Se siete lettori assidui di Noisey sapete già chi è Toni Cutrone: è quello che, insieme a un manipolo di mattacchioni, ha fatto sì che chiunque dotato di antenne per la musica strana, deviata, sperimentale e vitale imparasse a usare correttamente espressioni come “Roma Est”, “Pigneto” e “Metro C”. Parole chiave: DalVerme, NO=FI Recordings, Thalassa, Roma La Drona, Hiroshima Rocks Around, Mai Mai Mai, Trouble Vs. Glue, Metro Crowd.
Sembra incredibile, ma sono passati quindici anni dalla prima uscita su NO=FI Recordings. Era il 2001 e NO=FI non era nemmeno un’etichetta, era soltanto un avvertimento per i temerari che avessero osato ascoltare il primo CD degli Hiroshima Rocks Around, Isolation Bus Blues (uscito ufficialmente per Vurt Records): un modo per dire Occhio, qua non c’è tempo per l’alta fedeltà, le scimmie aliene radioattive ci hanno mozzicati e abbiamo solo pochi minuti per sputare fuori tutto il loro veleno sotto forma di no-wave tarantolata e noise rock assassino.
Videos by VICE
Nel corso degli anni, il catalogo NO=FI si è arricchito di perle, saltando di sottogenere in sottogenere, di mania in mania, dai Talibam! agli X Mary ai Neptune ai Father Murphy, fino ad arrivare alla pietra miliare che fu la compilation Borgata Boredom: uscita nel 2011, rappresentò in un certo senso l’atto di nascita (perlomeno per chi non frequentava assiduamente la capitale) di quella che conosciamo come scena di Roma Est.
Giovedì 15 settembre Toni e la sua NO=FI festeggiano il quindicesimo compleanno, che coincide anche con il quinto di Borgata Boredom, al Monk Club di Roma. Suoneranno Trouble Vs. Glue, Holiday Inn, Mike Cooper, Nastro, The Real Miracolo e Back To Mercurio.
Abbiamo chiesto a Toni di regalarci una playlist con i migliori pezzi dall’uscita della compilation a oggi per festeggiare insieme a lui e arrivare preparati all’evento. Potete ascoltarli e leggere i commenti del Ras di Roma Est dopo aver attentamente esaminato il volantino dell’evento—che tra l’altro è molto bello e disegnato da Re Delle Aringhe—qui sotto.
HIROSHIMA ROCKS AROUND – “The Matter of Facts” (Borgata Boredom: Music and Noises from Roma Est)
Cinque anni fa uscì questo disco, considerato il Manifesto della scena di Roma Est, fotografata nel 2011 così com’era. Ovviamente non comprende proprio tutto: ci sono gruppi che adesso non esistono più, altri che ci sono adesso ma non esistevano all’epoca e via dicendo. Credo tutto questo sia specchio della vitalità della scena, fantastica in quegli anni e tuttora in ottima forma (dopo un periodo di “sonnolenza” o di abbandono, a mio parere).
Forse lo reputo anche una sorta di Manifesto della NO=FI Recordings, che da sempre ha lavorato con amici e compagni di avventure, gente con cui si lavora faccia a faccia, con cui si programmano piani folli di fronte ad una birra e che dal quartier generale del Pigneto si sposta nei meandri dell’Occidente a portare la propria musica malata, senza mai fossilizzarsi nella propria terra e nella propria autoreferenzialità. Come si dice in termini attuali? Glocalità!
Questa è la prima traccia, dei miei amati Hiroshima Rocks Around.
GIANNI GIUBLENA ROSACROCE – “Dogon” (La Mia Africa)
La scena di Roma Est non si ferma all’interno del GRA, ma si allarga a tutta l’Italia e oltre. Stefano Isaia è un altro fratello con cui abbiamo vissuto e condiviso un bel po’ di avventure e progetti. Quando, contemporaneamente ai Movie Star Junkies (usciti su NO=FI con una tape nel 2007), inizia un nuovo “viaggio” col nome di Gianni Giublena Rosacroce trova subito casa qui da noi. Dopo il debutto su Yerevan Tapes, è arrivata questa tape fantastica a base di sonorità, ritmi e profumi del Nord Africa più onirico ed ipnotico. Impacchettiamo tutto con un artwork serigrafato da Arrache Toi Un Oeil (atelier di serigrafia di Parigi, altri cari amici con cui siamo cresciuti) e il gioco è fatto.
