genesis breyer p-orridge
Foto di Drew Weidemann, per concessione di Dais Records.

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Musica

La guida di Noisey alle opere di Genesis Breyer P-Orridge

Abbiamo ripercorso la carriera della geniale artista che ha inventato, tra le altre cose, la musica industrial, l'acid house e la pandroginia.

Genesis Breyer P-Orridge ci ha lasciati stanotte, per una leucemia mielomonocitica cronica. La diagnosi era arrivata lo scorso autunno e immediatamente il mondo sotterraneo della musica e dell'arte si era fermato per rendere omaggio al suo genio e, soprattutto, per raccogliere fondi da donare alle sue cure. Erano partiti un GoFundMe, eventi benefit e compilation tributo. Ecco, il seguente articolo era stato scritto come una scusa per spingervi ad aiutare la guarigione di una artista (al femminile, in alternativa 'loro'; Genesis si identificava infatti col pronome s/he) di importanza capitale. Adesso ne è un ricordo.

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Chi è Genesis Breyer P-Orridge? O meglio, chi era Genesis P-Orridge?

Non è possibile rispondere in maniera sintetica a questa domanda per diverse ragioni. Tanto per cominciare bisognerebbe ripercorrere una carriera artistica che supera i quarant’anni di storia e dialoga (meglio ancora, litiga) con molteplici ambiti culturali. Ma soprattutto, risulta davvero difficile, quasi impossibile, comprimere il prisma delle sue personalità e condensarle in una sola identità rappresentativa.

Contrariamente a quanto sto dicendo, Genesis P-Orridge è da tutti banalmente considerata come la persona che con il suo gruppo (i Throbbing Gristle ovviamente) ha inventato il genere musicale industrial; mentre il suo attuale nome Genesis Breyer P-Orridge è immediatamente associata al progetto Pandroginia. Tutto questo è senz’altro vero, ma approfondendone la figura si capisce che è oltremodo limitante posizionarla in una sola delle scene musicali, teatrali, artistiche, di genere, underground, off, out, weirdo, no-sense, ecc, che ha attraversato e influenzato, se non addirittura fondato.

Nelle sue molteplici incarnazioni assorbe tutto il marcio di quest’ultimo mezzo secolo, ed è questo a renderla nella sua totalità così peculiarmente nomade: il pensiero di John Cage e gli esponenti di Fluxus nelle sue primissime sperimentazioni musicali e teatrali; tutto ciò che oltrepassa i limiti della decenza di quello che è stato prodotto in musica, performer art, comunicazione nei primi anni Settanta lo si ritrova nei COUM Transmissions e nei Throbbing Gristle; l’amore per i Sixties più creativi e gioiosi convertiti nella psichedelia velvettiana degli Psychic TV; in Aleister Crowley e Madame Blavatsky troviamo le guide esoteriche che fanno giungere alla fondazione del Temple ov Psychick Youth; la teorie del cut-up di William Burroughs e Brion Gysin mediata dalle sue riflessioni sul corpo e l’identità per quanto riguarda la pandroginia. Ed è proprio in questa forma di assemblaggio continuo, nascosta nel più nero e osceno umorismo, sempre rivolta allo scardinamento di tutto ciò che è semplicemente didascalico che si intravede la vera essenza di Genesis P-Orridge.

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Ripercorrere la sua lunga carriera, così fitta di ramificazioni che vanno ad intersecarsi nei più disparati anfratti della sottocultura, senza proporsi di sconfinare in un discorso di ampio respiro è pressoché inevitabile; ed è infatti proprio quello che vorrei evitare di fare. Mi limiterei, più che altro, a ricordare dei momenti più o meno celebri che l’hanno caratterizzata, così da introdurre al suo pensiero chi ancora non la conoscesse, e invogliare a esplorare la sua opera.

Iniziamo subito con questo coraggioso quanto inavvicinabile esordio musicale di colui che fino a pochi anni prima dell’incisione di questo disco si chiamava Neil Andrew Megson. Il nome che tutti conosciamo è stato legalmente cambiato nel 1971, e a quanto pare è scaturito dall’unione del soprannome che si portava dietro dall’adolescenza, Genesis, con il porridge, l’alimento.

