Come il Vaticano riconosce i miracoli, spiegato da chi lo fa per lavoro
San Zanobi, Botticelli. Immagine via Wikimedia Commons.

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Come il Vaticano riconosce i miracoli, spiegato da chi lo fa per lavoro

Abbiamo parlato con un medico che ha fatto parte della Congregazione delle cause dei Santi e che ha dovuto stabilire se, per essere accettato, un dato miracolo fosse "scientificamente inspiegabile".

Certo questo Giubileo è pieno di colpi di scena. Non ho fatto in tempo a riprendermi dall'affaire Padre Pio che subito il Vaticano ha tirato fuori l'arma segreta: la conferma della santificazione di Madre Teresa di Calcutta, prevista per il settembre di quest'anno. L'annuncio è arrivato dopo una lunga trafila, tramite la quale è stato individuato il miracolo che nello specifico avrebbe permesso alla donna di diventare santa: la guarigione scientificamente inspiegabile di un uomo, cito dal Fatto Quotidiano, "oggi 42enne, ridotto in fin di vita da ascessi multipli cerebrali con idrocefalo ostruttivo e già sottoposto a trapianto renale e in terapia con immunosoppressori." Proprio l'inspiegabilità scientifica è fondamentale per la santificazione, e a stabilrla è di volta in volta la consulta medica della cosiddetta Congregazione delle Cause dei Santi—per la gente comune d'altronde una condizione del genere è già inspiegabile così, essendo a digiuno di termini tecnici.

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A prescindere dal personaggio estremamente controverso di Madre Teresa il caso mi ha incuriosito, e ho deciso di cercare di capire cosa succeda veramente in questa Congregazione delle cause dei Santi. Per vie traverse e conoscenze, quindi, sono riuscito a contattare un medico che di questa Congregazione ha fatto parte: l'uomo—di cui per ragioni di privacy non posso fare il nome, e che chiamerò DOTTORE—mi ha accolto nella sua umile casetta in una zona periferica di Roma. Qui parte la chiacchierata che ne è seguita (corredata da video per calarsi nell'atmosfera), che mi ha permesso di chiarirmi le idee sui miracoli e sugli organismi adibiti a valutarne la veridicità.

VICE: Salve dottore, la prima domanda che volevo farle riguarda il miracolo, che è il centro di questo processo di santificazione. Ecco, cosa intendiamo con miracoli scientificamente inspiegabili?
DOTTORE: Chiariamo subito che non si tratta di miracoli presunti tali perché che so, è cresciuto un albero in mezzo al prato improvvisamente: no. Si tratta sempre di malati e malattie che hanno un certo tipo di decorso; ecco, dal punto di vista scientifico bisogna stabilire se questo è un decorso anomalo, totalmente diverso da quello che ci si aspettava dai medici che lo hanno seguito, dagli ospedali, o dalle università…

Tutto parte da invocazioni a sacerdoti o monache che erano in una fase di beatitudine o già accettati come beati per passare poi al processo di santificazione. Che è difficilissimo: se uno va a vedere in un anno la curia quanti santi ha nominato, e di conseguenza quanti miracoli ha accettato, questi si conteranno in una mano. In seguito tutto ciò viene reso pubblico dal Papa a piazza San Pietro, con tutte le foto sui megaschermi, la messa solenne e via dicendo.

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Ecco, a proposito di santi e beati, meglio fare chiarezza sulla terminologia.
La beatificazione è un livello basso. È comunque sempre un atteggiamento di presunzione, perché nella curia sono molto critici. Si PRESUME che il beato abbia potuto far quello. Il processo di fede è severissimo, al confronto noi scienziati siamo degli agnellini. Perché loro si vogliono difendere da false o meglio da affrettate santificazioni, per cui: il beato ha fatto un miracolo? Bene, è presunto che l'abbia fatto. Ne ha fatti cento? Be' allora già comincia a essere un'altra cosa. Ma se non c'è il nulla osta scientifico del caso inspiegabile, loro non muovono un dito. Rimandano i miracoli al mittente.

Però chiaramente un religioso o un beato molto popolare ha più possibilità di essere invocato, giusto? Quindi ha più possibilità di fare un miracolo.
Be' certo se questo beato viene invocato una, due, tre, dieci volte e sono risultati casi inspiegabili di guarigione e la gente testimonia che è opera sua, allora il vescovo può chiedere che si apra una causa di beatificazione. Però il processo può durare tranquillamente anni e anni.