ENSEMBLE ECONOMIQUE – “I Light My Cigarette, I See YOU There” (No Highway)
Arriviamo alla West Coast americana, in una California del Nord in cui crescono ottimi luppoli ed erba. Dopo essermi innamorato di un disco di Ensemble Economique (Psychical, Not Not Fun, 2010) e aver passato un po’ di serate con lui tra passaggi a DalVerme a suonare e incontri più o meno casuali in tour, gli chiedo un po’ di materiale nuovo da ascoltare. Nel frattempo mi arriva per le mani anche una nuova registrazione dei neonati Heroin In Tahiti: è un segno del destino, l’accoppiata perfetta, così nasce l’idea di pubblicare un LP split. Detto, fatto.
MIKE COOPER – “Patterns of Islands” (New Globe Notes)
Avevo incontrato Mike varie volte e in varie occasioni, anche in quanto assiduo frequentatore del DalVerme (è inglese di nascita ma vive a Roma da più tempo di me). I suoi lavori e la sua ricerca musicale mi sono sempre piaciuti. Conoscerlo di persona non ha potuto che far crescere la mia stima, affetto e amore: per lui, per la sua musica e per la sua collezione di camicie hawaiiane. Ero un po’ intimidito e non sapevo bene come chiedergli del materiale, ma mi disturbava il fatto che non ci fosse vinile nella parte più recente della sua discografia sconfinata, così mi sono buttato. Insieme ai ragazzi di NERO Magazine abbiamo concepito un’edizione un po’ più complessa e gustosa rispetto a un semplice disco. Ed è cosi che è nata questa release: il disco è accompagnato da un libretto con racconti e disegni fatti da Mike durante i suoi viaggi per le isole del Pacifico. Per non farci mancare niente, c’è anche un’introduzione scritta da David Toop. Indossate la vostra migliore camicia hawaiana prima di premere play.
HEROIN IN TAHITI – “Granaglia” (Canicola)
Vicini di casa, di locale e di truffe, con gli HIT siamo spesso a stretto contatto a parlare di stronzate e grandi progetti per il futuro del mondo. Un giorno il Famoso Giornalista e Scrittore Valerio Mattioli mi ha fatto notare che non avevano ancora un’uscita su cassetta e questo era inaccettabile. Abbiamo subito deciso di riparare. Hanno registrato appositamente quello che poi sarà il loro disco migliore: Canicola. Pensando al portafoglio di Onga gonfiato dalle vendite dei loro dischi su Boring Machines, mi sono affrettato a pubblicare questa C40 con copertina stampata in Risograph di cui ho venduto tutte le copie ancora prima di ascoltarla. Da poco è uscita anche la versione in vinile, in occasione del Thalassa IV e decimo anniversario di Boring Machines… ovviamente già esaurita.
CADEO – “Side A” (Gran Galà)
Ci sono persone che stanno a Roma Est ma è comunque difficile incontrarle. Cadeo è un duo di magiche figure a noi care: uno di loro è Demented ed è facile vederlo in giro. L’altro non si può neanche nominare e si incontra difficilmente (qualcuno lo conosce come Polysick e altri come TheAwayTeam). Si sono messi insieme per rivivere e rivisitare in chiave musicale l’alba della televisione commerciale italiana. Un viaggio solo andata a cavallo di morbidi synth e voci familiari dall’universo Mediaset e non solo. Essendo un progetto audio/video, a questa cassetta è allegato un libretto di dodici pagine con immagini dei loro sogni televisivi. Ritorno al futuro assicurato!
