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La guida di VICE alle Elezioni

Sono andato in Stazione Centrale a interrogare la gente sul debito pubblico

L'iniziativa dei contatori del debito pubblico voluta dall'Istituto Bruno Leoni ha fatto discutere, ma la gente sa davvero di che si tratta?
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A partire da lunedì 12 febbraio e fino al 4 marzo, negli spazi pubblicitari delle stazioni di Milano Centrale, Roma Tiburtina e Roma Termini sono esposti dei contatori del debito pubblico italiano (ovvero la cifra, in continua crescita da anni, che lo Stato italiano deve ai suoi creditori, che siano banche o investitori) che mostrano una stima basata sui rapporti mensili della Banca d’Italia.

L’iniziativa, lanciata su Twitter con l’hashtag #ognipromessaèdebito, arriva dall’Istituto Bruno Leoni, un centro studi privato—che prende a modello i think tank anglosassoni—nato nel 2003. L’istituto, il cui presidente è Franco Debenedetti e che ha un blog curato da Oscar Giannino, si dichiara apartitico, ma ha lo scopo di indirizzare il dibattito politico verso politiche neoliberiste.

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Lo scopo dichiarato dell’iniziativa dei contatori invece è “contribuire alla campagna elettorale” mettendo quotidianamente “sotto gli occhi di centinaia di migliaia di persone la questione attorno a cui dovrebbe ruotare l’intero dibattito politico e di cui, invece, i partiti preferiscono dimenticarsi” (qui sono riportate le varie posizioni in merito di alcuni dei maggiori partiti).

Il contatore in Stazione Centrale, a Milano.

Secondo l’Istituto, “la matematica non è un’opinione: per ridurre il debito bisogna tagliare la spesa e portare il Paese in una condizione di pareggio di bilancio strutturale.” In realtà, gli economisti sono in disaccordo sul tema: per qualcuno l’unica soluzione è l’austerity (ed è questa la posizione dell’Istituto); ma per altri l’aumento della spesa pubblica non è un problema, e per altri ancora il nocciolo non è tanto l’ammontare del debito, quanto il suo rapporto col PIL e la sua distribuzione.

Ma cosa pensano di tutto questo i viaggiatori, che ogni giorno a Roma e Milano si trovano a passare sotto frasi intimidatorie come “Conta fino a tre. Il debito pubblico è aumentato di 13.407 euro. Oltre 2mila miliardi che pagherai anche tu. Pensaci”? Sono andato a chiederlo direttamente a loro.

Qui sotto troverete solo una piccolissima parte delle risposte, dato che la maggioranza alla domanda "Sai cosa è il debito pubblico" ha risposto "Eh?", "No," "Debito che?" o ha fatto finta di essere in ritardo. Una signora ha chiamato la figlia, candidata, per sapere se poteva rispondermi (la figlia ha detto di no). Una ragazza mi ha detto di essere francese.

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Andrea, 28 anni.

VICE: Ciao Andrea, cosa mi dici di questa iniziativa di sensibilizzazione dei contatori?
Andrea: Sinceramente non ne sapevo niente, lo vedo ora. Lo trovo… un po’ superfluo, però potrebbe far aprire gli occhi su questo spreco. A me comunque non sta sensibilizzando.

Nel senso che sei già preoccupato l’aumento del debito pubblico?
Non sono bene informato, ma in ogni caso dobbiamo onorare i nostri debiti, quelli verso la Comunità Europea e anche quelli che non abbiamo voluto noi, verso aziende private. Ci vorrebbero incentivi per salvare aziende private o banche dal fallimento, cose che fanno un po’ storcere il naso alle persone comuni, ma l’economia mondiale è qualcosa che va oltre il singolo.

Michele, 24 anni

VICE: Ciao Michele, cosa ne pensi di questa iniziativa?
Michele: Penso sia una porcata. È stato dimostrato che ridurre la spesa pubblica non è il modo migliore per tagliare il debito pubblico, e se lo fai lo fai a scapito di chi è più povero. Il debito pubblico cala con la crescita economica, quindi libero mercato sto cazzo: non tagli tutti gli strumenti di welfare state per accentrare il potere economico nelle mani di qualcuno, ma devi far sì che l’economia cresca.

La gente è stata meglio quando i paesi hanno intrapreso politiche di stato sociale—che sono quelle che creano il debito pubblico—rispetto a quando gli stati cercano di fare pareggio di bilancio eccetera. Puoi chiederlo a qualsiasi professore di storia contemporanea e te lo spiega bene. Poi la questione del debito pubblico italiano è diversa perché è contrassegnata anche da vizi strutturali dello stato e dal divario nord/sud, ma non è tagliando la spesa pubblica che risolvi i problemi del paese.

