Final Fantasy 7 Remake cover art
Final Fantasy 7 Remake. Immagine: Square Enix
Tecnologia

Eco-terrorismo e guerra ai colossi industriali: 'Final Fantasy 7' è più attuale che mai

Come il videogioco originale uscito 23 anni fa, anche il nuovo 'Final Fantasy 7 Remake' ci ripete che non c'è giustizia climatica senza giustizia sociale.
Matteo Lupetti
Asciano, IT

Questo aprile è uscito Final Fantasy 7 Remake—la prima parte di una serie che, pezzo per pezzo, intende ricostruire e aggiornare il settimo episodio della serie di videogiochi cult Final Fantasy della giapponese Square Enix, uscito originariamente per PlayStation nel 1997. È una storia d’amore, amicizia e ricerca della propria identità e di una causa per cui combattere. Ma è anche—soprattutto in questo primo episodio di Remake—una storia di lotta per l’ambiente e per l’uguaglianza. Una storia di eco-terrorismo.

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Come l’originale, Final Fantasy 7 Remake è ambientato in un mondo contemporaneamente fantasy e sci-fi, dove convivono magia e luci al neon. Interpreto Cloud, un mercenario che per aiutare la sua amica d'infanzia Tifa (e guadagnare un po’ di denaro) si infiltra con l’organizzazione eco-terrorista Avalanche all’interno di un “reattore Mako”—in pratica una centrale energetica—nella città di Midgar. L’obiettivo di Avalanche è piazzare una bomba e far esplodere il reattore, sabotando la compagnia elettrica Shinra che lo gestisce e fermando il suo devastante impatto sugli ecosistemi del pianeta.

Final Fantasy 7 fa eco all’ipotesi di Gaia proposta negli anni Settanta da James Lovelock, secondo cui la Terra andrebbe vista come un unico sistema, un unico essere vivente (un “olobionte”). Nel mondo del videogioco, il pianeta (chiamato proprio “Gaia”) è realmente un essere vivente, e Shinra ne sta consumando l’energia vitale assorbendo il “flusso” da cui tutta la vita proviene e a cui tutta la vita ritorna, per trasformarlo in elettricità all’interno dei suoi reattori.

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Il reattore Mako in 'Final Fantasy 7 Remake'. Screenshot dell'autore

L’idea che esista un “eco-terrorismo” è iniziata a circolare dalla fine degli anni Ottanta—soprattutto negli Stati Uniti—ma questo “terrorismo” non ha mai provocato vittime o feriti: il rispetto di ogni vita è fondamentale per molti movimenti ambientalisti, e le azioni si sono sempre limitate alla distruzione di edifici (vuoti) e di strumenti. Le pressioni delle lobby delle pellicce e della farmaceutica hanno però spinto il governo statunitense a equiparare ad Al Qaida movimenti ambientalisti come l’Earth Liberation Front e l’Animal Liberation Front, soprattutto dopo la parziale distruzione dell’impianto sciistico di Vail (Colorado) nel 1998 e dopo l’11 settembre, quando il Patriot Act del 2001 ha allargato la definizione di “terrorismo domestico.”

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Così—mentre l’FBI continua a sottovalutare gli attentati terroristici organizzati dall’estrema destra—sono state promulgate leggi apposite per colpire il cosiddetto “eco-terrorismo” (come l’Animal Enterprise Protection Act del 1992 e l’Animal Enterprise Terrorism Act del 2006), FBI e politici hanno definito movimenti di attivismo ambientalista radicale “la priorità nel programma contro il terrorismo domestico” e “la minaccia domestica e terrorista numero uno”, e sono state organizzate operazioni su larga scala per smantellare le organizzazioni ambientaliste.

Nel Regno Unito e negli USA che tanto hanno ispirato l’ambientazione di Final Fantasy 7 è considerato eco-terrorismo liberare animali dai laboratori, distruggere macchinari e pubblicare informazioni (magari raccolte clandestinamente). In Giappone, sono eco-terrorismo le azioni della Sea Shepherd Conservation Society, che abbordava navi per sabotare la caccia sregolata alle balene condannata in passato anche dal Tribunale Internazionale dell'Aia. In Italia, lo Stato ha provato ad accusare di terrorismo gli attivisti No TAV che hanno incendiato un compressore in un cantiere.

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Confronto tra la scena dell'esplosione del reattore Mako. A sinistra: 'Final Fantasy 7 Remake', a destra 'Final Fantasy 7', uscito nel 1997. Screenshot dell'autore

Final Fantasy 7 cede all’idea che l’eco-terrorismo esista in una forma effettivamente violenta e che le sue azioni (l’esplosione dei reattori Mako) provochino vittime. Dopo l’attacco al reattore Mako mi aggiro in una Midgar caotica e devastata, e, soprattutto in Remake, le tragiche conseguenze dell’attentato sulla popolazione sono decisamente evidenti. Ma Final Fantasy 7 dipinge poi in modo positivo i suoi ecoterroristi e la loro causa; una scelta che lo differenzia dal grosso della narrativa mainstream e ad alto budget, e che potremmo persino definire “coraggiosa” nel suo contesto storico.

