Da quando Facebook è diventato una roba che serve solo a convincere vostra madre a votare Salvini, Instagram è il mio nuovo social network preferito ed è proprio grazie a Instagram se ho scoperto i Rathauz.
Mentre scorrevo tra le varie storie, ho sentito il ritornello di “UN3SCO“, una delle prime tracce che i Rathauz hanno caricato su YouTube (e forse anche una delle più accessibili, quindi nel caso voleste addentrarvi nel loro mondo, vi consiglio di partire da lì).
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Io invece partirò dal loro primo brano uscito per Doner Music poche ore fa:
Diciamo che, se vi piacciono i Suicide Boys, ma li trovate un po’ troppo sdolcinati, lo stile dei Rathauz potrebbe fare al caso vostro. Il progetto nasce da due fratelli veneti che da cinque anni organizzano feste trap dalle loro parti. “Abbiamo iniziato a fare cose con questo genere in un momento in cui, in un certo senso, eravamo proprio dei pionieri in Italia”, mi racconta uno dei due fratelli che compongono la colonna vertebrale del gruppo (a cui si aggiungono comunque altri musicisti, in base al mood dei vari pezzi.
“Le prime cose che facevamo e caricavamo su YouTube erano molto più vicine all’idea comune di trap, mentre con ‘@lgebr@’ abbiamo voluto andare più nella direzione dei nostri gusti personali, magari ci siamo un po’ distaccati dal genere trap per fare quello che ci piace di più.”
Il video del nuovo singolo segna questa rottura con gli stilemi del genere trap e, quella che sembra una lunga intro per il gruppo è in realtà un meta-racconto di questo cambiamento: “Ci ispiriamo molto al mondo del metal, in particolare la parte del cantato e abbiamo provato a portarla nel nostro progetto fin dall’inizio, quindi con questo pezzo stiamo solo arrivando alle conseguenze estreme di questo tentativo.”
Per concludere: se nell’hip hop vi è sempre mancata la parte in cui puoi fare headbanging, questo è il gruppo trap che fa per voi.
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