Dialogatore raccolta fondi face to face
Tutte le foto di Bernardo Martin.
Attualità

10 domande a una persona che raccoglie fondi per strada

Chi fa il dialogatore (o fundraising da strada) lo sa: fermare passanti perché facciano una donazione non è un lavoro facile.
Giacomo Stefanini
traduzione di Giacomo Stefanini
Milan, IT

La gente si arrabbia spesso con Gideon* a causa del suo lavoro, ma non perché lo fa male. Gideon ha vent’anni ed è animato dalle migliori intenzioni: raccoglie fondi in strada per conto di World Vision, un’agenzia che aiuta varie ONG a trovare nuovi donatori.

Dopo aver mancato la selezione per un corso di studi sociali all’università, Gideon ha trasformato il suo lavoro da dialogatore (questo il nome tecnico) part-time in una carriera a tempo pieno, e da allora passa dai quattro ai sei giorni alla settimana a chiedere soldi alla gente per strada.

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Cercare ogni giorno di convincere centinaia di sconosciuti che stanno passeggiando a starti a sentire e darti dei soldi sembra una vera tortura, quindi ho chiesto a Gideon che cosa lo spinge a farlo.

VICE: Ciao Gideon. Capita spesso che ti chiedano di raccogliere fondi per cause in cui non credi?
Gideon: Non è mai successo. L’organizzazione che stiamo promuovendo al momento per me è molto valida—non spendono molto in costi aggiuntivi, quindi gran parte delle donazioni va direttamente ai progetti che finanziano. Ci è anche permesso di scegliere i progetti che preferiamo. Finora mi sono sempre trovato bene.

Ti trovi fastidioso, a volte?
Be’, dopo sei o sette ore al giorno in cui ti senti parlare tutto il tempo sì, non c’è scampo. Cerco di restare creativo e trovare un approccio personale per ognuno, ma uso molte frasi standard. Devi presentarti e ripetere le stesse informazioni ogni volta. È dura.

Se ti dicono che sei troppo insistente, cosa rispondi?
Non direi che insisto perché il mio interlocutore faccia qualcosa, penso che il mio lavoro sia più informare e sensibilizzare. Racconto alle persone come funziona l’organizzazione, presento due dei miei progetti preferiti e, se vedo entusiasmo, li faccio firmare come donatori. Se una persona non vuole farlo, ripeto perché secondo me il progetto è necessario e consiglio un contributo inferiore. Ma se si rifiutano li lascio andare. Il mio lavoro non è farti sentire in colpa.

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Dialogatore raccolta fondi face to face

Gideon.

Quanto doni tu al mese?
Circa 50 euro. Quando ho iniziato questo lavoro, ho deciso che non era giusto chiedere sostegno alle persone in strada senza darlo io stesso.

Se è così importante per te, perché non lo fai da volontario?
Lo faccio dai quattro ai sei giorni alla settimana. Ogni giorno passo circa sette ore in strada, guidando un’ora all’andata e una al ritorno, poi due ore di preparazione e un’ora di follow-up. A volte resto fuori anche 12 ore. Diciamo che sarebbe difficile arrivare alla fine del mese.

Come convinci le persone a donare?
C’è un certo ritmo da tenere durante la conversazione, come in ogni altro lavoro da venditore. Cerco di dimostrare interesse e scoprire con chi ho a che fare. Cerco di mettere le persone a proprio agio e di farle sentire ascoltate.

Ricevo obiezioni in continuazione, tipo chi dice che vuole consultare il partner o che non vuole dare i propri dati a una persona per strada. Di solito spiego che ci vorrà un po’ di tempo prima della prima donazione, quindi c’è tutto l’agio che serve per parlare con i partner. Poi aggiungo che la reputazione è tutto per una ONG, quindi non le converrebbe usare i dati delle persone in modo poco chiaro o fraudolento. Impari a capire subito se hai davanti una persona emotiva o razionale, per esempio, e come superare le sue barriere.

Alcune formule sono più piacevoli—per esempio, si può sempre dire “fermare” invece di “revocare”, oppure chiamare l’IBAN “i numeri magici”. Suona meno burocratico. Non si tratta di chissà che trucchi psicologici, basta essere sicuri di sé.

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Menti mai?
No. Riferisco statistiche a memoria, tipo quanti bambini sono costretti a lavorare al mondo, roba che si può verificare online. Se qualcuno nota che dici qualcosa di sbagliato, ci mette poco a decidere di non donare. E non va bene.

Sei pagato all’ora o prendi la commissione?
Entrambe. C’è un salario base fisso, ma è basso [il minimo sindacale, che in Germania è di 9,35 euro all’ora]. Penso che il sistema sia giusto. Se sei bravo, puoi viverci tranquillamente.

Dialogatore raccolta fondi face to face

Gideon nel suo ambiente di lavoro.

Quanto vieni spinto a raggiungere gli obiettivi dai tuoi capi?
Non molto. Penso che tutti vogliamo fare nuovi donatori ogni giorno perché non vuoi pesare sul bilancio della ONG. Se non fai un soldo per un po’ di giorni, qualcuno vorrà parlarti. Cerchiamo di capire come mai, che cosa si può migliorare. Se non hai raccolto una sola firma per un’intera settimana, forse non è il lavoro che fa per te. Ma ci teniamo alla tua motivazione e al tuo impegno. Se hai entusiasmo, a volte si tratta solo di fermarsi un po’ di più oltre il tuo orario, per raccogliere almeno una firma quel giorno.

Ti senti in colpa quando fai firmare qualcuno che non può permetterselo?
Non cerco neanche di convincere quelle persone. Anche se, devo ammettere, dire che non hai soldi è relativo. Sono sicuro che tantissime persone in questo paese hanno almeno 10 euro che avanzano per una buona causa, se vogliono. Mi è capitato di parlare con persone che si trovavano in situazioni economiche difficili, a loro dico che possono provare e fermare l’iscrizione quando vogliono.

*Cognome omesso per tutelare la privacy.