In quel periodo si dava da fare con i suoi compagni di scuola ad organizzare occupazioni e proteste, a fondare la rivista indipendente Conscience e a mettere su i Knights of the Pentecostal Flame e i Worm, con i quali appunto registrò il qui presente Early worm e un altro disco che non venne mai ristampato chiamato Catching the bird.

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La locandina di “Prostitution”.

Le cose iniziano a farsi serie dopo l’incontro con Cosey Fanni Tutti nel 1969. I due si conoscono sotto la romantica cornice di un Acid Test party, quando lei nelle sue performance si faceva chiamare ancora Cosmosis. Erano fatti - giustamente! - e Genesis si fermò a guardarla con attenzione perché era vestita in modo appariscente e ricordava un tenero cartone animato. La leggenda narra che mentre si consumava questo intenso sguardo, l’elastico delle mutandine di Cosey si ruppe, come per incanto, annullando definitivamente quel poco di inibizione che li separava.

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Genesis aveva avuto varie esperienze nelle comuni Exploding Galaxy, successivamente mutata in Transmedia Explorations, e Ho-Ho-Funhouse. Con Cosey fondò i COUM Transmissions, una sorta di gruppo di performer ad ispirazione libera.

Il trailer pubblicitario di una mostra sui COUM Transmissions organizzata lo scorso anno.

Stando alle parole di Genesis, i COUM Transmissions avrebbero dovuto far pensare a una versione teatrale della Third Ear Band, ma era più che altro un tentativo (riuscito) di terrorizzare i convenzionali usi e costumi puritani dell’Inghilterra di quei tempi e facevano pensare più agli Azionisti Viennesi che alla Third Ear Band. Nei loro show erano soliti masturbarsi, fare sesso, sputarsi a vicenda, ingerire sangue e urine, defecare, leccare quanto defecato, suonare in maniera cacofonica, fare cose con teste di pollo e vermi, mostrare immagini di sesso esplicito e altre cose. Nel giro di qualche mese divennero famigerati, fino a che non raggiunsero l'acme nel 1976 all’Institute of Contemporary Arts con la mostra fotografica Prostitution, talmente provocatoria da spingere il Parlamento britannico a mettere in discussione la legittimità di continuare a finanziare pubblicamente l’arte contemporanea; il ministro Nicholas Fairbairn usò le seguenti parole per descriverli: “questa gente è la rovina della civiltà”.

Un estratto dagli archivi BBC su “Prostitution”, poi inserito in “23 Drifts to Guestling” dei Throbbing Gristle.

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Le terminali provocazioni dei COUM Transmissions si erano arricchite nell’ultimo periodo della presenza di Peter “Sleazy” Christopherson, fotografo professionista e futuro fondatore dei Coil insieme a John Balance. Quello dell’immagine e della comunicazione era un aspetto per niente sottovalutato da Genesis, lo si percepisce dal suo coinvolgimento nella già citata rivista Conscience (ma proprio in questi anni ne formerà anche un’altra, Worm) e soprattutto dal fatto che era un assiduo frequentatore del circuito mail art, così come lo erano pure altri esponenti della nascente scena industrial. Proprio questa serie di corrispondenze ricche di immagini, testi e collage contribuì non poco a far interagire tutta una serie di nomi che sarà costantemente presente nelle sottoculture dei successivi anni a venire; chi è interessato all’argomento può approfondire attraverso le testimonianze dirette del nostro Vittore Baroni.

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Il libro che raccoglie le sue opere di arte postale.

Parallelamente alle ultime rappresaglie sceniche dei COUM Transmissions, gli stessi, nel settembre 1975, formarono i Throbbing Gristle con l’aggiunta di Chris Carter alle tastiere e all’elettronica.

Su loro si è detto praticamente tutto. Inutile ribadire quanto siano stati rilevanti per tutta la musica alternativa in generale, quanto siano diventati un gruppo di culto al pari degli altri mostri sacri della scena punk, post-punk o new wave o di quanto ancora oggi destabilizzi confrontarsi con uno qualsiasi dei loro pochi album ufficiali. Se è vero, infatti, che musicalmente è come ritrovarsi davanti un impenetrabile monolite che mastica e vomita le più nere visioni velvettiane condite da astratti rumorismi kraut e da quadrati algoritmi elettronici, è altrettanto vero che in una manciata di brevi ma intensi anni hanno saputo elaborare una costante liturgia capace di abbattere e raggirare qualsiasi sacralità rockettara all’interno di quella macchina da soldi che, specie nei Settanta, rappresentava l’industria discografica.

