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Storie di persone sgamate dai genitori ubriache o in altre situazioni imbarazzanti

Abbiamo chiesto ad alcune persone di raccontarci di quando erano adolescenti e i loro genitori li hanno beccati in stati alterati di coscienza mentre vomitavano l'anima, bruciavano il letto della sorella, o cercavano di cavarsi gli occhi.

I tuoi poveri genitori. Pensaci: ti hanno letteralmente messo al mondo, ti hanno cresciuto, ti hanno dato da mangiare. E poi tu compi 13 anni e cominci a urlargli contro perché non ti lasciano andare in Francia da solo per incontrare un amico che hai conosciuto su internet. E poi compi 14 anni e cominci a deluderli con la maggior parte delle decisioni della tua vita. E poi compi 15 anni e tutto va completamente affanculo fino a che raggiungi l'età, qualunque sia quest'età, in cui capisci che i tuoi genitori vogliono solo impedire che tu muoia e mirano al tuo bene. E allora tutto ricomincia a girare per il verso giusto.

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Ma gli anni prima di quel momento possono essere una vera lotta.

Abbiamo chiesto ad alcuni amici di raccontarci di quando, da adolescenti, i loro genitori li hanno sgamati a fare cose che non avrebbero dovuto fare e ne sono stati molto, molto delusi.

NON PRENDETE IL VALIUM ROSA

Ci sono state volte in cui ho chiamato mio padre mentre ero fatto d'acido, oppure abbiamo fatto insieme giardinaggio mentre io ero in hangover, ma la volta peggiore non me la scorderò mai—o meglio, si fa per dire, perché sono andato in black out e hanno dovuto raccontarmi cosa è successo in seguito. Avevo avuto una notte abbastanza impegnativa—penso di aver preso MDMA, cocaina, erba e aver bevuto un bel po'—e sono uscito dalla festa alle nove o dieci del mattino dopo. Mi sentivo malissimo, ma un amico aveva comprato su un sito di "droghe legali" delle strane pastiglie rosa di "super Valium", e me le aveva passate dicendo che erano molto forti. Perciò ovviamente ne ho presa una manciata. Poi altre tre. Sentendoci ancora molto strani e senza aver dormito nemmeno cinque minuti, siamo tornati a casa mia, dove i miei genitori stavano facendo colazione e sistemando il giardino—era una bella domenica mattina. Poi mi sono svegliato completamente vestito, alle sei di sera, sul mio letto e nessuno mi ha raccontato la storia fino a un paio di giorni dopo.

A quanto pare avevo deciso di mostrare a tutti i miei amici il contenuto del garage, e ho passato un paio d'ore a togliere tutto dagli scaffali e spiegare loro—e a mia madre—cosa fosse in scrupolosissimo dettaglio. Ho trovato una collezione di libri erotici degli anni Cinquanta e ho deciso di leggerne qualche estratto ad alta voce. A un certo punto ho rovesciato una tazza di tè sul computer cercando di saltare un tavolo. Insomma, mi stavo comportando come il classico personaggio che incontri nei bagni di una discoteca alle cinque del mattino, blateravo incomprensibilmente, facevo strani rumori, non smettevo di muovermi senza nessuno scopo e infastidire tutti mentre i miei genitori volevano solo leggere il giornale e mangiare qualcosa. Probabilmente ho anche fatto cose che non so perché non me le hanno dette, immagino per proteggermi—ma comunque tutti si sono comportati in modo strano con me per un po', in seguito.

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La storia me l'hanno raccontata i miei amici. Mia madre era abbastanza divertita dal tutto e mio padre non ha detto mai niente, tranne il classico, "Allora… Ti senti meglio oggi?" Sono sicuro che ci siano cose che ho dimenticato, ma non ho nessuna intenzione di chiedere. Comunque, non prendete il Valium rosa.—Jan

Foto di Vincent Muller.

TAXI GENITORIALE

Avevo 18 anni ed era l'ultimo dell'anno. Dovevo andare a una festa in una casa occupata di Shoreditch, a Londra, ma quando ci sono arrivata erano le 11.45 e non avevo ancora bevuto niente, quindi ero nel panico. Al tempo avevo un sacco di amici russi, e avevano portato una bottiglia di vodka purissima a 80 gradi di ritorno da un recente viaggio in madrepatria. Quando un liquore è così forte non lo senti nemmeno, e avevo 18 anni ed ero idiota, quindi ho semplicemente cominciato a trangugiare. Non so quanto ho bevuto, ma al momento del conto alla rovescia ero completamente ubriaca e stavo baciando un 30enne. Poco dopo, la stanza ha cominciato a girare e io a vomitare in maniera del tutto incontrollata. Ho cercato di uscire per prendere un po' d'aria fresca ma ho vomitato sulle scale. Non ricordo quanto tempo sia passato prima che uno dei miei amici mi avvertisse che avevano chiamato mio padre perché mi venisse a prendere.

