Come avrete letto da qualsiasi parte, da qualche giorno a Milano assistiamo a un tira-e-molla seguito all’ordinanza “vieta gelato“, secondo cui sarebbe proibito consumare cibi e bevande nelle strade della movida dopo la mezzanotte. Dopo aver sviscerato l’assurdità e lo strano “umorismo” delle norme sugli orari di chiusura dei locali milanesi, stavolta ci siamo volute occupare dell’assurdità e dello strano “umorismo” della contestazione alle nuove norme—nella fattispecie dei membri di PdL e Fratelli d’Italia, che in questi giorni hanno messo in campo una contestazione all’ordinanza culminata con un raduno davanti alla gelateria GROM di Corso di Porta Ticinese. Nonostante la rettifica del Sindaco e l’annuncio di nuove ordinanze, l’evento, organizzato per le 23 di ieri e accompagnato dal dibattito sull’hashtag #piùGROMmenorom, si è tenuto.
Eccoci quindi obbligate ad andare a sondare gli umori di questi dissidenti e a indagare il loro metodo di resistenza, che, ci è stato detto, è “una dimostrazione del fatto che anche il centro destra, poco incline alle piazze, può invece scendere in strada e manifestare, se l’occasione è valida.” Una vera svolta, no? Se non che, come dicevano in Amore Tossico, “Ma come, dovemo svortà e te te piji er gelato?”
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Elena
VICE: Ciao, perché sei qui? Per la manifestazione?
Elena: Perché ho letto sui vari social network che c’è questa normativa sui locali che vuole distruggere la nostra economia, e anche per tutte le cose che ci sono state durante l’anno, come le domeniche di blocco delle auto—cosa che prima veniva fatta a mio parere per via dell’inquinamento, e che oggi viene fatta per agevolare le persone che possono prendere la bicicletta e andare a piedi. Sfortunatamente non tutti hanno la forza fisica di poter andare in giro in bicicletta.
Quindi il fatto che Pisapia abbia fatto marcia indietro e ci sia una contrordinanza pronta per essere firmata non toglie le ragioni della tua contestazione?
No, perché ripeto, non sono qui solo per un discorso di locali, il gelato rappresenta tutte le varie cose che ha fatto, è una protesta in generale.
L’hai scoperto sui social, quindi. Non fai parte di un partito?
No, assolutamente. Sono qui perché grazie a dio ho un cervello e reputo che queste cose siano sbagliate, che poi ci siano bandiere del PDL o meno, è una cosa che spetta a loro, punto. Tra l’altro io il gelato non lo volevo nemmeno, fa un freddo della miseria.
Ma secondo te partecipare qui non è mettersi sotto le insegne di un partito? Voglio dire, l’hanno organizzata loro.
Lo so. Ma d’altra parte è inevitabile, se loro vengono con le bandiere del PDL formalizzando tutto… Da parte mia è una cosa fatta per la città di Milano, non politica. Io sono qui perché si vuole bene a Milano e si vuole uscire da una situazione di crisi, dopo penso che l’hashtag sia davvero una cazzata e che non fosse necessario presentarsi qua sotto un partito politico. Scusami, posso andare a buttare il gelato?
Affiliato PdL, ha preferito rimanere anonimo
VICE: Lei è qua per la manifestazione?
Anonimo: Certo.
Contro cosa?
Contro questi inaccettabili provvedimenti presi da Pisapia che strozzano i milanesi, la libertà di mangiarci un gelato in pace dopo mezzanotte.
Ma l’ordinanza non è stata ritirata?
Eh, prima hanno scritto che non era vero, mentre nell’ordinanza era scritto chiaramente che dopo la mezzanotte il gelato non era più asportabile. A nostro modo di vedere bloccare l’esportazione [sic] del gelato è come bloccarne la vendita, perché chi è che si mangia il gelato in dieci minuti dentro la gelateria?
Messa così è una protesta di buon senso. Secondo lei perché ci sono solo due forze politiche mobilitate e non tutti i cittadini?
Mah, è una questione di sensibilità dei partiti. Abbiamo fatto un evento dove abbiamo avuto più di 1.500 persone, poi la gente va e viene. Ormai è mezzanotte e mezza.
State ancora mangiando il gelato: vuol dire che avete sconfitto l’ordinanza?
È un gesto di protesta giocosa, è un divieto talmente assurdo… È una tipica usanza milanese quella di prendere il gelato.
Volete anche protestare contro altri provvedimenti?
Assolutamente, dal continuo coprifuoco come le domeniche in bicicletta a tutto quello che sono…
E a parte le domeniche senza macchina?
