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Música

Una serata... con Sasha Grey, DJ

Potremmo dire che è andata esattamente come ce l'aspettavamo, ma forse è stato anche peggio.

L’arrivo di Sasha Grey in Italia è stato gestito dall’opinione pubblica in una maniera francamente assurda. Da una parte si sono destate tante snobberie boriose, magari anche sensate ma piuttosto inutili, dall’altra il fatto ha avuto un riscontro vastissimo sui media e nelle chiacchiere della gente, ed è difficile non trovarlo assurdo. Sarò coglione io, ma non avevo la più pallida idea che Sasha fosse così popolare dalle nostre parti. Non che non siamo un paese di pornofili, ma ero assolutamente convinto che qui andasse per la maggior un certo tipo di porno più “tradizionale”, senza necessariamente intenderlo in maniera negativa. Rimango ancora parzialmente dell’idea: sono sicuro che anche quelli che di lei sanno solo che “faceva la pornostar”, di suoi porno ne abbiano visti ben pochi. Questo non toglie che gran parte della curiosità nei suoi confronti fosse motivata dal “magari ce fa vedè le tette.” Poi ci sono quelli che conoscevano il personaggio per la sua statura pop più ampia, di cui si potrebbe dire che VICE è in parte responsabile, per essere stata la prima pornostar a dimostrare di avere un cervello e interessi artistici variegati (o almeno è così che si è venduta finora).

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Però in Italia c’è venuta a fare la DJ. È tipo un annetto che la Grey si è riciclata dietro la consolle, seguendo l’esempio illustre di Asia Argento e Paris Hilton prima di lei. Ed è stata subito polemica, ovviamente. A buona ragione, pur se supportata in gran parte da pregiudizi, considerato che fino ad ora nessuno aveva la più pallida idea di cosa cazzo mettesse, né se fosse capace di farlo a modo. Era comunque scontato che la maggior parte del suo pubblico sarebbe stato composto da gente del tutto disinteressata alla musica in sé. Ha senso come questione, se posta in una qualsiasi città che non sia Milano, la cui vita notturno-musicale è piena dei problemi che già conosciamo. In particolare, c’era già un certo numero di “faccio la DJ perché sono bona” o, peggio di “faccio la DJ perché MI CREDO bona”, senza che ci fosse bisogno delle Grey per importare il fenomeno. A me aveva sorpreso di più che Sasha si stesse dedicando a dei dancefloor, a quanto mi dicevano, "commerciali". Cazzo, mi pareva che la ragazza avesse buoni gusti commerciali, d'altronde ha spiccicato qualche parola in uno dei migliori album dei Current 93 (vabe', c'è pure Andrew W.K.), e una band, aTelecine, con cui suona musica "sperimentale". Fanno abbastanza cacare, ma non è questo il punto.

Insomma, giovedì è la fatidica serata e noi ci presentiamo al Dude Club di Lambrate, famoso per ospitare solitamente serate elettroniche di buon livello, abbastanza presto, un quartarello prima della mezzanotte. Durante il tragitto mi chiedo quanta gente ci sarà… In giro si diceva fossero previste folle oceaniche, ma siamo nel pieno del Salone del Mobile, e Milano stasera è satura di eventi di tutti i tipi. Oltre a questo, una buona fetta di pubblico ha probabilmente disertato per evitare di finire a galleggiare in un oceano di sebo. Arriviamo al locale, si diceva, e notiamo subito che fuori la coda è meno consistente di quanto pensassimo. Purtroppo la security ci ha impedito di fotografare all'esterno, ed è un peccato perché mentre eravamo in fila per i nostri accrediti arriva al club proprio la macchina che scaricherà Sasha Grey e il suo entourage. La folla si scalda, fioccano i flash, ma curiosamente l'unica voce a cui sentiamo pronunciare "Hello Sasha!!!" bello forte, è femminile.

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Una volta entrati ci accoglie un club ancora poco popolato, ma il tono generale del pubblico è già quello che sarà per il resto della nottata, a prevalenza maschile e fortemente caratterizzato dalla divisa di ordinanza camicetta-maglioncino collo a v-jeans a vita bassa che mi regala un dolce senso di familiarità, facendomi pensare di stare passando un sabato sera nel paese dove sono nato.

Purtroppo, quando si gira per una discoteca con in mano una macchina fotografica è molto difficile non essere scambiati per i fotografi del locale, e quindi evitare che la gente si metta in posa. Questi sono solo i primi di una lunga serie di persone che ci hanno chiesto se avrebbero visto la propria foto su facebook. Come questo ragazzo, che sfoggiava uno dei look più avanzati all'interno del locale

almeno in confronto agli altri avventori.

Cominciano a suonare i ragazzi di Crime Wave, che mettono le uniche tracce minimamente ascoltabili che usciranno stanotte dall'impianto del club. Siccome sono tutti e tre dei maschietti, non vengono per niente cagati dagli intervenuti, che sono tutti lì per la loro beniamina e non gliene potrebbe fottere di meno. Facciamo subito la conocenza di questo tipo qua, e sarà difficile levarcelo di dosso per il resto della serata: ci urla nelle orecchie "DOVE CAZZO È SASHA, FATELA USCIRE" e ci racconta di essere venuto apposta da Genova nonostante sia un giorno feriale e l'ingresso costi parecchio. Fa anche dei discorsi incomprensibili sulla droga, di cui ho capito solo che non si è preso niente.

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Di ragazze se ne vedono ancora poche, e quelle presenti sono per lo più accoppiate. In assortimenti stilisticamente perfetti, tra l'altro.