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Eccoci finalmente di fronte a The Second Annual Record, il primo album ufficiale dei Throbbing Gristle (prima di questo solo una cassetta in tiratura limitata). Il lato A presenta sanguinolente versioni di tre pezzi diversi, mentre il lato B è costituito per intero da questo incubo spaziale e dilatato, colonna sonora del film omonimo dei COUM Transmissions.

Prodotto dalla loro casa discografica Industrial Records, tirata su pochi mesi prima, è assurdo pensare che da queste sonorità, o perlomeno “anche” da queste, si svilupperà quel suono meccanico e alienato caratteristico dell’ industrial music.

Non vedo proprio il motivo dell’andare a cercare certe distorsioni lo-fi nel repertorio di gente tipo Blank Dogs, quando già nel 1978 giravano cose come Zyklon B Zombie. Questo singolo contiene anche "United", brano che, secondo Jon Savage, può essere considerato “uno dei primi signoli di pop elettronico”. La cosa bella è che "Zyklon", con quel cantilenare narcotico un testo che fa sembrare Il portiere di notte un film di Muccino, è divenuta negli anni un vero e proprio cavallo di battaglia del gruppo; mentre " United", che invece ha un appeal quasi da classifica e che era il singolo vero e proprio non è mai (o quasi) stata proposta dal vivo. Quest’ultima è contenuta anche nel loro secondo disco D.o.A. The Third and Final Report of Throbbing Gristle.

20 Jazz Funk Greats è forse l’album più rappresentativo dei Throbbing Gristle. Musicalmente sperimentale come gli altri, ma con qualche boccata d’aria lisergica tipo "Hot On The Heels of Love" o " Walkabout".

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La cover dell'album, ideata da Christopherson, col titolo che evoca le dozzinali raccolte di standard jazz, mostra il gruppo in una solare mise, ma in realtà la foto fu scattata a Beachy Head, luogo famoso per essere il punto di scogliera preferito dai suicidi (o aspiranti tali). Oltre al classico e a quello con Cosey di schiena, esiste un terzo scatto che li ritrae con un cadavere vicino a loro. È infatti anche dal punto di vista multimediale, comunicativo o visivo che è rappresentativo: tutto è al limite della provocazione e della finzione. È in questa ottica che vanno sicuramente inquadrati anche i loro rimandi estetici a nazismo e criminalità: non una semplice critica, ma un qualcosa capace anzi di mandare in cortocircuito il giudizio attraverso un vero e proprio esibizionismo dell’osceno.

Chiudiamo la fase Throbbing Gristle di Genesis con questo video che non saprei in quale altro modo descrivere se non servendomi del termine storico.

È il 1981 e l’industrial è ormai un genere consolidato, questo è il loro ultimo concerto prima di declamare la famosa frase “mission is terminated” (per poi riformarsi nel 2004, risciogliersi momentaneamente per la morte di Christopherson e riformarsi ancora). Genesis P-Orridge è oggetto di possessione, e il finale del video assieme al fan altrettanto posseduto è semplicemente indimenticabile.

Subito dopo lo scioglimento dei Throbbing, Genesis si sposa con Alaura O’Dell, con la quale avrà due figlie, Genesse e Caresse, ma si trova in un periodo di profonda depressione. Uno dei suoi migliori amici, Ian Curtis dei Joy Division, si è appena suicidato, e anche Genesis sta seriamente considerando questa opzione definitiva. Ma sarà l’altro amico Monte Cazazza a salvarlo, colui col quale già ai tempi della mail art intratteneva scambi intercontinentali e che proprio in una di queste cartoline coniò il motto industrial per eccellenza, che diede l’idea per il nome della Industrial Records, “Industrial music for Industrial people”.

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Quella nel video di questa cover di Jimi Hendrix, uscita nel 1989, è proprio Caresse, che canta nel progetto Caresse & Sickmob, assieme a Fred Giannelli.

