Ho cercato l'amore su Inner Circle, l'app per incontri esclusivi
Alcune partecipanti alla serata di Inner Circle. Tutte le foto dell'autore.

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Ho cercato l'amore su Inner Circle, l'app per incontri esclusivi

Per accedere a Inner Circle devi fare richiesta e attendere in lista d'attesa che il tuo profilo venga analizzato.

Giulia ha il mio indirizzo mail, e negli ultimi due giorni mi ha scritto una mail al giorno, sempre alla stessa ora, ricordandomi che manca poco a giovedì. Mi scrive che la lista degli ospiti sembra "malsanamente buona" (Giulia quando scrive utilizza formule inglesi tipo XoXo) e consiglia di sbrigarsi a comprare i biglietti, che stanno finendo. Mi spiega che ci saranno "bollicine", un buffet e una compagnia affascinante. Spera di vedermi là. Mi ha convinto, ho comprato il biglietto, ma ho paura che Giulia in realtà sia un bot e che non la vedrò mai.

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Sono questi i pensieri che ho in testa mentre sono sull’autobus e sto andando alla festa ufficiale di Inner Circle, l’app di incontri che è un po' come il Pinot Chardonnay Cinzano: per molti, ma non per tutti.

Premessa: negli ultimi tempi sono entrato nel tunnel delle app per incontri, me le sono installate veramente tutte, un po’ per capirne le differenze, un po’ per aumentare le mie possibilità. Poi, una volta calcolato l'esborso finanziario per riuscire a oliare gli ingranaggi di queste piattaforme, ho deciso di eliminare quelle che mi sembravano meno interessanti e mi sono concentrato su Inner Circle.

Per accedere a Inner Circle devi fare richiesta e attendere in waiting list che il tuo profilo venga analizzato. I criteri di ammissione sono poco chiari, le certezze a riguardo poche: sappiamo per certo che profili social dove siano presenti foto da sbronzi, linguaggio scurrile e foto poco chiare non piacciono; inoltre viene preso in analisi anche il profilo LinkedIn, e immagino che vi siano dei filtri relativi al percorso di studi e alla professione. Per dirla con le parole dei fondatori dell’app, Inner Circle cerca di creare un “close network of like-minded, inspiring singles who are kicking ass in their profession.”

Alla fine io—che nella vita faccio il filmmaker, ma che ho un torbido passato bocconiano—sono stato accettato. È per questo che me ne sto in total black all'ingresso del locale, per vedere che aria tira in fila, ma soprattutto per capire se l'app di incontri, organizzando questi eventi che forzano i propri utenti a gettare il cuore oltre lo schermo, riesca in un certo senso ad accorciare il processo di conoscenza.

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Carlo, Marco, Mario, Pasquale e Orlando.

La festa si svolge al fiftyfiveMilan di (indovina) Milano, e non sono ancora in fila quando faccio amicizia con Carlo, Marco, Mario, Pasquale e Orlando. Sono qua perché Orlando ha detto a tutti di venire, anche se in realtà Orlando non è stato ancora ammesso alla app: è in waiting list da una settimana. Nessuno di loro ha idea di come funzioni Inner Circle, quindi glielo spiego brevemente. Quando arrivo al fatto che le foto da sbronzo non sono ammesse, Orlando comincia a passare in rassegna il profilo Facebook mentre i suoi amici scherzano su Black Mirror.

Io mi inserisco in coda e faccio due chiacchiere con Daniela, Chiara ed Elena, tutte e tre psicologhe, anche loro in waiting list. Ci tengono a dirmi che una volta a una serata un vocalist le ha chiamate "le psicognocche". Purtroppo non si sono volute far fotografare.

Le ultime persone che conosco prima di entrare nel locale sono Carlo e Nino, dipendenti pubblici. Nino è un veterano dell’app, iscritto ormai da un anno. Stasera spera vivamente che gli organizzatori abbiano mantenuto un rapporto uomo-donna di uno a uno, perché "sennò non ha senso."

Carlo e Nino, dipendenti pubblici.

Arriva il momento in cui dico il mio nome e in cambio mi danno un braccialetto che mi garantisce l’accesso all’area esclusiva per gli utenti di Inner Circle, ricavata all’interno del locale—diviso tra chi è riuscito a conquistarsi l'accesso e chi no.

Per gli iscritti all’app, un ricco buffet, divanetti bassi in pelle e un bicchiere di prosecco di benvenuto. Per gli altri, un ricco buffet, sedie normali e nessun prosecco di benvenuto.