Per qualche motivo ci sono anche diversi metallari, dei quali uno solo si è fatto fotografare.

È passata l'una. I boys scendono dalla consolle e sale Bianca Tabaton, DJ piuttosto affermata a Milano (vedi sopra) che GQ ha definito "bella come un problema", qualsiasi stronzata voglia dire. La musica passa da tech-house a pezzi di hip-hop commerciale scelti cercando "rap" su youtube e mixati decisamente coi piedi.

Si aprono le danze, e il Dude inizia a riempirsi. L'umanità che entra è varia, ma la stragrande maggioranza dei presenti ha rispettato alla lettera il dress code.

Interpretato da qualcuno con qualche tocco di classe in più…

La coppia qui sotto invece ha dominato il dancefloor per tutto il set della Tabaton. Si trattava del classico ragazzo gay + amica etero, e non avevano la più pallida idea di chi fosse Sasha Grey. Interpellati sul motivo per cui erano lì hanno risposto "per bere". Ha parecchio senso che abbiano scelto un posto dove un cocktail costa otto euro.

Nel frattempo Sasha ha messo il naso fuori dal backstage per piazzarsi nell'area divanetti del locale, in cui è stato allestito uno spartano privé, e a una certa sembra esserci più gente lì intorno che sotto cassa.

Quando le scappa da pisciare, lo fa scortata dagli energumeni della security che blindano entrambe le entrate del cesso. Si crea un po' di ressa, ma forse era solo gente che doveva usare il bagno. Stranamente.

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Nel frattempo le ragazze non accompagnate sono aumentate; ciononostante, i maschietti sembrano del tutto ignorarle, impazienti di vedere la star montare sul trespolo. Veniamo avvicinati da un ragazzo che ci chiede "State documentando sta foresta di cazzi?" Risposta ovviamente affermativa. Poi si avvicina un altro che, indicando Bianca, mi chiede "Scusa ma è questa Sasha Grey?"

Ed ecco che scatta l'ora fatidica e miss Grey fa la camminata del destino dal privè ai piatti. Di colpo la foresta di cazzi si trasforma in una foresta di smartphone. La folla si invasa e iniziano tutti a spingere verso la consolle, volano gomitate negli occhi e nessuno balla più perché la musica è davvero l'ultimo dei loro problemi.

In primissima fila due autentici campioni, uno tiene per aria un pennarello, un bigliettino e una rosa di plastica, l'altro sempre un pennarello ma con un paio di cuffie. Rimarranno con le mani alzate per almeno un'ora intera senza venire minimamente cagati da nessuno.

L'amico di prima e i suoi compari accennano qualche timido coretto, ma nessuno si fa davvero prendere dalla coattaggine.

La star della serata sta suonando e, giuro su dio, non ho mai sentito un mucchio di electro house più generica e piatta. La cosa che non ho davvero capito è per quale motivo avesse bisogno di una assistente che ogni tanto le mette le mani sul computer, dal momento che il set è palesemente preregistrato. Forse le pesava anche premere play.

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Niente di porno e nemmeno di lontanamente erotico nello show. Neanche una mossetta o un ammiccamento, per non parlare della mise che le fa guadagnare una trentina d'anni. Davanti a lei, intanto, le mani dei fan continuano a stare belle alte. C'è anche qualche giornalista armato.

Non ci vuole molto, però, perché l'energia sfumi e la folla inizi a sfittirsi. In pochissimo tempo c'è quasi la metà della gente che c'era prima. Paradossalmente, proprio ora che è scesa la fotta dei più accaniti, ballano tutti più volentieri. Ovviamente lo stile regna ancora sovrano, sia in versione "eleganza",

che nella variante "casual".

Il look di qualcun altro, invece, ci ricorda che dopotutto siamo a un evento del Fuori Salone.

Lei insisterà anche per posare per noi sulla scalinata. Poi si è preoccupata che sua madre potesse vedere la foto, anche se, a detta sua, ha già posato due volte per Rolling Stone in set in cui era "più nuda ma più casta." Boh. Di fatto è stato l'unico momento un filo sensuale di una serata in cui l'intrattenitrice principale era una ex-pornoattrice.

Poi più niente, la Grey si stufa del tutto e cede il posto all'assistente, che a sua volta lo lascerà di nuovo alla Tabaton. Nel frattempo il Dude si è praticamente svuotato, salvo un paio di oltranzisti. Forse perché in fondo era sempre giovedì, e non si trattava al 100 percento di fancazzisti da Fuori Salone. A conti fatti, siamo comunque rimasti con l'amaro in bocca, ci aspettavamo un'umanità molto più bieca e capace di generare incidenti diplomatici gravi. Non abbiamo idea di come sia andata per gli organizzatori, e in cuor mio spero non ci abbiano rimesso, perché si tratta di gente che normalmente si sbatte per creare eventi musicali decisamente più seri e interessanti di questo, e per cui la serata era una buona occasione di fare cassa. Tanto Sasha era in tour, e da Milano sarebbe passata comunque, quindi tanto vale che il cash lo facciano loro e non gli stronzi di turno. Rimane il fondo di polemiche sinceramente ridicole, e immagino che quelli che si sono sgolati su facebook abbiano presenziato, o anche organizzato, a eventi di una onestà intellettuale sicuramente più bassa per quanto farciti di nomi cool, pregando di essere capitati alla serata giusta in quella che si potrebbe tranquillamente definire la settimana più deprimente dell'anno per Milano.

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