Cultura

Cosa fai quando la persona con cui stai guadagna molto più (o meno) di te

Un terapeuta di coppia e una consulente finanziaria spiegano come "farcela" quando i partner guadagnano diversamente e la cosa diventa un problema.
Vincenzo Ligresti
Milan, IT
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Foto via The Gender Spectrum Collection.

Le relazioni sono sorrette da equilibri che si definiscono in due e questo significa che, volenti o nolenti, i soldi sono un tassello imprescindibile nel puzzle di coppia.

È per questo che alcuni, quando tra i componenti c’è un’evidente disparità di entrate, vivono la cosa come un problema—e il fatto che la nostra generazione non sia così a suo agio a parlare di soldi può complicare ulteriormente la situazione, causando incomprensioni o stress.

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Ho contattato, un terapeuta e una consulente finanziaria, che mi hanno spiegato come parlare di soldi nella coppia senza considerarli “lo sterco del demonio.”

QUANDO L’ALTRA PERSONA GUADAGNA MENO DI TE

Quando la coppia è agli inizi, per molti può risultare difficile parlare apertamente delle proprie finanze. Ogni partner cercherà di mettere il vestito buono, smussare le proprie debolezze, esaltare i propri punti forti. “In generale, le persone sono più disposte a parlare della propria intimità fisica che della propria intimità economica,” mi dice Matteo Radavelli, psicologo e psicoterapeuta specializzato in terapia di coppia.

Di conseguenza, la persona con minore disponibilità economica potrebbe optare spesso per scuse come “vediamoci dopo cena, prima non riesco,” piuttosto di ammettere che andare insieme al ristorante potrebbe metterla in difficoltà.

Stando a Radavelli, sta anche all’intelligenza della controparte intuire i sottintesi: se noti che la persona che stai frequentando evita situazioni che potrebbero essere costose, e tu non hai problemi a sostenere la spesa per entrambi, “puoi esordire dicendo ‘ti invito a cena,’ per esempio, alludendo al fatto che pagherai tu. Se invece si ci si ritrova in una situazione in cui l’altro insiste e vuole genuinamente fare a metà, è meglio accettare.”

Arriverà però il momento in cui la confidenza sarà tale che il partner dirà “Questo non posso permettermelo, mi dispiace.” Per Radavelli, il naturale passaggio è proprio questo: “non solo chi ha meno risorse non deve giustificarsi, ma anche chi ne ha di più deve riuscire a non farlo pesare, dire ‘va bene, cerchiamo un’altra soluzione’.”

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Queste risposte diventeranno indicative della relazione: “Il partner che guadagna di più non dovrebbe utilizzare le proprie risorse per mettere in difficoltà l’altro. Nel momento in cui sa già che quello che propone potrebbe essere una spesa eccessiva, o non lo propone, o già dà per scontato che dovrà agire di conseguenza.”

L’importante è avere un quadro della situazione: stabilire poco a poco delle regole, se lo si ritiene necessario, implicite o esplicite—cena solo nel weekend, viaggi programmati, etc.—e mettere in conto che “avere dei soldi in più dovrebbe essere un vantaggio, non un problema, e quindi come tale dovrebbe essere vissuto.”

QUANDO L’ALTRA PERSONA GUADAGNA PIÙ DI TE

Nonostante “lo stile di vita sia costruito dalla coppia, e non è determinato solo dal denaro,” spiega Radavelli, chi guadagna meno potrebbe sentirsi comunque in difetto, trasformando questo pensiero in un’ossessione.

Nelle coppie eterosessuali, per esempio, non è così inusuale che quando la donna guadagna di più “provi implicitamente dei ‘sensi di colpa’” e “cerchi di evitare di parlare dei suoi successi” perché “l’uomo vive la situazione come una debolezza.” Non è ovviamente sempre così, ma succede perché “è dovuto a retaggi secondo cui il potere (inteso come denaro) è virile, e il guadagnare meno della partner determina un attacco alla propria virilità. Nella società l’emancipazione femminile è un processo in corso, il gender pay gap è ancora ampio, ma per scardinare certi preconcetti ci vorrà ancora del tempo,” chiarisce Radavelli.