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Per l’Occidente, il terrorismo sembra iniziato con l’11 settembre, ma all’uscita di Final Fantasy 7 il tema era già in primo piano in Giappone, dopo gli attentati del 1995, quando la setta Aum Shinrikyo ha diffuso il gas nervino sarin all’interno della metropolitana di Tokyo, colpendo migliaia di lavoratori nell’ora di punta e uccidendo in tutto 14 persone. Quando è iniziato lo sviluppo di Final Fantasy 7 nel 1995, lo scrittore del gioco Kazushige Nojima aveva probabilmente in mente questi eventi tanto vicini sia nel tempo sia nello spazio, e per questo è ancora più sorprendente che Square Enix abbia deciso di rendere dei terroristi i protagonisti del suo videogioco. Nessuno ha osato altrettanto in Occidente subito dopo l’11 settembre, e la prima grande produzione videoludica ad accettare la sfida— Assassin’s Creed di Ubisoft—sarebbe uscita solo nel 2007.

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Confronto tra le due versioni del gioco delle conseguenze sulla città di Midgar dell'esplosione del reattore. A sinistra: 'Final Fantasy 7 Remake', a destra Final Fantasy 7, uscito nel 1997. Screenshot dell'autore

Final Fantasy 7 Remake spinge ulteriormente su una rappresentazione positiva di Avalanche; nel nuovo videogioco, le bombe piazzate dai protagonisti sono infatti a basso potenziale e pensate per danneggiare solo la parte centrale delle centrali energetiche di Midgar. Anche se il gruppo resta un’organizzazione paramilitare pesantemente armata ( Final Fantasy 7 Remake è in fondo un gioco d’azione), qui è Shinra stessa a sfruttare gli attentati di Avalanche per far esplodere i reattori Mako, provocando devastazione e vittime civili di cui poi incolpare gli attivisti, accusati tra l’altro di essere in combutta con un governo straniero. Stavolta Square Enix mostra i protagonisti come persone preoccupate delle conseguenze delle loro azioni e attente a non ferire o uccidere innocenti, e in Final Fantasy 7 Remake l’eco-terrorismo è soprattutto un’invenzione dell’industria.

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Inoltre, anche se è certo riduttivo il modo in cui Final Fantasy 7 si concentra su un’unica azienda assurdamente malvagia, il videogioco—come i movimenti ambientalisti e radicali reali—collega chiaramente la lotta per l’ambiente alla lotta contro l’industria e l’idea di progresso che propone: queste organizzazioni attaccano non solo laboratori e fabbriche ma anche il modello neoliberista di sviluppo e le sue disuguaglianze.

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Confronto tra le due versioni del gioco dei sobborghi del settore 7. A sinistra: 'Final Fantasy 7 Remake', a destra Final Fantasy 7, uscito nel 1997. Screenshot dell'autore

Shinra è causa sia della catastrofe ambientale sia delle differenze di classe all’interno di Midgar e dell’organizzazione urbanistica che le esprime e le estremizza. Già nel videogioco originale, il sindaco di Midgar—che lavora nel quartier generale della Shinra stessa—dice: “in realtà, sono sindaco solo di nome. La città e tutto ciò che avviene al suo interno sono gestiti da Shinra.”

Midgar è una città sopraelevata, costruita su una serie di piloni disposti in cerchio intorno a un pilone centrale. In alto—sulla piattaforma—vive la classe media e banchetta la dirigenza dell’azienda. In basso—sotto la piattaforma, nella polvere e nell’inquinamento, all’ombra della città e senza mai neanche poter vedere il cielo—vivono i poveri, che possono solo sognare di lavorare un giorno per Shinra e di poter così salire sulla piattaforma.

Bisogna dire che in Giappone tale visione apparentemente progressista è anche ricollegabile a tendenze tradizionaliste e reazionarie: al capitalismo—visto come elemento invasivo e americano—si oppongono le tradizioni locali. In Final Fantasy 7, a Shinra e alla “Occidentale” Midgar si oppone lo Stato di Wutai, chiaramente ispirato proprio al Giappone.

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La città di Midgar in 'Final Fantasy 7 Remake'. Screenshot dell'autore

Ma il punto è che nel mondo di Final Fantasy 7 Remake—come nel nostro mondo—non è possibile dividere la lotta per l’ambiente dalla lotta contro le disuguaglianze, e la lotta per l’ambiente è anche lotta contro un sistema politico ed economico.

Final Fantasy 7 è uscito nell’anno in cui, proprio in Giappone, sarebbe stato definito il Protocollo di Kyoto contro il riscaldamento globale, un’emergenza a lungo sottovalutata su cui quell’intesa non è riuscita a ottenere risultati significativi. Oggi—mentre le previsioni sulla crisi climatica si fanno sempre più allarmantiFinal Fantasy 7 Remake ci parla di nuovo di questa urgenza e ne indica nuovamente i responsabili. Chissà se, dopo 23 anni, siamo pronti a cogliere il messaggio.

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