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Tecnologia

I signori della droga di domani saranno i biohacker

In futuro la droga sarà molto diversa da come ce la immaginiamo.

Ultimamente varie fonti—principalmente amici biohacker transumanisti—mi hanno raccontato che alcuni trafficanti di droga potrebbero essere interessati alla tecnologia per impianti craniali.

Se i ricercatori realizzassero un impianto che produca stimoli neurali tali da alterare percezioni, stati d'animo e comportamenti, il futuro delle droghe verrebbe rivoluzionato completamente e la loro produzione rientrerebbe nel dominio di ingegneri e programmatori: la nuova grande frontiera del cosiddetto mercato della droga.

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Circa mezzo milione di persone nel mondo ospitano dei chip all'interno del loro cervello. La maggior parte di questi sono impianti cocleari contro la sordità, ma alcuni servono invece per la stimolazione cerebrale profonda (DBS) per curare l'Alzheimer, il morbo di Parkinson e l'epilessia.

In generale, gli impianti cranici DBS lavorano immettendo impulsi elettrici in alcune regioni del cervello tramite degli elettrodi. Nel caso dei pazienti epilettici, questa operazione si rivela di grande aiuto nel controllarne le convulsioni.

Se i prossimi impianti cerebrali sfruttassero più a fondo la tecnologia EEG—una branca nel campo delle interfacce neurali—potrebbero distribuire le onde cerebrali in parti prestabilite del cervello. Producendo degli stimoli diretti alla regione che influenza l'umore—secondo la comprensione attuale della mente, l'amigdala—gli impianti riuscirebbero a procurarci delle sensazioni incredibili.

Thync è un dispositivo esterno che a quanto pare dovrebbe lavorare in questa maniera. Chi l'ha provato dice che funziona bene nel fornire una rapida botta di vita o per aiutarci a raggiungere uno stato di calma interiore. E in quanto gadget, ha pure un aspetto niente male.

Gli impianti di chip pongono ulteriori sfide per quanto riguarda la sicurezza

Naturalmente il vero Santo Graal degli impianti cerebrali sarebbe il chip del sesso. Un medico sta sperimentando il modo di stimolare direttamente le zone erogene del cervello. E` stata anche diffusa la notizia che sia in cerca di investimenti per mettere in commercio il suo prototipo a prezzi accessibili.

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Se un signore della droga con grandi capitali da investire si interessasse a queste tecnologie per svilupparle, potrebbe ricavarne enormi guadagni vendendo slot di stimoli di durata prestabilita alle persone fornite di chip. Ad esempio, si potrebbe acquistare direttamente dallo smartphone un'ora di estasi sessuale.

Naturalmente, lo stesso effetto potrebbe essere ottenuto semplicemente con una cuffia che altera le onde cerebrali, ma penso che saranno proprio gli impianti di chip a prendere piede. Dopo tutto, se vi trovaste a lavoro o a casa con il/la vostro/a compagno/a, non vorreste fare capire a nessuno che vi state sballando digitalmente oppure ricevendo del piacere sessuale per via elettronica. Ecco come la privacy garantita dai chip potrebbe rendere obsoleti i device esterni.

Gli impianti di chip potrebbero rivoluzionare anche il trattamento delle tossicodipendenze rivelandosi utili nel gestire le crisi di astinenza oppure somministrando solo quantitativi predefiniti di sostanze che consentano di non perdere il lavoro, scadere in atteggiamenti aggressivi o in generale di rovinarsi la vita in qualche altro modo.

Fondamentalmente, la ragione per cui gli impianti di chip finiranno per avere la meglio sui device esterni o sulle sostanze chimiche è proprio la possibilità di garantire un controllo totale. I chip potrebbero essere programmati in modo da non mandare mai in overdose gli utenti—anche se il vero grande inconveniente delle droghe è la garanzia di qualità. Le persone non sanno mai veramente di cosa è composta una sostanza fino a quando non la assumono—e spesso a quel punto è troppo tardi per correre ai ripari. I prodotti di provenienza illegale che siano naturali o sintetici come l'LSD, sono un terno al lotto: è difficile capirne la natura, la qualità e la provenienza. Se ci affidassimo a chip e a flussi di dati in download, potremmo disporre sempre di una traccia digitale da seguire in caso di problemi.

Gli impianti di chip, da parte loro, pongono un ulteriore genere di sfide per quanto riguarda la sicurezza. Come possiamo impedire che hacker malintenzionati ci mettano sopra le mani? In quel caso un brutto trip potrebbe finire molto male. La soluzione sarebbe quella di elaborare programmi infallibili che impediscano ai chip di danneggiare i loro possessori e che li disattivino automaticamente in caso di emergenza. Naturalmente, gli utenti stessi potrebbero controllare in prima persona gli stimoli dei loro impianti attraverso smartphone o altri dispositivi.

Le questioni che abbiamo affrontato finiranno di sicuro al centro dell'attenzione dei vari organi legislativi. Probabilmente come per le sostanze usate a scopo ricreativo, i vari governi dovranno decidere se autorizzare l'utilizzo degli impianti cerebrali allo stesso fine. Tuttavia, nel caso di divieti, se la tecnologia degli impianti cerebrali dovesse progredire ulteriormente, in pochi decenni la guerra alla droga potrebbe trasformarsi in una guerra agli impianti di chip.

Ho provato ogni sostanza stupefacente di cui sono a conoscenza—e sostengo le legalizzazione di tutte le droghe con le dovute cautele—per questo mi piacerebbe avere la libertà di sperimentare con i chip cerebrali l'intera gamma di nuove esperienze che potrebbero offrirmi.

Con molta probabilità i trafficanti di droghe illegali prima o poi punteranno ad inserirsi nel mercato degli impianti e degli stimoli cerebrali—e potrebbero paradossalmente finire per ricoprire un ruolo di rilievo nel loro sviluppo, soprattutto nel caso in cui questo tipo di ricerche venissero proibite per i pericoli che comportano (cosa che quasi sicuramente accadrà, almeno in un primo momento). Tuttavia sono convinto che il futuro di questi strumenti sarà florido e spero che il grande pubblico vorrà accogliere in maniera propositiva l'opportunità di espandere la nostra mente in tutta sicurezza attraverso la tecnologia.