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Musica

Recensione: ['selvə] - D O M A

La band screamo/black di Lodi abbandona per un attimo l'assalto frontale per un EP più meditativo e dilatato, e le riesce benissimo.

Tornano i ['selvə], da qui in poi sempre e comunque Selva perché la mappa caratteri per i segni fonetici è troppo scomoda, da Lodi, e tornano di soppiatto. D O M A arriva a due anni di distanza da eléo, che era semplicemente la miglior cosa violenta del 2016 italiano, un disco che ogni volta che lo faccio partire mi peggiora l’acufene.

I tre ragazzi della bassa evidentemente si sono resi conto di aver fatto un sacco male a un sacco di gente, perché D O M A se ne distanzia parzialmente: intanto è un EP, con due tracce da dieci e tredici minuti (quindi lunghe, anche per gli standard dei Selva), ma soprattutto rallenta. eléo non lasciava scampo, non c’era un attimo per respirare, perché se per caso capitava che in quel muro di devastazione si aprisse uno spiraglio, eri comunque troppo sconvolto per fare altro che non fosse boccheggiare in preda allo sconforto più totale; D O M A, dal canto suo, continua a soffrire con mirabile costanza, ma senza la foga, senza l’urgenza del disco precedente, riavvicinandosi parzialmente a quello che il trio aveva messo in mostra nel debutto Lajf həbɪtʃuəl. D O M A però è anche un lavoro uscito quattro anni dopo il debutto, con tutta l’esperienza e la consapevolezza che i Selva hanno accumulato nel frattempo, tra date sparse per i peggio angoli d’Italia e maturazione personale, per cui, per usare una terminologia tecnica, è proprio fico.

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I suoni sono molto meno taglienti e affilati che in passato, e viene quasi da pensare che oltre allo screamo e al black metal cascadico a Lodi sia passato a tratti e in piccole dosi del blackgaze slavo (certe cose dei Drudkh, per esempio). Gli strumenti sono più amalgamati, e in queste due tracce c’è una morbidezza di fondo che quasi ti culla mentre soffri come un disperato. Le melodie sono più evidenti, la voce non è in primo piano ma amalgamata con il resto della strumentazione e ne viene fuori una roba ancora meno metal e più post-.

Io personalmente sono più per la scuola assalto-alla-baionetta-e-fai-a-pezzi-qualsiasi-cosa e spero che questo EP sia una deviazione giusto per far vedere che i Selva sono bravi in qualsiasi veste, anche quella più compassata, ma che con il prossimo disco tornino a buttare giù i muri prendendoli a testate, tuttavia bisogna riconoscere a questi ragazzi delle capacità invidiabili: ogni volta che pubblicano qualcosa, quel qualcosa merita.

D O M A esce il 14 febbraio per Overdrive.

Ascolta D O M A su Bandcamp:

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