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Tecnologia

Il Parlamento Europeo vuole bandire la plastica usa e getta entro il 2021

Il piano è stato approvato mercoledì dai membri del Parlamento e intende eliminare del tutto dal mercato cose come piatti di plastica, cannucce e cotton fioc.
Giulia Trincardi
Milan, IT
gabbiano plastica monouso immondizia negli oceani
Immagine: Flickr/Ingrid Taylar

È giunto il momento di imparare a lavare i piatti una buona volta nella vita (o smettere di essere pigri a riguardo), perché il Parlamento Europeo ha finalmente dichiarato guerra alla plastica usa e getta — che include, ovviamente, piatti, bicchieri, posate di plastica e cannucce.

Anzi, le stoviglie usa e getta sono tutto fuorché una piccola parte del problema: costituiscono ben il 70 percento dell'immondizia — con il contributo di palloncini, cotton fioc e attrezzi da pesca — che galleggia nei nostri mari e oceani. Eliminarne la produzione e il consumo del tutto sembra un gran bel piano (per quanto vagamente utopico) per evitare che le microplastiche — ovvero i frammenti minuscoli di plastica deteriorata lentamente — continuino a finire nel sale, nell'acqua che beviamo, nei pesci, negli uccelli e — be' — a un certo punto anche nelle nostre feci.

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Il piano del Parlamento Europeo — annunciato questo mercoledì con un comunicato stampa — intende bandire entro il 2021 dal mercato europeo i prodotti di plastica elencati prima e, per decisione dei membri del parlamento, alla lista andranno aggiunti anche i prodotti fatti da plastiche biodegradabili — sì, i sacchetti dove mettete la frutta al supermercato e le confezioni in polistirene espanso con cui vengono trasportati i cibi d'asporto e fast food.

Esistono oggetti per cui la plastica è al momento l'unica alternativa disponibile — specifica il testo del Parlamento Europeo — ma ciò non significa che sia impossibile ridurre e ottimizzarne l'uso anche in questi casi. Entro il 2025, dunque, cose come "confezioni monouso per la carne, scatole per tramezzini o contenitori per frutta, verdura, dolci o gelati," si legge nel piano, dovranno essere ridotti almeno del 25%, mentre "il resto della plastica, come le bottigliette, dovrà essere raccolta separatamente e riciclata al 90% entro il 2025."

I parlamentari, prosegue il comunicato, hanno concordato anche di diminuire i rifiuti causati dal consumo di tabacco (leggi: i mozziconi di sigaretta che contengono plastica) tra il 50 e l'80 percento entro il 2030; similmente, anche gli strumenti in plastica usati e abbandonati nella pesca marittima dovranno essere recuperati e riciclati. Al momento, viene specificato, "gli attrezzi da pesca rappresentano il 27 percento dell'immondizia rinvenuta nelle spiagge d'Europa."

Il testo è stato approvato con 571 voti, mentre solo 53 europarlamentari si sono opposti e 34 astenuti.

Si tratta di un piano estremamente ambizioso, che si allinea, però, con quanto proposto dal ministro dell'Ambiente italiano Sergio Costa a luglio di quest'anno, quando aveva dichiarato di voler anticipare di tre o quattro anni le tempistiche europee sul divieto delle plastiche monouso e sull'introduzione di un'economia circolare di riutilizzo delle materie plastiche. Il coinvolgimento dei produttori — come lo stesso comunicato europeo recente sottolinea — sarà fondamentale, benché per ora ipotizzato solo in forma di contributo economico e organizzativo nello smaltimento e nel processo di riciclo. Eliminare la produzione di oggetti di plastica monouso non è uno scherzo e non è ancora del tutto chiaro come — a livello pratico — il piano europeo inciderà su fabbriche e lavoratori.

Ma, nel clima di emergenza ambientale che è stato confermato con toni a dir poco apocalittici solo all'inizio di questo mese, la decisione del Parlamento Europeo appare come un giro di vite dovuto.