Nel 1981 P-Orridge fonda col fidato Peter Christopherson e con Alex Fergusson, degli Alternative TV, gli Psychic TV. C’è da dire che il nome è particolarmente appropriato nel suo rimandare direttamente alla forte componente psichedelica e visiva già corroborata nei TG, qui invece completamente libera nelle avventure più plastiche di Sleazy e in quelle più esplicitamente occulte ed esoteriche di Genesis. In contemporanea agli Psychic TV infatti, grazie all’influenza delle costanti letture che lo accompagnavano sin da giovane di Aleister Crowley, Madame Blavatsky e William Burroughs (questo, come vedremo, fondamentale anche per il progetto Pandroginia) fonderà anche un ordine parareligioso, il Temple ov Psychick Youth (T.O.P.Y.), che finirà per essere accolto dai fan più che altro come una sorta di spin-off del gruppo.

Nascono una serie di collaborazioni da varie parti dell’underground di quel periodo, e quella con Derek Jarman resta tra le più preziose e prolifiche, e il corto commissionato dalla TV spagnola che vedete qua sopra ne è un esempio.

Le intersezioni tra musica e video si fanno sempre più solide, come pure quelle tra musica ed esoterismo. Nel 1982 se ne escono infatti con questo doppio VHS in edizione limitata, First Transmission, la cui musica non fu concepita solo per essere la colonna sonora del girato, ma aveva anche lo scopo di accompagnare gli iniziati del T.O.P.Y. durante i loro riti. Anche David Tibet fu coinvolto nell’operazione, e c’è da dire che il risultato si trova ancora oggi a cavallo tra il conturbante e il francamente raccapricciante. Al suo interno troviamo infatti snuff movie, sevizie, psichedeliche visioni digitali, ambigui incontri tra sconosciuti, voyeurismi vari, gente che si droga, gente che si taglia, ma anche – perché no? – gente che infila nella propria vagina insetti vari e Derek Jarman che dà voce al " Message from the Temple". Dura quattro ore e questa è la prima parte, qui trovate la seconda, la terza e la quarta.

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"Unclean", come molti altri pezzi usciti solo su singolo o contenuti in raccolte, è indicativo della versatilità compositiva che pulsava nelle viscere di Genesis e soci, spesso considerati musicalmente troppo inaccessibili a un ascolto avulso dall’appendice T.O.P.Y. Qui si parte dagli abissi della mente per arrivare a slappare giri di basso che ricordano la più primitiva e cosmopolita world music di Jah Wobble e Holger Czukay.

"Godstar" è dedicato al chitarrista fondatore dei Rolling Stones, Brian Jones, morto giovanissimo, per il quale Genesis nutriva una particolare fascinazione. È forse il pezzo più famoso degli Psychic TV, quello che vi ritrovate pure agli aperitivi o nelle serie tv di Netflix.

Per quale ragione una persona come Genesis sarebbe dovuta restare indifferente alla nascente scena acid house, che funse da apripista per la breve stagione rave? Insomma, perché Genesis non avrebbe dovuto subire l’attrazione verso un genere musicale ritmico, pulsante, psichedelico, acido ed esplicitamente indirizzato a chi faceva uso di droga o comunque simpatizzava per essa? Ovviamente non c’è propria nessuna motivazione per cui questo sarebbe dovuto accadere! Genesis irruppe a gamba tesa nel mondo acid con una finta compilation considerata dai critici il primo album acid house. Effettivamente Newbuild, il primo album degli 808 State, il gruppo forse più rappresentativo del genere, uscì nello stesso 1988, sebbene prima di questi qualcosa fosse già nell’aria, o comunque giravano cose del genere.

