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relazioni

Una sessuologa spiega cos'è l'amore

"Al cuor non si comanda" e altre cose che pensi sull'amore, ma sono false.
sessuologa spiega l'amore
Illustrazione di Juta.

Corrisposto, non corrisposto, finito, appena sbocciato: tra sbandate, friendzone, tradimenti e convivenze, l’amore occupa praticamente il 90 percento dei nostri discorsi. E più esperienze facciamo, più abbiamo l’illusione di averci capito qualcosa. Invece no: i fraintendimenti più gravi sono proprio alla base e dipendono dal fatto che alla domanda “che cos’è l’amore”, in realtà, non sappiamo rispondere.

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Noi ci abbiamo provato e abbiamo subito scoperto due punti importanti: il primo è che la risposta in psicologia è sempre esistita ma noi ancora non la sapevamo, e il secondo è che gran parte dei nostri travagli deriva da un tanto semplice quanto grossolano errore di fondo: confondiamo l’amore con l’eros. E questo perché in italiano la parola “amore”—dal latino amor, che sta per “sentimento di passione erotica e bramosia amorosa”—significa “sentimento che attrae e unisce due persone”. E siccome il linguaggio è traduzione del pensiero, pensiamo che l’amore coincida con la passione, una volta finita la quale continuare la nostra relazione non ha più senso.

Cosa succede se però scopriamo che l’amore per come lo abbiamo sempre conosciuto non esiste? Ce lo ha spiegato Anna Zanellato, psicologa e sessuologa clinica specializzata in ricerca e sviluppo sociale negli ambiti di comunicazione, pregiudizio e benessere.

Falso numero uno: l’amore è un’emozione indescrivibile

Prima di tutto: emozione non equivale a sentimento. Se la prima è una sensazione limitata nel tempo che produce degli effetti istantanei sul corpo—tremarella, pelle d’oca, tachicardia, inappetenza—il secondo è una condizione cognitivo-affettiva, il contenitore dentro il quale mettiamo le nostre emozioni. “L’amore non è un modo con cui facciamo esperienza della realtà nel momento esatto in cui la viviamo,” spiega la Zanellato, “è una scatola che al suo interno contiene delle emozioni come gelosia, desiderio, calma, tenerezza, che affiancate l’una all’altra, se le guardi, corrispondono a quello che tu riconosci come amore.”

Falso numero due: al cuor non si comanda

Non nel senso che puoi forzare emozioni positive come gioia, affetto o entusiasmo verso qualcuno che ti è completamente indifferente, ma che puoi “creare situazioni nelle quali sai che proverai emozioni positive e attivare dei comportamenti in cui ciò che fai può essere codificato come amore,” spiega la sessuologa.


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Un sentimento, quindi, che per quanto sia fatto di emozioni naturali, non è sempre e solo naturale. Va pensato, voluto e costruito con sforzo. Purché si sia in due, altrimenti è masochismo.

Falso numero tre: ti amo come il primo giorno

Biologicamente è impossibile. È stato infatti scientificamente studiato che nelle prime fasi di un rapporto “il cervello produce un’anfetamina, la PEA (feniletilamina), che agisce su di noi come una vera e propria droga. Ci rende euforici, esaltati, ci fa stare in macchina a parlare fino all’alba, investire tutti i nostri soldi in un progetto folle, prendere aerei, non dormire, un po’ come se fossimo strafatti,” spiega la sessuologa.

La produzione di PEA registra un picco, una normalizzazione e poi via via un calo fino ad esaurirsi del tutto entro i primi tre anni di relazione. “Un gioco biologico universale pensato dalla natura per farci riprodurre il più possibile durante il picco e darci invece stabilità durante l’accudimento dei figli.” La fase, più o meno lunga, di dipendenza da PEA corrisponde all’innamoramento, che appunto differisce dall’amore per il fatto di essere un’emozione: si sente sul momento, si avverte sul corpo e ha dei sintomi precisi che sono uguali per tutti.

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Falso numero quattro: non ti amo più

Quando i sintomi da innamoramento scompaiono e cominciamo lentamente a “mollare la presa”— non siamo più gelosi, non dobbiamo trascorrere ogni nostro momento libero con l’altro, abbiamo meno voglia di fare sesso, a volte proviamo persino noia—si insinua il dubbio: “Non è che forse non lo/a amo più?”.

La sessuologa a questo punto ci rassicura: “Una volta esaurita la PEA, il cervello libera endorfine, gli ormoni della stabilità affettiva, della serenità e della tranquillità. In questa seconda fase si ha il tempo di riconoscere quello che si è provato come amore e di attivare quei famosi comportamenti di cui sopra per mantenere e arricchire la relazione. Paradossalmente si può dire che proprio quando smetti di essere innamorata, allora ami.”

Falso numero cinque: ti amerò per sempre

Proprio perché l’amore è un riconoscimento a posteriori di una serie di emozioni codificate come amore, il senso stesso della frase decade. “In quanto sentimento, l’amore ha uno sguardo al passato, non al futuro.”

Questo, però, non vuol dire che sia impossibile una qualsivoglia forma di impegno. Semplicemente, va formulato diversamente: non posso giurarti amore eterno, ma posso impegnarmi a creare emozioni positive affinché il nostro rapporto duri il più a lungo possibile.