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Gli squali alieni più strani che abitano gli abissi

Esplorare i fondali è come visitare un mondo extraterrestre: per noi le creature marine sono delle autentiche creature aliene.

Gli americani vanno pazzi per gli squali, tanto da dedicare loro una maratona televisiva che ogni estate occupa una settimana di palinsesto spaziando dai film classici ai documentari realizzati ex-novo.

La Shark Week, che dal 2010 detiene il primato di evento più longevo della storia della TV via cavo, è anche il ciclo di programmazione tematica più seguito dopo quelli a tema natalizio in onda nei giorni di vacanza successivi al 25 dicembre, insomma, una vera tradizione annuale.

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Pur essendo nata come tentativo di sensibilizzare il pubblico alle problematiche ambientali che affligono queste adorabili creature, la settimana dello squalo, purtoppo è giunta col tempo a scadere nel trash o nel sensazionalistico (come quando ipotizzarono il ritorno di squali preistorici giganteschi estinti milioni di anni fa) tanto da far storcere il naso a più di uno spettatore.

Per fortuna i responsabili della rete hanno scelto di cambiare verso puntando di più sulle meraviglie della natura. Il canale ha assemblato alcune delle scoperte più curiose provenienti direttamente dalle profondità degli oceani: eccoci quindi al cospetto degli squali alieni.

Come ha raccontato David Gruber a National Geographic esplorare i fondali è come visitare un mondo extraterrestre, le creature marine rappresentano per noi delle autentiche creature aliene.

Abbiamo scelto gli squali alieni più affascinanti e riportati di seguito in ordine casuale:

Lo Squalo "palla" verde fosforescente

La pelle di questa specie di squalo, oltre a gonfiarsi in maniera analoga a quella del pesce palla, possiede la peculiare capacità di reagire alla luce sotto determinate condizioni. Proiettando della luce blu sui fondali e filtrandone la componente gialla, i biologi marini sono riusciti a rendere visibile anche a noi il verde fosforescente riflesso da questi squali. Una tale caratteristica gli consente di mimetizzarsi con la barriera corallina, di comunicare con altri individui e di attirare partner per la riproduzione.

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Lo Squalo che brilla al buio

La biofluorescenza è la proprietà posseduta da alcuni animali di assorbire la luce, trasformarla e infine di emetterla nuovamente sottoforma di radiazioni luminose con lunghezza d'onda più bassa. La capacità di questi squali consente loro di confondersi tra i riflessi marini per attaccare le proprie prede senza che queste li notino sopraggiungere . Le proteine coinvolte nel processo sono oggetto di studio anche della ricerca medica coinvolta nella lotta contro l'alzheimer e il cancro.

Lo squalo con il collare

In epoche lontane qualche esemplare particolarmente voluminoso di questa specie potrebbe avere ispirato antiche leggende di mostruosi serpenti marini giganti che minacciavano le traversate dei navigatori. Le sue mascelle ospitano un totale di 300 denti disposti in 25 file. Il suo apparato digestivo è in grado di dilatarsi per ospitare prede più grandi di lui e digerirle molto lentamente in maniera simile a quello dei boa della foresta pluviale.

Lo squalo fantasma

Lo squalo fantasma è un autentico fossile vivente la cui razza si è mantenuta inalterata per 400 milioni di anni a causa delle condizioni di isolamento in cui ha vissuto. Il suo soprannome deriva dall'aspetto spaventoso dei suoi occhi specializzati nell'individuare il plancton in condizioni di scarsa illuminazione e dal movimento natatorio fluttuante delle estese pinne laterali che gli fanno acquisire una qualità inquietante tale da rievocare l'impressione di trovarsi al cospetto di una presenza dell'altro mondo.

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Lo squalo lanterna

Lo squalo lanterna, oltre a essere molto piccolo in confronto ai suoi parenti, fa parte di quelle tre razze di squalo con la capacità di generare luce: la bioluminescenza, da non confondere con la biofluoerescenza. Le capacità di adattamento evolutivo hanno portato questa specie a sviluppare uno speciale pigmento che ossidandosi genera un forma naturale di luce blu che illumina la sua spina dorsale per mettere in guardia eventuali predatori.

Lo squalo centroforo e lo squalo lemargo del Pacifico

Il video passa in rassegna lo squalo centroforo, il lemargo, capace di raggiungere i 6 metri di lunghezza, e altre specie (la più incredibile il macropinna microstoma la cui parte frontale è completamente trasparente) i cui organi visivi, evolutisi nel periodo giurassico per agevolare la caccia, utilizzano un meccanismo della cornea che concede la capacità di vedere due volte meglio degli umani in condizioni di scarsa illuminazione e una sensibilità enormemente maggiore di qualsiasi videocamera mai progettata.

Questa serie immagini ci ricorda ancora una volta cosa significa confrontarsi con creature molto più antiche di noi che purtoppo ancora oggi perdono la vita in 100 milioni ogni anno per mano dell'uomo.