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Tecnologia

La batterioterapia fecale, in pillole

Ora c'è un modo per somministrare la batterioterapia fecale sottoforma di pillole. Pillole di cacca, in sostanza.

La Clostridium difficile colitis, un tipo di diarrea infettiva, è tanto dolorosa e debilitante che chi ne è affetto spesso deve recarsi in ospedale per farsi curare. Secondo il CDC circa 14000 americani muoiono ogni anno per cause connesse a questa infezione.

Le cure standard implicano l'uso di antibiotici, ma alcuni ceppi della C. difficile sono diventati resistenti a qualsiasi tipo di antibiotico. Per i casi in cui l'antibiotico non è efficace, un altro metodo di cura, chiamato batterioterapia fecale, si è guadagnato molto seguito negli ultimi anni. La procedura, tuttavia, è molto sgradevole: va inserito un tubicino nel naso o nel retto del paziente in modo che il dottore possa inserire materiale fecale di un donatore sano. Una pillola di cacca, in sostanza.

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Un team di medici del Massachusetts General Hospital di Boston, guidato da Elizabeth Hohmann della Infectious Diseases Division, ha creato una versione in pillola di questo trattamento. In uno studio recente, questi medici hanno somministrato a 20 persone infette dal batterio C. difficile una pillola contente il materiale fecale congelato di una persona sana.

La materia fecale del donatore è stata miscelata con un composto salino "utilizzando un semplice frullatore," hanno scritto i ricercatori nello studio. La miscela è stata poi setacciata con un colino, inserita in una centrifuga e mischiata nuovamente con un composto salino e della glicerina che proteggesse il materiale biologico dai danni provocati dal successivo congelamento. La soluzione è stata poi immessa in delle capsule, inserite poi all'interno di una capsula più grande. Le pillole complete sono state poi poste in un freezer con una temperatura di -80°.

Le pillole hanno curato il 90 percento dei pazienti esaminati dello studio, con un'efficacia pari a quella riportata dagli studi sulla batterioterapia fecale tradizionale. Quattordici dei 20 pazienti sono migliorati dopo una sola terapia di 15 pillole al giorno per due giorni; le condizioni degli altri quattro sono migliorate dopo il secondo ciclo di trattamento.

L'USO DELLE CAPSULE EVITA LA NECESSITà DI PROCEDURE INVASIVE

"Questi risultati potrebbero far sì che la batterioterapia sia disponibile per un numero più ampio di pazienti, e potrebbe rendere la procedura più sicura," hanno affermato gli autori dello studio, che hanno pubblicato i propri risultati sul Journal of the American Medical Association.

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"L'utilizzo di capsule evita la necessità di procedure invasive. Aumentando la sicurezza della terapia, si evitano complicazioni associate alla procedure e i costi sono decisamente minori," hanno aggiunto i medici. In breve la pillola potrebbe far sì che i pazienti non si debbano sottoporre a procedure sgradevoli. Tuttavia, devono essere eseguiti ulteriori test sulla pillola congelata, visto il campione esiguo di persone su cui è stato condotto l'esperimento.

Ma perché esattamente dobbiamo far entrare nelle nostre viscere la materia fecale di qualcun altro? A volte è l'unica soluzione disponibile, considerando i vari ceppi di batteri C. difficile resistenti agli antibiotici. Gli antibiotici potrebbero addirittura rendere questo tipo di batteri più forti, poiché distruggono la flora benigna contenuta nell'intestino che aiuta a far sì che i batteri di C. difficile prendano il sopravvento.

Gli elevati costi della batterioterapia fecale tradizionale, di migliaia di euro, ha addirittura spinto alcune persone a effettuare i propri trapianti fecali in casa con metodi fai-da-te che possono essere molto pericolosi.

La batterioterapia fecale è un ambito relativamente nuovo, come gli studi sul microbiota umano (gli Stati Uniti hanno lanciato lo Human Microbiome Project nel 2008). Ma fino ad ora i risultati sono stati molto incoraggianti: nel 2012 è stato pubblicato uno studio che sosteneva che questa procedura potesse curare molte malattie, incluso il diabete di secondo tipo, la sclerosi multipla, il morbo di Chron e addirittura alcune allergie.

Speriamo allora che la pillola congelata creata dal team del Massachusetts General Hospital sia un successo.