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Italia

Il 'farmaco' per la fertilità fatto con l'urina di suore italiane in menopausa

La storia del Pergonal ha richiesto la tenacia di uno studioso ebreo mosso (anche) dall'obiettivo di accrescere numericamente il suo popolo, lo zampino del Vaticano, e il contributo di qualche centinaio di suore.
[Foto via Evelyn Hill/Flickr]

Se molte donne con problemi di fertilità hanno potuto avere figli, è stato anche grazie all'urina di centinaia di suore italiane in menopausa, alla tenacia di uno studioso ebreo mosso (anche) dall'obiettivo di accrescere numericamente il suo popolo, e allo zampino del Vaticano.

Tutto ha inizio verso la fine degli anni Cinquanta, quando Bruno Lunenfeld - uno studente di medicina proveniente da una facoltosa famiglia ebrea austriaca - si trova a Ginevra.

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Come avrebbe poi rivelato lui stesso a Haaretz, Lunenfeld aveva scelto di occuparsi della fertilità anche perché voleva in qualche modo aiutare il popolo ebraico a crescere nuovamente dopo la decimazione dell'Olocausto.

Lunenfeld, che sta conducendo alcune ricerche sull'uso degli ormoni umani per stimolare l'ovulazione, si imbatte in uno studio risalente a quasi un decennio prima.

L'autore dello studio è Pietro Donini, scienziato dell'Istituto Farmacologico Serono di Roma, il quale era riuscito a estrarre dall'urina di alcune donne gli ormoni gonadotropi FSH e LH, che stimolano l'ovulazione.

Stando a quanto riporta Quartz, lo scienziato italiano aveva presto scoperto che i più alti valori di FSH e di LH si trovano nelle donne in menopausa — questo avviene perché, per sopperire all'insensibilità delle ovaie all'ovulazione, l'ipofisi produce più ormoni gonadotropi.

Donini aveva in questo modo sviluppato una sostanza, la cosiddetta 'gonadotropina umana della menopausa' (hMG), rinominandola poi Pergonal in riferimento all'effetto stimolante sulle gonadi dell'FSH e dell'LH.

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Lo scienziato aveva ipotizzato sin dall'inizio che il farmaco sarebbe potuto servire per curare l'infertilità, ma l'articolo scientifico in cui annunciava tale scoperta rimase nel dimenticatoio — fino a quando Lunenfeld non ne sentì parlare, nel 1957.

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Lunenfeld, entusiasta della ricerca, decise quindi di fare pressione affinché la Serono producesse il Pergonal e aiutasse lui e Donini a trovare 400 donne in menopausa disposte a raccogliere ogni giorno la propria urina.

Lo studente si rivolse al consiglio di amministrazione, ma - come raccontò a Haaretz - "Dopo il mio discorso […] il presidente del comitato si alzò e disse: 'Molto bello, ma noi siamo un'industria di farmaci, non di urina.' Me ne andai in lacrime."

Nonostante l'insuccesso iniziale, non era ancora stata detta l'ultima parola.

Nel giro di breve tempo Lunenfeld conobbe colui che avrebbe cambiato le carte in tavola. Si trattava di Giulio Pacelli, un aristocratico italiano nipote di papa Pio XII che faceva parte del consiglio di amministrazione dell'azienda farmaceutica.

Il nobiluomo si interessò a tal punto al lavoro del giovane che volle fare un secondo tentativo con i suoi colleghi.

Secondo quanto disse Lunenfeld al quotidiano israeliano, "Pacelli fece esattamente lo stesso discorso che avevo fatto io dieci giorni prima, ma alla fine aggiunse una frase: 'Mio zio, papa Pio, ha deciso di aiutarci e chiederà alle suore che si trovano in casa di riposo di raccogliere la propria urina quotidianamente per una causa sacra.'"

Dopo l'incontro, il consiglio di amministrazione accettò subito di contribuire. Lunenfeld avrebbe scoperto solo più tardi che il Vaticano possedeva il 25 per cento delle quote di Serono — motivo per cui organizzare la raccolta di urina all'interno degli istituti cattolici non si sarebbe rivelato un problema.

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L'azienda istituì tre centri per raccogliere l'urina, che venne fornita ogni giorno da 600 suore alloggiate in varie case di riposo sparse per l'Italia. Il liquido veniva poi trasportato nei laboratori di Serono, dove si procedeva all'estrazione degli ormoni.

Nel 1962, per la prima volta, una donna sottoposta a un trattamento a base di Pergonal partorì una bambina. Con il tempo la domanda del farmaco crebbe a dismisura, fino a che negli anni Ottanta, per soddisfare tutte le richieste, servivano 30mila litri di urina al giorno.

Negli anni Novanta le scorte del medicinale iniziarono a terminare, tra la rabbia e la disperazione di chi ne faceva uso. Così la multinazionale cominciò a sintetizzare gli ormoni in laboratorio.

Serono, che dagli anni Settanta aveva spostato la propria sede a Ginevra, nel 2006 è stata acquistata dall'azienda chimica tedesca Merck KGaA. La Merck Serono produce tuttora medicinali per la fertilità che richiedono l'urina di donne in menopausa — ma non è noto se ci siano ancora suore coinvolte.

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Foto in apertura di Evelyn Hill via Flickr in Creative Commons