Mettiamo che io mi sento male e ho un problema grave, e poi improvvisamente tutto si risolve: sarà inspiegabile ma una volta su due miliardi potrebbe capitare. Però non sarebbe collegato direttamente a un miracolo.
Ovvio, ma se loro presentano una consequenzialità fra condizione di malattia grave, gravissima o addirittura quasi mortale e la preghiera che è stata fatta nel momento peggiore della malattia, e il paziente dopo 24 ore chiede un sandwich…

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Ok, quindi il processo di santificazione deve tenere conto tanto del valore scientifico che di quello della fede.
Esatto, quella in gioco è una valutazione che ha da una parte l'impegno scientifico di analisi, di critica, di accettazione o rifiuto della situazione medica, e dall'altra la spinta religiosa che associa il fenomeno all'invocazione della persona sul malato in condizioni gravissime. Questo viene poi analizzato nella coincidenza. Ad esempio: ci siamo riuniti in preghiera, abbiamo invocato l'aiuto del beato x y e dopo poche ore il malato improvvisamente è stato bene o è migliorato moltissimo; poi nel tempo i medici documentano, constatano che gli esiti non ci sono, sono scarsissimi… mentre per le gravi condizioni in cui il soggetto versava ci sarebbero dovute essere delle conseguenze di salute pessime. Questo è un po' lo schema.

È allora che si passa alla valutazione del comitato di scienziati? Come funziona?
Intanto viene fatta una preparazione da parte della curia, che propone il candidato: questa invia la cartella clinica del caso miracolato dal candidato e rapporti di eventuali testimoni che vogliono confermare l'atto come miracoloso. Una volta che la curia di Roma accetta la proposta (analizzandola già per conto proprio), serve l'intervento del Tribunale dei medici.

Di cui lei ha fatto parte, giusto?
Di cui io ho fatto parte parecchie volte. Il segretario della Congregazione dei Santi convoca sei o sette esperti di materie diverse, e insieme a questi ci sono tre prelati che rappresentano la curia—il segretario, il sottosegretario e un segretario che prende appunti. Al centro di questa sala c'è anche un avvocato della curia vaticana, un notaio, e un altro segretario che sono la parte legale che deve poi stilare una dichiarazione finale che, accolta o non accolta, deve essere poi controfirmata da tutti i presenti.

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Quindi questi esperti sono presi a caso, non sono sempre gli stessi?
No, cambiano. Possono essere più volte gli stessi se il caso presentato è più o meno analogo a quello precedente o comunque di competenza dello stesso specialista. Questi dichiara che il più possibile si atterrà, per scienza e coscienza, ad analizzare la cosa e di non aver avuto nessuna costrizione, segnalazione o pressione per valutarla. Però l'incarico si può rifiutare, certo: tu non sei obbligato, quindi se ti arriva una lettera in cui ti si chiede di partecipare come perito o come consulente di parte in una tale causa, entro tot giorni basta telefonare e gli si dice sì o no.

Fatto questo si apre il tribunale in cui c'è un primo interlocutore che è proprio il peritus ad causam che ha già preparato una relazione, perché si è studiato tutti gli atti che la curia gli ha mandato. Qui si parla talvolta di qualche migliaio di pagine, non di una decina. Si è dovuto leggere tutti gli atti medici, le cartelle cliniche varie, il decorso nel tempo. Fatto questo "l'avvocato del diavolo" dice la sua.

L'avvocato del diavolo? Perché questo nome?
Perché è quello che deve dire "Ma allora alla fin fine questo caso è scientificamente inspiegabile, lascia parzialmente dei dubbi o non c'è possibilità di capire come mai accada?"

Prima mi accennava allo scarso numero di miracoli accettati. Nel suo caso personale quanti ne ha potuti confermare?
Io personalmente ho concluso la perizia sostenendo che un caso dal punto di vista scientifico non era spiegabile soltanto una volta su dieci, e gli altri nove sono stati ricusati. Ma non c'è stata nessuna protesta della ricusazione da parte del cardinale o dell'arcivescovo, l'hanno semplicemente accettato. È chiaro che tutti gli altri specialisti, poi, presentano le loro conclusioni, e più di una volta ci sono state delle discussioni accese fra di noi, perché magari qualcuno a nostro avviso peccava di eccessiva disponibilità.

