Io e i circoli abbiamo una lunga storia d'amore: la mia festa di laurea, anni orsono, si tenne al circolo b.u.c.o sotto il ponte di Stalingrado a Bologna. Crescendo mi sono imborghesita (e trasferita a Milano), ma non ho mai smesso di farmi affascinare dalle realtà dei circoli in città: non faccio differenza tra Acli, di stampo cattolico, Arci, antifascisti e popolari, o cooperative/ONG. Sono mossi tutti da uno spirito fantastico, una vita di comunità che non esiste praticamente più.In questo momento di disorientamento generale fatto di coprifuochi, gomitate al posto delle strette di mano, i circoli sono ancora più preziosi perché diventano dei veri e propri punti di riferimento nei quartieri.
Il Circolo Terre e Libertà. Foto dell'autrice
L'aperitivo (foto scattata dall'autrice a gennaio 2021)
La sala per i live del Circolo Arci Bellezza. Foto per gentile concessione del circolo
Alberto Molteni, direttore artistico del circolo, mi racconta che “l'anima culturale, sociale e solidale dell'Arci Bellezza è quello che ci ha permesso di andare avanti anche nel lockdown in Primavera, senza fermarci un minuto, bensì avviando attività come la raccolta fondi per l’Ospedale Sacco, la campagna La Bellezza di Resistere (tutti i giorni sui nostri canali social-web veniva rilasciato un contenuto speciale - video, lezione, lettura consigliata, canzone live, ricette per tenere compagnia) e AiutArci a Milano (un gruppo di volontari, in collaborazione con Comune di Milano, hanno consegnato centinaia di pacchi alle famiglie in difficoltà del nostro quartiere)”.Con il passare degli anni le gestioni dei bar e l'amministrazione dei circoli cominciano a pesare sui soci sempre più anziani e meno numerosi, Così le ONG e le cooperative si inseriscono, arrivano dei volontari più giovani e comincia la convivenza.
Cotoletta dell'Arci Bellezza. Foto per gentile concessione del circolo
Però non è tutto così naïf,: con il passare degli anni le gestioni dei bar e l'amministrazione dei circoli cominciano a pesare sui soci sempre più anziani e sempre meno numerosi, dando luogo anche a problemi di sostenibilità economica. Così le ONG e le cooperative si inseriscono, arrivano dei volontari più giovani e comincia la convivenza. Una esilarante e straniante coesistenza tra gli 'storici' e i nuovi arrivati, quasi tutti tra i venti e i quarant'anni. “Un percorso inizialmente non privo di difficoltà e attriti (mai provare ad aggiornare un listino prezzi bloccato dai tempi delle lire!) ma anche un processo generoso e proficuo per tutti” mi confessa sempre Juva.
Circolo bocciofilo Piero Caccialanza. Foto per gentile concessione del circolo