DAN MELCHIOR – “What Happened to the Buffalo” (All At Sea)
Un vecchio amore che risale ai tempi d’oro del garage rock’roll, quando Dan faceva dischi stupendi con Billy Childish o con le sue band Dan Melchior Und Das Menace o Dan Melchior’s Broke Revue. Anche lui (come me?) si è (de)evoluto verso panorami più sperimentali, dilatati e concreti. Da grandi hit single garage pop è passato a synth, campionatori e altre macchine. Ho adorato questa sua deviazione che in un momento di facile successo “pop” lo ha mantenuto in ambienti sperimentali e di ricerca. Sfortunatamente ci siamo conosciuti in una situazione non propriamente bella: un crowdfunding fatto a DalVerme per supportare le spese mediche della moglie Letha, in un’America che non sovvenziona le cure degli artisti. Da allora siamo rimasti in contatto e abbiamo avuto molti scambi. Da qui è nata l’idea di un uscita su NO=FI e lentamente ci siamo arrivati. Questo è un disco che io adoro: scurissimo perchè specchio di un momento davvero duro che Dan ha passato, ma profondo, intenso e poetico. Altamente consigliato!
OvO – “Abisso” (Abisso/Genesi)
Se c’è una persona che mi ha influenzato fortemente nell’Italia musicale dei primi anni Duemila, questa è Bruno Dorella. L’ho incontrato come booker che portava gruppi americani in giro col suo furgone, come etichettaro che spingeva ottime band sotto il nome Bar La Muerte, come musicista sotto mille nomi e formazioni. Insomma, anno dopo anno, incontro dopo incontro, pranzo dopo pranzo, siamo diventati grandi amici! Se a lui unisci Stefania e tutte le volte che ci siamo incrociati in squat, locali fancy o scantinati, capirai che di esperienze ne abbiamo condivise un bel po’! Probabilmente per suggellare questa fratellanza abbiamo pensato a questa uscita di OvO su NO=FI: serviva una cosa “strana” e in linea con l’etichetta ed ecco che mi presentano le prime registrazioni del loro disco Abisso (uscito per SupernaturalCat), nelle quali avevano sperimentato, testato diverse vie, provato soluzioni meno probabili e fantasiose prima di buttare giù il disco vero e proprio. Roba molto gustosa!
FULKANELLI – “Side A” (Harmonikes Mundi)
Era il periodo in cui l’Italian Occult Psychedelia iniziava a imperversare in tutto il globo. NO=FI ha fatto la sua parte. Oltre a organizzare il festival Thalassa, abbiamo sfornato uscite che riteniamo pilastri del genere. I Fulkanelli sono un ottimo esempio di ciò che la I.O.P. “significa”. Un duo d’eccezione con il profeta dei tamburi Paolo Mongardi e il messia delle chitarre Cristian Naldi: un misto di prog, library music, soundtracks e la giusta dose di violenza live che fa sempre piacere (il sudore è necessario). Co-prodotto con la Lemming Records di Gaspare Sammartano (vedi alle voci Cannibal Movie e Sammartano), esce un disco “stellare” fin dal titolo, ispirato a Keplero: Harmonikes Mundi. Le grafiche affidate a Re Delle Aringhe mantengono la vocazione cosmica: vinile trasparente in busta di PVC serigrafata che ci porta mano nella mano a guardare il cielo di notte.
LAMUSA – “Mermaid” (Etrūrya)
Il ritmo, i synth, gli anni Ottanta, l’italo disco: unisci tutto questo alla fresca gioventù, alla sperimentazione, all’utilizzo di macchinari analogici e alla voglia di far sculettare ma con stile… ed ecco Lamusa! Avevo fatto uscire su cassetta un brevissimo EP perchè mi gustava. Chiamato a DalVerme a suonare arriva con una macchina stracolma di synth, drum machine, ampli e altri armamentari. Per la serie “ciao laptop”. Il live è stato la conferma definitiva della sua bravura e quando è arrivato ad avere il materiale per un’intero LP eravamo pronti per metterlo su vinile. Credo sia una delle uscite più pop di NO=FI (infatti co-prodotta dagli amici di Bomba Dischi, a buon intenditor poche parole). Evitare di diventare noiosi fa parte della nostra missione.
Il NO=FI Fest si terrà giovedì 15 settembre al Monk Club. Segnatelo sul calendario Metti “parteciperò” su Facebook.