Che sarebbe anche stato ottimo, tranne per il fatto che i miei genitori sono musulmani osservanti che non sanno che bevo. Mio padre, sia benedetto, è arrivato, e i miei amici mi hanno trascinato in macchina, dove ho passato tutto il viaggio verso casa a vomitare a intermittenza fuori dal finestrino e mugugnare qualche scusa del cazzo su un cibo andato a male che avevo mangiato. Nel mentre, le persone che festeggiavano in strada mi urlavano, "Forza tesoro! Butta fuori!" È stato un viaggio tranquillo—mio padre sembrava solo deluso, dato che entrambi i miei genitori si limitano a negare questa parte della mia vita. Stavo talmente male che non sono nemmeno finita nei guai; mio padre non ne ha parlato mai più e io ho passato due giorni a letto a vomitare e senza riuscire a mangiare, con un'intossicazione da alcol. Non ho mai più toccato la vodka, e la parte alcolica della mia vita è ancora nascosta ai miei genitori.—Zania

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L'ELEFANTE NELLA STANZA

Penso che fosse l'anno prima che mi trasferissi per andare all'università. Sono andata a una festa con il mio ragazzo e alcuni amici e mi sono talmente strafatta che cercando di baciarlo ho sbattuto i denti davanti contro i suoi. Mi sono rotta un dente e sono entrata nel panico. A causa di tutto l'alcol e le lacrime e l'erba avevo gli occhi in fiamme, perciò ho pensato bene di togliere le lenti. Il problema era che ero così fatta che non sapevo cosa stavo facendo, e mi sono graffiata tutta la cornea, peggiorando la situazione.

Perciò il mio ragazzo ha chiamato mio padre, che è venuto a prendermi alle quattro del mattino per portarmi in ospedale. Non felicissimo, ovviamente. Mi aveva vista un po' ubriaca prima, ma quella volta ero completamente fatta. In macchina mi ha chiesto se mi ero divertita con le canne e io mi sono dimostrata INDIGNATA che potesse credermi capace di fumare erba. Ho fatto un tentativo davvero miserabile di convincerlo che ero sobria e che avevo solo avuto un piccolo problema con le lenti a contatto. Comunque, siamo rimasti in ospedale per ore. Ho dovuto portare una benda sull'occhio per tre giorni e mio padre "non era arrabbiato, solo deluso." Il peggio. Poi non ha mai più fatto cenno alla storia, che è stata la parte peggiore—tipico di mio padre. Ma l'episodio è stato l'elefante nella stanza del nostro rapporto per lungo tempo.—Rachel

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UN SACCO DI MDMA

Io e i miei fratelli siamo andati a Manchester per un concerto e avremmo dovuto dormire a casa di mia cugina. Abbiamo spartito un grammo di MDMA prima di entrare al concerto, non l'avevo mai fatto. Mia cugina era così fatta che l'abbiamo persa e non sapevamo dove andare, perciò abbiamo chiesto a mio padre di venirci a prendere—a un'ora di distanza da casa—e abbiamo smascellato per tutto il tragitto. Io avevo solo 17 anni. È stato imbarazzante, ed eravamo anche in ansia perché non sapevamo dove fosse finita nostra cugina, e se fosse ancora viva. Non riuscivo a smettere di parlare. Ho spiegato a mio padre che mi si muoveva il mento da solo. Continuavo a dire che il concerto era stato bellissimo.

Foto di Jake Lewis.

All'inizio non gli abbiamo detto niente, ma sono la sua preferita e continuava a chiedermi, "Stai bene, amore mio?" Alla fine mio fratello gli ha detto, "Papà, ha preso un sacco di MDMA," e mio padre ha risposto, "Oh Rosie," e si è messo a ridere. Devo essergli sembrata molto buffa, avevo gli occhi fuori dalle orbite. Per lui era ok, ma mia madre si è incazzata quando siamo arrivati a casa. Non con me, che ero la più piccola, ma con mio fratello e mia sorella. Continuava a dirmi che avrei potuto perdermi come mia cugina o farmi male, e piangeva. Abbiamo ritrovato mia cugina il giorno dopo, aveva passato la notte svenuta nella tenda dei paramedici.—Rosie

DEVI RISPETTARE GLI ALBERI

Avevo organizzato una festa in giardino dei miei genitori quando ancora vivevo a casa, avevamo un forno a legna esterno e io avevo deciso di bruciare tutta la legna che trovavo. Avevo cominciato a bere nel primo pomeriggio e per quando i miei sono arrivati, alle tre e mezza del mattino, ero così fatta che non riuscivo a stare in piedi. Ho dato la buonanotte e sono andato in camera mia, ma mio padre mi ha richiamato poco dopo. Mi ha portato fuori e mi chiesto dove avessi trovato la legna. Io gli ho mostrato la pila in garage. Lui è diventato tutto rosso e non ha parlato per un po'. Non riesco a ricordarmi bene cosa ha detto, ma non l'avevo mai visto così arrabbiato.

Ho così scoperto che per le ultime ore avevo accidentalmente bruciato il letto smontato di mia sorella, che era costato circa 700 euro. Avevo deciso di saltare sulle doghe per romperle in due. Non c'è bisogno di aggiungere che i miei non erano felici. Penso sia stata colpa dell'alcol, non so come mi sia venuto in mente che fosse ok bruciare delle assi di legno che avevo trovato, ma l'ho fatto. Mia madre allora era andata a letto e si è mostrata più comprensiva in seguito, ma mio padre non mi ha parlato per due giorni. Alla fine, il mio crimine è stato non rispettare gli alberi.—Joe

@williamwasteman

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