
Dopo l’inaugurazione della statua, nel 1905 il News-Scimitar di Memphis riportava che il monumento magistralmente scolpito avrebbe “incarnato nei tempi a venire l’emblema di uno standard di virtù.” E ciò che accade oggi sembra confermare la profezia del quotidiano, ad eccezione forse della parte sulla “virtù”. Nel 2013, “quel diavolo di Forrest,” come fu soprannominato dal generale unionista William T. Sherman, è ancora ben saldo sul suo stallone, a sollevare polveroni in una città in cui i rapporti razziali sono storicamente tesi.Mattonelle di granito rosa e lapidi di bronzo simili a targhe commemorative circondano la scultura nel parco. È lì che sono sepolti Forrest e la moglie, Mary Ann Montgomery. L’appellativo più illustre di NBF, almeno in alcuni ambienti, è quello di “Mago della sella”, riferito alle sua abilità equestri in battaglia e impossibile da non ricollegare al titolo principale all’interno del KKK, quello di Mago Imperiale.L’ultima controversia sorta intorno al parco e la sua statua si è scatenata lo scorso febbraio, quando il Consiglio Municipale di Memphis ha votato all’unanimità perché l’area cambiasse il suo nome da Forrest Park a Health Sciences Park (almeno temporaneamente; nel momento in cui scrivo, una commissione speciale sta studiando il nome definitivo), in ossequio alle strutture del dipartimento di medicina dell’Università del Tennessee che vi si affacciano. Altri due parchi della città—il Confederate Park e il Jefferson Davis Park, dal nome del presidente degli Stati Confederati—hanno subito la stessa sorte, in quanto simboli (mantenuti con fondi pubblici) di un’era che potrebbe essere considerata offensiva e ostile nei confronti della maggior parte degli abitanti di Memphis, un 63 percento dei quali, secondo il censimento del 2010, afroamericani.
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