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Quindi credi che esporre questi contatori sia controproducente?
Questo è terrorismo psicologico: vogliono farti pensare “cazzo non avrò la pensione, ma sarà colpa mia che sono stato uno spendaccione di merda per tutta la mia vita.”

Gianfranco, 30 anni.

VICE: Ciao Gianfranco, cosa mi dici del dibattito politico sul debito pubblico?
Gianfranco: Intanto ti dico che non sto più in Italia, purtroppo. Vivo e lavoro a Zurigo, e lì è tutta un’altra realtà. Ora non confido più in nessun politico italiano, qui in Italia ci sono troppi imbrogli. Sul debito pubblico, sinceramente, se devo dire quello che penso dovrei dire tante cose brutte. Sinceramente è la prima volta, con questo cartello, che vedo quanto è grande la cifra del debito, 2,2mila miliardi. Stiamo proprio nella cacca.

Ma pensi che ci sia un modo per risolvere questo problema?
Il debito certamente va ripagato recuperando un po’ di soldi in maniera corretta, come con la prostituzione, che in Svizzera è legale, si pagano le tasse e fanno pure i controlli per le malattie. Poi ci sono tutti i soldi che rubano i partiti, e chissà quanti altri ce ne sono dietro da recuperare.

E dell’iniziativa cosa pensi, ti ha fatto riflettere?
Forse mi fa riflettere un po’, e mi fa pensare che dovrei rimanere in Svizzera. Io vengo da Lecce, dove c’è il sole e il mare, ma a questo punto preferisco stare in montagna.

Paolo, 26 anni

VICE: Ciao Paolo, cosa fai nella vita?
Paolo: Lavoro nel mondo della comunicazione.

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Ah, perfetto. Quindi che opinione hai su questi contatori?
Non ne sapevo niente.

Ma secondo te quindi è un’operazione efficace?
È difficile valutare la vera efficacia di un’iniziativa di questo tipo, quanta gente ha cambiato la propria idea o il proprio voto dopo aver visto il contatore. Però non è un’idea stupida di per sé: in termini assoluti è un buon modo di sensibilizzare le coscienze.

Elisa, 25 anni.

VICE: Ciao Elisa, sei una studentessa?
Elisa: Mi sono appena laureata in sceneggiatura e produzione per il cinema all’Università Cattolica.

Cosa pensi di questi contatori?
Secondo me questa iniziativa mette un po’ l’ansia agli elettori, che però vanno comunque sensibilizzati. Il debito pubblico va pagato, ma è un problema che lo Stato italiano non può risolvere in breve tempo. Comunque è un problema che va affrontato e i cittadini devono essere informati.

Perché non viene affrontato abbastanza nel dibattito politico?
Esatto, sì.

Pietro, 39 anni

VICE: Ciao Pietro, mi dicevi che sei laureato in economia e lavori nel settore. Tu sapevi dell’installazione di questi contatori da parte dell’Istituto Bruno Leoni?
Pietro: Non li avevo ancora visti personalmente, ma ne avevo già sentito parlare a lavoro da alcuni colleghi che erano preoccupati dal tema dell’aumento del debito. Prima che me lo dicessi tu non sapevo chi fosse il promotore di questa iniziativa, ma la trovavo già preoccupante in periodo pre-elettorale: mi domandavo cosa e chi ci fosse dietro.

Sei preoccupato per la questione del debito pubblico italiano? Cosa pensi delle posizioni dell’Istituto?
Il debito pubblico in Italia ha una percentuale sul PIL molto elevata, andando a memoria mi pare sul 129-130 percento, ed è sicuramente preoccupante. Però non possiamo considerare il debito pubblico alla stregua della signora Thatcher, che pretendeva di gestire lo Stato come se fosse una specie di impresa o con logiche familiari.

Se è vero che dietro il debito pubblico ci possono essere delle malversazioni o fenomeni corruttivi che fanno aumentare la sottrazione di risorse a danno della collettività, sicuramente è grazie al debito che uno Stato può assolvere ai suoi compiti, per esempio garantire una sanità pubblica per tutti e un’istruzione ai vari gradi per tutti. Sicuramente il debito pubblico è stato usata per finanziare cose discutibili, ma che si usi questa argomentazione per scardinare lo stato sociale… no grazie.