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Samantha

È all’interno del privée dedicato a Inner Circle che faccio il mio primo vero incontro, Samantha, che mi spiega in un inglese difficilissimo che la sua amica è rimasta fuori dall’area riservata. Mi prega di strapparmi il braccialetto e darglielo, me lo riporterà dopo che la sua amica sarà entrata. Un ricordo fulmineo di saliva, pinzatrici e pessime idee ad un capodanno goa a Bologna mi attraversa la mente: non s’ha da fare, è troppo presto e devo parlare ancora con un sacco di persone. Samantha se ne va dicendomi che si aspettava di trovare persone un po’ più classy, immagino riferendosi a me.

Attraggono la mia attenzione due ragazze sedute in un angolo. Sono Giulia e Silvia (ahimè, non la Giulia che cercavo), risorse umane e psicoterapeuta. Il fratello di Giulia le ha detto che questo sarebbe stato l’evento dell’anno—solo che poi lui non è venuto. L’app difficilmente accoglie al suo interno studenti o studentesse, è quasi sempre necessario avere un impiego di qualche tipo, anche se a volte sono presenti eccezioni per ragazze (dal mio profilo posso vedere solo quelle) particolarmente carine.

Dopo qualche parola, insieme decidiamo di fare un esperimento: lasciarle sole per 20 minuti, poi tornare e vedere cosa sarà successo.

Nel frattempo si aprono le danze, ma il dancefloor si trova nel lato non riservato a Inner Circle. Il confine che separa i selezionati dai non selezionati cede, e tutti si mescolano democraticamente in pista. Finito dunque il tempo delle chiacchiere si passa ai fatti, e in questa delicata e alquanto critica fase della serata i selezionati si trovano a competere con i non selezionati.

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Venti minuti passano in fretta e torno dalle ragazze: Silvia mi spiega che un tipo l’ha morsa su una spalla, mentre Giulia mi dice che alcuni piccoli uomini divertenti le hanno parlato (Giulia è una ragazza alta). Ma la cosa bella è che Silvia ha trovato qualcuno che le piace e sta preparando un bigliettino con il suo numero di telefono da consegnargli.

Giacomo ed Emanuela

Le lascio alla loro avventura e incontro Emanuela, insegnante, e Giacomo, coordinatore di società bancarie. Credo di aver finalmente trovato una coppia, un risultato del funzionamento della festa e dell’app, ma sono solo amici originari dello stesso paesino. Hanno provato a scoppiarsi per vedere cosa accadeva, ma niente. Emanuela spiega una complessa teoria sui feromoni positivi e negativi: questa sera pare ci siano solo feromoni negativi.

Passo quindi a due ragazzi che mi sembrano emanare feromoni positivi, e infatti sono Marco e Alessandro, usciti da Uomini e Donne e venuti direttamente al party. L’ufficio stampa gli ha detto di fare così, ma loro non hanno la più pallida idea di cosa sia Inner Circle. Gli dico che secondo me Raya—un'app di incontri per celebrity—fa più al caso loro, e Alessandro sembra molto interessato. Tira fuori lo smartphone per installarla, ma è disponibile solo per iPhone. Peccato.

Marco e Alessandro di Uomini e Donne.

Nessuna delle persone con cui ho parlato ha invitato un suo match di Inner Circle alla festa, però noto alcune coppie che parlano da moltissimo tempo, altre che danzano al ritmo di "Free From Desire", "Gasolina", "Macarena"—ma comunque nessuno che limona. Credo di aver visto un accenno di twerking, con tanto di circle (non esclusivo) creatosi intorno, sulle note di "Get Right" (eterna J.LO), apparso e scomparso rapido come la madonna di Medjugorje.

In realtà alcuni testimoni mi confessano che al lavoro, ma soprattutto ai party aziendali, se la spassano molto di più.

L’obiettivo della festa era chiaramente quello di fare da catalizzatore di incontri per la rete di utenti milanesi iscritti all’app. Effettivamente qualche incontro pare sia avvenuto, ma, specialmente da un certo punto in poi, è stato impossibile capire se tra utenti dell’app oppure tra utenti dell’app e non iscritti. In egual modo l’esclusività di Inner Circle sembra basarsi su un cocktail di caratteristiche dei suoi utenti alquanto eterogenee.

Tornando a casa penso all’amore e alle classi economiche, a se è vero che a una certa classe economica è possibile ascrivere una cultura e una precisa gamma di interessi, e se il verificarsi di una coincidenza in questo senso contribuisca o meno alla nascita di quel sentimento incredibile che è l’amore. Mi viene in mente Titanic: se Rose fosse stata iscritta a Inner Circle probabilmente non avrebbe mai incontrato Jack.