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A confermarmelo è Manuela Romeo, consulente finanziaria, secondo cui non è raro che le persone la contattino individualmente per capire come gestire le proprie risorse di fronte a una disparità di coppia vissuta come una sconfitta.

Se guadagni meno e vuoi cercare di colmare il più possibile il divario, Romeo consiglia di “pianificare tutto e non lasciare nulla al caso.” L’educazione finanziaria, aggiunge, permette di passare da un approccio passivo a uno attivo al risparmio: se nel primo caso spendi senza pensarci, e risparmi quello che eventualmente ti rimane a fine mese, il secondo approccio “ti permette di raggiungere con consapevolezza gli obiettivi che ti sei preposto, e reagire anche con meno tensione a un imprevisto,” ricordando “che appena ti arriverà lo stipendio metterai da parte i soldi che hai deciso di risparmiare su una prepagata o un altro conto.”

Ovviamente questo non vale solo per le persone con una relazione. Ma mettere da parte un tot al mese ti permette, in caso di spese ingenti sostenute per la coppia, di non considerarle come un “sacrificio” ma “un valore aggiunto”, perché “l’avrai fatto con consapevolezza” e “senza innescare conversazioni successive in cui sottolinei o sottintendi il grande sforzo del tuo gesto al partner.”

COME GESTIRE SOLDI IN COPPIA, SENZA STRESS

Quando la coppia è convivente ed è proiettata verso un futuro insieme, secondo Radavelli potrebbe avere senso avere tre linee diverse di gestione del denaro: “due individuali e uno insieme per le spese mensili, che faccia comprendere che la coppia è un'identità a sé e le viene dedicato un suo ulteriore spazio, in questo caso economico.”

Per le coppie agli inizi invece, suggerisce Romeo, “è meglio avere conti individuali e utilizzare delle app di budgeting, che permettono di inserire le spese comuni—spesa, eventuale affitto, abbonamenti—e suddividerle in parti uguali [o commisurate agli introiti di ognuno] a fine mese.”

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Ovviamente, “questi tipi di app sono solo di supporto, un rendiconto, ma non sostituiscono la pianificazione, lo stabilire lo stile di vita che si vuole condurre e quali sono le priorità.”

Quando il divario economico è evidente, gli obiettivi andrebbero identificati in una maniera raggiungibile per entrambi, “perché il risparmio attivo può creare possibilità di investimento; ma se le risorse per uno sono limitate, su quelle risorse, quella base è il caso di tarare i progetti di coppia.”

Prendiamo l’esempio di un viaggio dal costo di 5mila euro: “mettiamo il caso che la coppia voglia dividerlo e un partner guadagni 3.500 euro al mese, il secondo 1.400. Il primo, grazie alla capacità di risparmio, potrebbe magari pagare subito; il secondo, no, deve programmare.”

Quindi, come fare? Ci sono più vie: di comune accordo il partner che guadagna di più potrebbe mettere tre quarti del budget, e quello che guadagna meno un quarto; sennò “se si vuole contribuire equamente, bisognerà programmare molto tempo prima, risparmiare un po’ ogni mese, e dare priorità alta all’obiettivo.”

In ogni caso, “ci sarà quasi sempre qualcuno che guadagna più dell’altro, e non è necessariamente funzionale trovare un equilibrio economico misurato fino all’ultimo centesimo,” aggiunge Radavelli. “È un bene giocare anche su piani diversi: il legame si costruisce in funzione di una serie di incastri, valori e criteri di valore che le persone riconoscono importanti per la propria vita.”

I soldi e la loro gestione sono solo una parte—inevitabile, certo—di tutto questo.

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