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E l'iter successivo?
Ah, quello non ci riguarda per niente. Noi non sappiamo assolutamente se poi è andato a buon fine, se la curia vaticana ha accettato… Ripeto: il concetto non è soltanto quello medico, ma anche quello fideistico. Per cui bisogna vedere se poi c'è stato quell'apporto della preghiera, ad esempio. Perché se non c'è stato, loro non sono portati ad accettarlo. Meno miracoli accettano e meglio è per la curia, perché si può mettere in discussione la tendenza ad arricchirsi di particolari per sostenere che so… un atteggiamento solo fideistico. Invece no.

Quali sono le malattie più comuni?
Be' ci sono innanzitutto situazioni che succedono. Ad esempio affogamenti, colpi di pistola, scariche elettriche, fulmini che ti fanno quasi arrosto…e poi ci sono le malattie che uno prende, e sebbene curate bene hanno tutte delle evoluzioni negative; improvvisamente la cosa si sblocca e va tutto indietro, il soggetto recupera completamente. Attenzione però: il concetto non è tanto salvare la pelle, perché se ti salvi e finisci in carrozzella paralizzato per metà corpo non è affatto un miracolo. Per i medici non è inspiegabile.

Mi fa un esempio?
Una emorragia al cervello per un aunerisma: mettiamo che un soggetto stava per morire perché il cervello era sul punto di scoppiare ingrandendosi per l'edema cerebrale. Si fa di tutto, non si riesce. Vanno a dire, "guardate non c'è niente da fare purtroppo abbiamo tentato, questa è la risonanza che abbiamo appena fatto: vedete, il cervello sta spingendo contro l'osso." Quindi i fedeli iniziano a pregare, per fare un esempio, che il reverendo Luigi interceda… perché poi i miracoli non sono dell'invocato, attenzione. Si chiede all'invocato di intercedere con il padre eterno affinché sia magnanimo.

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Ah è il padre eterno che agisce.
Sì, alla fin fine non è un'opera propria del probando, perché nessun uomo teoricamente, secondo la chiesa, può fare i miracoli. Se uno li fa è perché è il padre eterno ad avvolgerlo nella sua gloria e gli concede la facoltà di dire a te sì e a te no.

Lei come opera nello specifico? Qual è il suo criterio per capire?
Be' ovviamente un criterio scientifico. Di valutazione oggettiva dei fatti. Comporta tutto, dall'inizio della malattia alla sintomatologia, i quadri radiologici, gli esami fatti, la terapia applicata, e le conseguenze dopo il fatto per così dire miracoloso. Perché poi c'è tutto il discorso delle conseguenze nel tempo: infatti questi casi non vengono presentati un mese dopo che sono successi, vengono presentati dopo cinque, sei, dieci anni dall'inizio della segnalazione. Perché si deve verificare nel tempo come è andata avanti.

Ecco ma c'è un aggiornamento anche sui miracoli? È ovvio che oggi un miracolo del 1400—quando la scienza ancora ignorava molte cose—potrebbe essere da annullare…
Noi parliamo di situazioni del novecento, del ventesimo secolo: il resto è tradizione orale, che dice "San Francesco ha messo una mano in fronte a quello che era morto, quello si è svegliato dicendo grazie Francesco." Ma vale anche per il resto, per i miracoli di Gesù Cristo per i quali non c'è stato nessun tribunale medico. Era la gente che guardava e riferiva di aver visto coi suoi occhi determinati avvenimenti… della serie "non l'ho visto solo io ma anche diecimila persone con me."

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Immagino pagheranno bene per fare tutti questi studi sui miracoli.
No, non pagano bene. C'è sempre quel criterio scontato che essendo un tribunale della chiesa e tu un cattolico (almeno a livello di sacramenti) stai facendo un favore alla chiesa.

Che peccato. L'ultima domanda è fondamentale. Lei crede ai miracoli?
Be' ho dovuto prendere atto che esistono. Perché sono pochi, ma alcuni proprio fuori della portata di qualunque scetticismo, critica, acredine o altro. Ci sono alcuni casi che (da parte medica perché ovviamente non parlo del discorso fideistico) oggi nel 2016, sono inspiegabili al 100 percento. A quel punto uno sbatte la testa contro il muro perché non ha possibilità di scampo, cercando di tutto senza trovare spiegazione. Soprattutto per situazioni anatomiche, ad esempio, degli organi interni del corpo umano: succede un fatto del genere e il giorno dopo è tutto a posto, non ci sono neanche i segni del bisturi o dei punti, niente. Come è stato possibile, si autoripara? Non è possibile perché se ci fosse questa possibilità in migliaia di anni avremmo avuto migliaia di casi.

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Bene: alla fine di questa chiacchierata, come dicono i Ramones, I Believe in Miracles. La chiesa sinceramente non lo so.

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