Salute

Il coronavirus colpisce i polmoni. Cosa significa per chi fuma o svapa?

Se sei un fumatore o uno svapatore, probabilmente ti starai chiedendo che peso avrà la cosa nel contesto di una pandemia globale che attacca proprio i polmoni.
uomo svapa
Christian Horz/EyeEm/Getty Images

Mentre i numeri del nuovo coronavirus, o COVID-19, continuano ad aumentare, sia in Italia che nel resto del mondo, è facile sentirsi sopraffatti dalla situazione, ma mantenere la calma ed evitare il panico è importante.

Se siete fumatori o svapatori (e quindi avete polmoni di base probabilmente compromessi), vi starete probabilmente chiedendo che peso avrà la cosa nel contesto di una pandemia globale che attacca proprio i polmoni e può risultare in un'infezione grave. I dati suggeriscono che gli uomini in Cina rappresenterebbero un po' più di metà dei casi diagnosticati, il che ha spinto alcuni a ipotizzare che nel paese—dove oltre metà degli uomini fuma, contro una percentuale solo del 2 percento di donne—il fumo possa essere un fattore nel tasso di infezioni e decessi.

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Come ha sottolineato Russell Buhr, pneumologo dell'UCLA Health, lo studio più consistente prodotto finora in Cina, che ha raccolto i dati di 72.314 pazienti, mostrava che c'erano più uomini che donne tra gli infetti, ma non prendeva in considerazione chi fumasse e chi no. È possibile che gli uomini siano più suscettibili al virus per ragioni del tutto diverse da questa—ma non possiamo dirlo ancora con certezza.

Un articolo pubblicato su Lancet l'11 marzo suggerisce che "gli studi condotti finora non indicano che il fumo sia sicuramente un fattore di predisposizione tra gli uomini o in ogni sottogruppo. […] Senza prove solide di un'associazione tra il fumo e la prevalenza o gravità di infezione da coronavirus in uomini asiatici confrontata con altri sottogruppi, non si possono trarre conclusioni definitive."

Un documento dell'Istituto Superiore di Sanità Italiano diffuso lo stesso giorno invece sostiene: "Studi recenti condotti in Cina [che né nel poster né nel comunicato stampa sul sito vengono linkati o citati] indicano un aumento significativo del rischio (di almeno 3 volte) di sviluppare polmonite severa da COVID-19 in pazienti con storia di uso di tabacco rispetto a non fumatori."

Qui, intanto, c'è quello che fumatori e svapatori devono sapere.

È più facile che un fumatore si ammali per il coronavirus?

Forse—ma non lo sappiamo con certezza. "Sappiamo che l'esposizione al tabacco e ai prodotti derivati dal tabacco influisce sulla capacità dell'organismo di difendersi dalle infezioni," ha detto Buhr. Questa è scienza (e, se servisse, una ragione per smettere di fumare). In generale, i polmoni dei fumatori in particolare fanno più fatica a rispondere in modo efficace a un'infezione. Fumare da tanto può portare a sviluppare una broncopneumopatia cronica ostruttiva, una condizione che rende anche più sensibili ad altre infezioni.

Detto questo, al momento non sappiamo se i fumatori siano in assoluto più sensibili proprio al COVID-19, al netto di ciò che già sappiamo su come il fumo comprometta la capacità di evitare un'infezione in generale. "Se i polmoni sono compromessi, è più facile prendersi un'infezione e la persona ci mette di più a guarire," ha detto Yasmin Thanavala, professoressa al Dipartimento di Immunologia del Roswell Park Comprehensive Cancer Center a Buffalo, New York.

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Una condizione come la broncopneumopatia cronica ostruttiva, per esempio, aumenta la probabilità di un'infezione—ma Thanavala sottolinea che stiamo ancora cercando di capire esattamente cosa succeda nei polmoni dei pazienti affetti dal nuovo coronavirus. "Non sappiamo chi di loro abbia una broncopneumopatia cronica ostruttiva e il coronavirus contemporaneamente," ha detto. Al momento, i cosiddetti fattori o condizioni di comorbidità che i pazienti presentano insieme al COVID-19—comprese malattie cardiovascolari, diabete, problemi respiratori cronici, ipertensione e cancro—si collegano a tassi più alti di mortalità. Ma non sappiamo in modo specifico se i fumatori siano colpiti più duramente.

Chi svapa è più a rischio per il coronavirus?

Buona parte del lavoro di Thanavala è studiare in generale gli effetti del vaping; insieme ai suoi colleghi ha di recente compiuto alcune ricerche secondo cui l'acetato di vitamina E provoca un danno ai polmoni degli svapatori. Ha sottolineato che nei topi il fumo e il fumo passivo causano infiammazioni e sopprimono le risposte immunitarie. E mentre i dati sono ancora sperimentali, ha detto che negli studi pre-clinici sui topi "il normale svapare altera la capacità dell'animale di rispondere alle infezioni."

Di nuovo, stiamo parlando di polmoni compromessi in senso generale, non di specifica vulnerabilità al COVID-19. Ma Thanavala ha specificato: "Non sarebbe un'esagerazione dire che svapare in generale e svapare con il THC possa compromettere la capacità dei polmoni di superare un'infezione."

Da fumatore o svapatore c'è qualcosa che posso fare per essere sicuro di evitare un'infezione?

Risposta breve: niente di diverso da tutte le altre persone—a meno di non smettere anche di fumare. In assenza di un vaccino o di un trattamento specifico, la prevenzione è la miglior cura. Questo significa lavarsi le mani e non toccarsi la faccia, tossire nel gomito e tutte le altre pratiche base. E fidarsi degli esperti. "Vogliamo che la gente prenda questa cosa sul serio," ha detto Buhr. "Quindi dovete tutti ascoltare bene i vostri medici."