Possiamo spaziare su mille argomenti, dai fondi tolti all’estate milanese per comprare le case ai rom, da tutti i divieti che vengono da interessi prettamente estetici di non fare vedere militari in giro per la zona… ci sono degradi tali tra viale Monza e Viale Padova, ormai in mano agli extracomunitari—c’è la gente che ha paura, non si può più girare, un’escalation verticale dei crimini. Addirittura il Consolato americano ha messo in guardia gli americani dall’andare in giro a Milano di notte perché è considerata una città pericolosa. Ripeto, la libertà dei milanesi deve stare al primo posto, invece qua sembra che si guardi solo agli extracomunitari, ai nomadi. Siamo italiani, vorremmo essere trattati almeno alla pari, insomma.
E #piùGROMmenorom è idea vostra?
Eh, è un hashtag inventato da un ragazzo che ha creato l’evento, ma non è del PDL.
Ma chi l’ha fatto?
Eh, uno, non lo trovo.
Uno esterno alla política?
Sì, un ragazzo di colore, di colore nel senso non caucasico, non so se sia marocchino o tunisino.
Quindi la paternità non è vostra, ma voi lo ripudiate come messaggio o no? O non rinnegate nulla?
Ma non è quello, è una trovata, sai come funziona Twitter? Tu metti un hashtag e lanci un argomento. Avrei potuto mettere “più gelato per tutti.”
Quindi voi vi dissociate da questo tipo di messaggio razzista.
Ma noi non abbiamo niente a che vedere, poi su quanto riguarda i soldi tolti ai milanesi per comprare le case ai nomadi, su quello abbiamo qualcosa da dire.
Alberto Villa, coordinatore regionale di Giovane Italia
VICE: Ce l’hanno detto tutti, la protesta non riguarda solo il gelato. Allora perché si sta davanti a GROM?
Alberto Villa: Perché l’evento è nato così, è stato la goccia che ha fatto traboccare il vaso, tanto è vero che la stampa ha ripreso questo elemento perché è il più divertente, il più innocuo e il più estivo. Poi, GROM è uno stereotipo che rappresenta comunque due ragazzi che dal nulla si sono fatti un lavoro, un’impresa con moltissimi dipendenti. È stata un’operazione di marketing, senza cui il polverone non usciva. Se non fai il polverone non ti caga nessuno. Sarebbe bello non avere il bisogno di crearlo.
Anche La Russa e De Corato erano un’operazione di marketing? Tra l’altro, loro il gelato l’hanno mangiato ben prima di mezzanotte.
Ma sì, loro si sono uniti alla manifestazione, perché era indetta per le 23.30. Tra i promotori io, Nicola Martora, Giulio Gallera, insomma i rappresentanti del centro destra milanese.
È un modo per festeggiare la sconfitta a Roma?
Guarda è un’ironia della sorte, trovarsi così oggi nella migliore manifestazione spontanea uscita dal centro destra il giorno della mazzata.
Quindi questa è la migliore manifestazione del PDL a Milano da tempo.
Mah perché è successa così, in un giorno. Alla fine abbiamo lanciato ieri dopo pranzo l’evento su Facebook e oggi siamo qua. Ora vedremo che altro si inventerà la giunta Pisapia. Noi siamo pronti. Il centro destra di solito è assente, non è incline alla piazza, invece oggi si sta facendo vedere. Siamo pronti.
Avete una posizione comune sull’hashtag?
L’inventore è lui [indica un ragazzo poco lontano], era diverso all’inizio, ma la cosa importante era la provocazione, cazzo sarà mica così importante, Pisapia ci tiene così tanto, ai rom. Ma Gallera ha detto chiudiamola qui, non c’è stata enfatizzazione e infatti oggi non è stato ripreso, come è nato è morto.
Oltre ai rom e il gelato, avete altri punti in disaccordo con Pisapia?
Le domeniche a piedi, una limitazione pazzesca.
Sì, ce l’hanno detto anche gli altri. Ma esistevano anche sotto la Moratti.
Ma quelle erano per combattere lo smog, queste sono finalizzate alla rieducazione. Cioè il concetto stalinista, sovietico, di rieducazione, mi fa rabbrividire. Io come liberale metto l’individuo prima di tutto, invece qui si sta assistendo a un altro concetto, la rieducazione sociale.
Ruggiero Delvecchio, capogruppo e coordinatore cittadino a Settimo Milanese (PdL)
VICE: Ciao, volevamo chiederti come è nata questa idea dell’hashtag.
Ruggiero Delvecchio: Era una cosa ironica, goliardica, più che altro era un gioco di parole tra GROM e rom, è nata all’incontrario. Dietro il gioco di parole però c’è una concezione politica, in cui si vede anche un attacco alle attività produttive, GROM è il simbolo, poi ci sono diversi artigiani che tramite questo provvedimento vengono colpiti, le paninoteche… La questione sui rom è che il comune di Milano ha aiutato anche con provvedimenti incredibili—le case, dare in concessione dei terreni—che secondo me in uno stato di diritto sono inaccettabili.
Quindi questo giustifica un gioco di parole che è stato definito razzista?
Guardi, io sono il chiaro esempio che non potrei mai essere razzista.
Ma infatti uno del PDL ci ha detto che questa frase l’aveva inventata un nero, un marocchino.
