James, gestivi un blog molto interessante, ci mancherai." Ha anche scritto che gli utenti di Tumblr responsabili di commenti "maligni e superficiali" dovrebbero pensare agli amici e alla famiglia di James, e ha suggerito a chi ha istinti suicidi di farsi aiutare. "Io vi prometto che sarò sempre a disposizione di chiunque senta di aver toccato il fondo," scrive.

Alcuni giovani columbiner le scrivono per condividere i propri pensieri suicidi. Come Gamble, molti parlano spesso di autolesionismo e suicidio, ma Natasha sostiene che è difficile capire quando si tratta solo di parole su internet o di qualcosa di più serio.

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La morte di Gamble e la possibile sparatoria sventata hanno colto la comunità di sorpresa, dice Natasha. Non se l'aspettavano, così come non si aspettavano l'attenzione mediatica. Eppure, sostiene Natasha, ci sono blog ben più estremi di quello di James Gamble, sostiene.

Su Tumblr, chi si interessa di criminalità sa di rientrare in un gruppo piuttosto eterogeneo. Molti blogger sono adolescenti. Alcuni si interessano di criminologia, dei serial killer e degli attentatori. Altri invece si identificano con i responsabili della sparatoria alla Columbine, a cui si riferiscono semplicemente come Eric e Dylan, e vorrebbero imitarli.

L'8 febbraio, quattro giorni prima della morte di James, un commento sul suo blog chiedeva, "Hai degli anfibi come quelli di Dylan?" e lui rispondeva, "Certo che ce li ho," pubblicando una foto di se stesso con gli anfibi, un fucile e un coltello da caccia.

Sulla sua pagina non mancano nemmeno immagini naziste. Secondo Natasha, questo coincide con l'interesse di Eric Harris e Dylan Klebold per nazismo e Hitler. Lei non pubblica questo genere di cose. "Vedo che lo fanno in molti—ma non lo giustifico. È una strana tendenza che sta spopolando," mi ha detto. Questi utenti, a sua detta, "hanno un grande odio, e questo è il loro modo di veicolarlo."

Non tutti i membri della comunità però sono a favore dell'omicidio o pubblicano immagini naziste. "Né James né io possiamo dirci rappresentativi dell'intera comunità che ruota intorno al crimine," aggiunge.

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Dana è una ragazza australiana di 16 anni che gestisce un blog dedicato alle vittime della Columbine con 500 follower. Non sono molti gli australiani che si interessano a questi fatti, dice, perciò gran parte del suo seguito è negli Stati Uniti.

Dana è venuta a conoscenza del massacro della Columbine quando è stata scelta per interpretare la parte di un killer per una recita scolastica, e ha voluto documentarsi. La storia l'ha colpita molto "perché era diversa da tutte le altre sparatorie."

"La curiosità per la morte fa parte della natura umana," continua. Dana sostiene che le persone depresse e inclini al suicidio vengano attirate da questa sottocultura. I due assassini erano adolescenti, e le persone della sua età possono identificarcisi.

"Tra i due Eric era il più incline all'omicidio, mentre Dylan era più incline al suicidio," dice Dana. "Queste due sensazioni sono rappresentative di quello che provano molti giovani." Stando alle dichiarazioni di Dana, nella comunità online ci sono sia quelli che vogliono semplicemente discutere dei fatti della Columbine, sia altri che vogliono mettere i responsabili del massacro su un piedistallo. Certo, c'è un piccolo gruppo con "cattive intenzioni."

"Ma la gente deve capire che la maggior parte di noi non farebbe mai niente del genere," sottolinea Dana.

Lydia, lettone, ha la stessa età di Dana e gestisce un blog sulla Columbine con 540 follower. Ha preferito non fornire il suo vero nome per timore che a scuola si venisse a sapere del suo blog. È venuta a sapere del massacro alla Columbine circa un anno fa, perché se ne è discusso nella sua classe. Ha fatto qualche ricerca e online ha trovato gli scritti di uno degli assassini.

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"Quando ho iniziato a leggere alcune pagine del diario di Dylan Klebold, ho capito che stava attraversando un momento molto simile al mio," dice. "Anche io spesso mi sento persa, triste e penso al suicidio. Leggendo mi sono quasi dimenticata che era stato scritto da una persona che ha compiuto un massacro."

Natasha.

Nella comunità Tumblr dedicata alla Columbine ha trovato altre persone come lei. Secondo lei l'idea che i columbiner siano violenti è sbagliata. Molti di loro l'hanno aiutata a combattere i suoi demoni. Quando si sente triste scrive sul blog e i suoi follower le inviano messaggi di conforto. Lydia mi ha anche detto che va regolarmente da uno psicoterapeuta. Certo alcuni columbiner sono a favore della violenza, continua Lydia, "ma non sono molti."

Dana, la blogger australiana, sostiene che non bisogna preoccuparsi della comunità dei columbiner su Tumblr, ma allo stesso tempo le minacce non vanno ignorate.

"Ogni minaccia di omicidio o suicidio andrebbe presa seriamente, perché non si ha mai la certezza delle intenzioni che ci stanno dietro," continua. "Bisogna sempre aspettarsi il peggio, per prevenirlo."

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