Se solo qualche mese fa qualcuno avesse sostenuto che a Milano la battaglia elettorale sarebbe finita al ballottaggio, molto probabilmente sarebbe stato sbeffeggiato e poi rinchiuso. Del resto, Milano usciva da un periodo descritto quasi a reti unificate come favorevole: Expo, la narrativa della Capitale morale, lo skyline, il Bosco Verticale e la scia di quella Rivoluzione Arancione che si credeva fosse troppo presto per dirsi conclusa. Non importa se queste scelte siano in parte da attribuire a amministrazioni precedenti; il clima generale e la memoria breve dell'elettorato facevano pensare che questo si sarebbe schierato per il candidato proposto dalla giunta attuale.
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Quello della squadra è il vero elemento di differenza di questa campagna elettorale e quello che—più delle parole dei due candidati—riuscirà a spostare voti in una direzione o nell'altra.Parisi si presenta con l'appoggio di Forza Italia, Lega Nord, Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale, oltre ad altre liste minori. Fin dall'inizio ha cercato di crearsi un profilo di moderato, prendendo le distanze dalle frange più estreme della destra del suo partito e rifiutando—o quasi—all'interno delle sue liste esponenti di Lealtà e Azione.Che poi il problema non è manco — Gaetano Moraca (@Gaepanz)6 giugno 2016
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Per quanto riguarda i programmi di Sala e Parisi, entrambi presentano molti punti in comune, come anche le loro priorità: periferie, sicurezza, ambiente, trasporto pubblico, rilancio degli scali ferroviari. Ma se Sala insiste maggiormente sul voler rendere Milano la capitale europea del welfare, Parisi punta sulla riduzione della pressione fiscale. Le principali differenze tra i due risiedono nel modo in cui realizzerebbero i principali punti del loro programma e sulla loro visione della città.In tema di sicurezza, ad esempio, Sala reputa Milano una città sicura e parla di 300 agenti in più, mentre Parisi crede che ci sia ancora molto lavoro da fare e propone di ripristinare i vigili di quartiere e puntare sulla tecnologia. Inoltre hanno posizioni opposte sulla riapertura dei Navigli, a cui il candidato di centrodestra si è detto sfavorevole, mentre Sala ha rimandato la decisione a un referendum. È però sui temi dell'immigrazione, delle unioni civili e della famiglia che la distanza aumenta.Questo è il Centrosinistra — Beppe Sala (@NoiMilano2016)31 maggio 2016
Quando ai due candidati sindaco durante il confronto Sky è stata fatta vedere una foto di Stazione Centrale in piena emergenza profughi ed è stato chiesto loro se una situazione del genere si sarebbe mai ripetuta sotto la loro amministrazione, Parisi ha risposto con un secco "no," Sala con un "al massimo per qualche ora." Con la situazione dei centri accoglienza a Milano e i flussi migratori che si profilano, entrambe le risposte risultano poco credibili; la differenza sta però nel modo in cui i due candidati sindaco gestirebbero l'emergenza, e soprattutto nel cosa farebbero per prevenirla.Parisi: onda migratoria non aspettata, penso che molto importante il rispetto della legalità, imparare italiano e educazione civica — Ballarò (@RaiBallaro)14 giugno 2016
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Per quanto riguarda le unioni civili, sia Parisi che Sala hanno assicurato che le celebrerebbero, rispettando la legge. Parisi, che aveva fatto discutere mesi fa quando aveva annunciato la revoca del registro delle unioni civili, ha chiarito con decisione che non avrebbe obbedito alla richiesta di Salvini affinché i sindaci di centrodestra si rifiutassero di celebrarle. Per quanto riguarda l'utero in affitto, Parisi si è dichiarato contrario mentre Sala si è limitato a dire che agirebbe secondo legge.L'ultima polemica di questa campagna elettorale riguarda il tema della famiglia e risale a pochi giorni fa. In un'intervista, Parisi ha tentato di conquistare l'elettorato di destra dichiarando che la famiglia "negli ultimi cinque anni è stata discriminata, in favore di tutto quello che è diverso," e che, "su questo Pisapia e Majorino hanno dato messaggi gravi che danneggiano la nostra cultura." Ha poi proseguito citando la famigerata "teoria del gender," che sarebbe al centro di tutti "gli unici libri nuovi presi nelle biblioteche negli ultimi anni."Con questa dichiarazione, infine, Parisi si è garantito l'appoggio di Massimo Gandolfini, il promotore del Family Day. Per quanto un candidato come Sala possa risultare lontano da un certo elettorato di sinistra, e con un'eredità come Expo sulle spalle—che se per ora rappresenta un traino, più avanti potrebbe diventare un macigno—l'idea di sentire ancora la parola gender, o di tornare a vedere in carne e ossa i protagonisti di quella foto è tutt'altro che augurabile.E ancora meno augurabile, come ha notato un'analisi pubblicata sul sito di Radio Popolare, è la prospettiva di una Milano "in ostaggio due volte": da un lato della "fase crepuscolare di Silvio Berlusconi," e dall'altro della "voglia di egemonia politica e culturale" della Lega Nord.Segui Flavia su TwitterSegui la nuova pagina Facebook di VICE Italia:Celebrerò le unioni civili. Perché il sindaco deve rispettare la legge, qualunque sia — Beppe Sala (@NoiMilano2016)8 giugno 2016