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L’avvento della rete, con le sue utopie che sembravano già promettere un futuro iperconnesso e tecnologicamente avanzato, non coglie di sorpresa Genesis. Se ai tempi dell’industrial si preoccupava di quanto il potere e proprio la tecnologia potessero assumere una asfissiante forma di controllo, la sua evoluzione personale porta a un avvicinamento sempre maggiore a questioni legate all’identità e al corpo, e in particolar modo al rapporto che intercorre tra questo e la chirurgia estetica, settore che ai tempi era all’apice della sua innovazione. Sposa Jacqueline Mary Breyer, meglio conosciuta come Lady Jaye, e insieme decidono di elaborare qualcosa che possa coniugare il loro amore e lo scardinamento del convenzionale concetto d’identità, da loro considerato primitivo e tribale. Il trait d’union che legava il tutto era la tecnica del cut-up ampiamente utilizzata da William Burroughs, il quale assieme a Brion Gysin (un altro che di cose psichedeliche se ne intendeva) diede alle stampe un testo fondamentale per Genesis, The Third Mind, mai uscito in Italia.

La terza mente è da Genesis considerata la soluzione a uno straziante percorso che attraverso la costrizione del corpo e la gabbia dell’identità intravede come punto d’approdo la trascendenza a qualsivoglia connotazione di genere. I due tentano infatti, attraverso una serie di numerose operazioni chirurgiche, di somigliarsi a tal punto da creare un’identità altra che si collochi al di sopra delle loro, talmente indeterminabile da modificare il linguaggio (la terza persona singolare maschile he diviene s/he, altrettanto la femminile). È questa la Pandroginia.

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Un fotogramma del documentario The Ballad of Genesis and Lady Jaye di Marie Losier.

Ci sono delle bellissime e intime scene familiari che riportano il felice rapporto di Lady Jaye e Genesis, oramai divenuta Breyer, P-Orridge nel documentario The ballad of Genesis and Lady Jaye di Marie Losier, che filmerà Genesis anche nel videoclip di "Papal Breakdance". Il loro esperimento è anche da considerare, come sottolineano nel loro manifesto, una tenera prova d’amore. Purtroppo nel 2007 Lady Jaye Breyer P-Orridge muore prematuramente di cancro.

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Il dolore per la scomparsa di Lady Jaye è immenso, nonostante il suo sito ufficiale, dopo soli due mesi, affermerà che Genesis continuerà a rappresentare Breyer P-Orridge nel mondo materiale e Lady Jaye rappresenterà Breyer P-Orridge nel mondo immateriale creando una continua collaborazione interdimensionale. C’è da dire che Genesis ha tenacemente rispettato la promessa, chi l'ha vista nelle sue ultime apparizioni può confermarlo, così come lo confermano le sue ultime opere, quasi tutte incentrate sul tema: Hell Is Invisible… Heaven Is Her/e degli Psychic TV del 2007, The Third Mind Movements dei Throbbing Gristle del 2009, per non parlare di Vitruvian Pan dei Thee Majesty, con la copertina che scimmiotta l’uomo vitruviano.

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Tony Conrad e Genesis Breyer P-Orridge.

È vero, le sue ultime prove sono musicalmente discutibili. Il disco con Tony Conrad, Taking Issue, è veramente bello, non si capisce se è più un disco di Tony o più un disco di Genesis. È acido, rumoroso e sinceramente sofferto visto che è uscito subito dopo il lutto. Anche Part Two – The Endless Not dei TG non era affatto male, con quel suadente e inedito tocco jazz che testimonia una delle ultime trovate di Christopherson, e nemmeno il quasi ultimissimo Alienist degli Psychic TV risultava malevolo, soprattutto nelle due lisergiche cavalcate iniziali; ma di certo i bei tempi sono sicuramente andati.

Eppure, pochi mesi fa mi è capitato di vedere un bellissimo concerto di Pharmakon e non ho potuto non pensare a Genesis, anche perché tra l’altro era uscita da poco la notizia della sua diagnosi. Ascoltando uno qualsiasi dei dischi che hanno reso Genesis quello che è significa ancora oggi intraprendere un’esperienza spiazzante; equivale un po’ a leggere i saggi di Documents, la rivista fondata da Georges Bataille con l’intento di essere una “macchina da guerra contro le idee già pronte”.

A questo punto, ogni scusa è buona per sfoderare il video di Red Ronnie che brandisce un membro d'ottone durante una surreale intervista con gli Psychic TV.

Riccardo Papacci è stato DJ per Classico Rave. Ora insieme all'amico Caizzi ha fondato la serata di musica hi-tech Estrusione. Seguilo su Facebook.

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