No, no, mia madre è della Louisiana, è statunitense, l’unica enclave francese che esiste, anzi, ormai non esiste quasi più. Ormai è diventata ispanica, quasi. Ma al di là di quello, io penso che ci sia ironia… Nel nostro Paese si scherza su tutto, si scherza sui santi, si scherza sul Presidente della Repubblica, perché non anche su questo? Perché per il politicamente corretto… Come io mi incavolo quando si dice “negro o di colore?”, no, è negro, non è di colore, per diana.
Ma meno rom cosa vuol dire?
Non vuol dire cacciarli via, ma applicare la stessa legge a tutti i cittadini.
Ma perché di meno?
Vuol dire meno politiche in favore dei rom.
Ma è una riduzione pericolosa.
Ma abbia pazienza, in 140 caratteri cosa devo dire. Twitter nasce proprio non dico per lo slogan perché lo slogan ha ancora meno caratteri, ma…
Quanti anni hai?
24.
E da quanto fai politica?
Sono entrato a 14 anni in Forza Italia. Ho avuto sempre la passione per la politica, ho iniziato a leggere poi mi sono spinto nell’ottica liberal-cattolica—ho iniziato a leggere da Rosmini, poi ho continuato da lì.
Ora sei in Giovane Italia, giusto? E il tuo futuro politico come lo vedi?
Io non ho futuro politico, penso che in un partito ci si offre spontaneamente, si dà quel che si può dare senza dimenticare che prima c’è il lavoro, non si può e non si deve vivere di politica e penso sia un obiettivo che dobbiamo porci tutti noi giovani, dinanzi a una Prima Repubblica che ha avuto anche persone che si sono prestate completamente alla politica. Io di mestiere faccio l’autodemolitore, ma rispetto al demolitore preferisco fare il formattatore.
Ah, sei un formattatore. Conosci il sindaco di Pavia quindi.
Certo, abbiamo fatto la formattazione a Pavia, ma io penso che nella politica ognuno fa quello che può. Mi hanno chiesto di candidarmi a consigliere comunale e l’ho fatto, sono stato eletto, poi sono diventato capogruppo e adesso sono anche coordinatore del mio paese.
Marco Osnato, consigliere comunale a Milano (Fratelli d’Italia)
VICE: Salve, lei è uno degli organizzatori?
Marco Osnato: No, sono un partecipante.
Posso chiederle cosa vi disturba di questa ordinanza?
All’articolo sette si sostiene che dopo le 24 non si possano più prendere bevande o cibi di asporto nelle zone della movida, e agli artigiani impone la chiusura all’una.
Ma Pisapia dice che in realtà è stato un errore…
È stato un errore che non è stato ancora modificato, infatti qui ci sono persone che mostrano che la multa l’hanno avuta, se era un errore allora intanto restituisca i soldi a quelli a cui ha fatto un verbale, e poi ci mostri un documento che dimostri che ha cambiato questa ordinanza.
Ma secondo lei qual è la ragione per cui ha fatto questa ordinanza?
È un classico atteggiamento di Pisapia che abbiamo visto molte volte, che a parole è liberatore e aperto a tutto, a fatti, magari fosse solo conservatore, è distruggitore, che è molto peggio.
Il suo obiettivo è distruggere la movida milanese, vietando i gelati?
È l’incapacità di gestire la movida.
Ma questa cosa bloccherebbe anche i kebab, vero? Allora perché non manifestare davanti a un kebabbaro?
Primo perché si è preso il gelato perché fa più presa, è chiaro che noi difendiamo tutti gli esercizi, abbiamo qui i birrifici che si meritano il nostro sostegno tanto quanto i gelatai.
Ma tra tutte le mille ragioni per scendere in piazza, il gelato non mi sembra la più valida…
Be’ ma siamo scesi in piazza contro le politiche del bilancio, contro le politiche di assistenzialismo ai rom, contro le politiche della sicurezza…
A proposito dei rom, cosa ne pensa di una delle hashtag che ha lanciato la protesta, #piùgrommenorom?
È stata una sciocchezza che ha scritto qualcuno su Facebook, ma io non…
Ma viene da PDL, Centro Destra, Lega, altri?
Guardi io sono di Fratelli d’Italia non lo so da chi viene, non so chi l’abbia inventato…
[interviene un altro] Parliamo di lavoratori, non di partiti, perché qui c’è gente come me che da dieic anni è su questa vita, che adesso deve lasciare a casa due persone perché deve chiudere all’una, sai cosa faccio? Piadine e hamburger e le birre vendo, siamo in via Ascanio Sforza.
Grazie, magari poi passiamo. Ma lei è soddisfatto dal numero dei presenti? Su Facebook c’erano più di 1.300 partecipanti, ma al momento ci saranno cento persone.
Guardi a me interessa che la città ne parli e la città ne ha parlato.
C’è un gusto simbolo di questa protesta?
Ho visto che andava di moda il caffè.
Il più borghese?
Quello che rende nervosi.
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