Abbiamo chiesto a sei veneti se si sentono degli “ubriaconi”

Rielaborazione da un’illustrazione di Amanda Lanzone. Foto via Flickr.

In queste ore su tutti i quotidiani è stato riportato l’esito dell’ennesima polemica con al centro Oliviero Toscani. Oltre ad aver passato più o meno tutta la sua carriera tra i cavalloni di tempeste per—in un elenco non esaustivo—i suoi scatti di condannati a morte, qualche uscita infelice sull’immagine delle donne, i fotomontaggi di baci tra papa e imam e tra la Merkel e Berlusconi, etc etc, lo scorso anno si è reso colpevole di aver chiamato i veneti “ubriaconi.”

La vicenda risale al 2015, quando durante un collegamento con il programma radiofonico La ZanzaraToscani aveva detto che i veneti sono “un popolo di ubriaconi e alcolizzati atavici, i nonni, i padri, le madri,” e che “basta sentire l’accento veneto: […] è da ombretta, da vino.” A questo intervento erano seguite le richieste di scuse ufficiali del governatore Zaia—scuse che sono arrivate tre giorni dopo. Ciononostante, quattro veneti hanno deciso di sporgere denuncia “per diffamazione”, ed è proprio su questa accusa che si è espressa di recente la Cassazione, dichiarando la non colpevolezza di Toscani.

Videos by VICE

Ora, c’è da ricordare che quello che ha detto Toscani—male—è non solo lo stereotipo più noto sui veneti, ma spesso anche una delle più diffuse ragioni di vanto da parte degli abitanti di quella regione. Abitanti che abbiamo interpellato per capire cosa pensino di Toscani, della Cassazione e dell’alcol.

ALBERTO, 30 ANNI, CAMERAMAN, VERONA

VICE: È vero che i veneti sono tutti ubriaconi?
Alberto: Mah, abbiamo uno stretto rapporto con l’alcol, quello sì, e tendenzialmente siamo dei gran bevitori, ma come noi friulani e trentini. Però non userei il termine ubriaconi.

Ma secondo te come si fa a stabilire una classifica di che popolazione è più o meno incline al bere?
È una questione di allenamento, di abitudine. Noi a Verona beviamo e basta senza poi dire, “Ieri sera ho bevuto 12.000 birre,” per rimarcare il fatto che uno ha bevuto tanto. Non so come spiegarmi, si fa e basta, per abitudine e non per mettersi in mostra. E poi è una questione atavica, penso derivi dalla cultura contadina di questa regione: credo ci siano degli agricoltori che da quando hanno aperto la prima damigiana di vino hanno dimenticato il sapore dell’acqua.

Oltre a essere amanti del bere, cosa distingue nella storia i veneti?
Guarda che non puoi dire veneti, il segno distintivo numero uno è il campanilismo. Prova a dire a un veronese che è vicentino o viceversa—ti ricordo il proverbio, “Veneziani, gran signori; padovani, gran dotori; visentini, magna gati; veronesi tuti mati.” Perciò, parlando per Verona, abbiamo sicuramente ospitato Dante in esilio e poi abbiamo la prima testimonianza scritta di italiano. Ah, e Salgari.

Ok, quindi a bere un’ombra di vino con Toscani ci andresti?
Certo, basta che non sia il suo. Scherzo—non l’ho mai provato.

ELEONORA, 25 ANNI, PR, VENEZIA

VICE: Sapevi della storia di Toscani, e quanto ti ha stupito venirne a conoscenza?
Eleonora:
Non avevo sentito della vicenda fino a quando me l’hai detto tu, e sinceramente mi fa strano che abbia fatto notizia.

Ma in quanto veneta in generale come vivi l’associazione veneti-ubriaconi, e quanto trovi di vero a proposito della dichiarazione—seppure frutto di una generalizzazione—di Toscani?
Sulla tendenza dei veneti a consumare grosse quantità di alcol, credo che sia pacifico affermarlo: a Venezia i local li vedi nei baretti con la prima ombra in mano come minimo prima di mezzogiorno.

Quali altri luoghi comuni ci sono sui veneti su cui ti senti di fare un commento?
Diciamo che l’alcolismo è il luogo comune che fa da collante tra tutte le città, poi ognuno ha il suo—tipo dei trevisani si dice che siano i contadini arricchiti e dei chioggiotti che sono tutti ladri (oops, forse quest’ultima è vera).

Non sappiamo se questi ragazzi siano veneti, ma erano al Vinitaly, che è in Veneto. Foto di Alessandro Rampazzo.

FILIPPO, 21 ANNI, STUDENTE, TREVISO

VICE: Ciao, secondo te Oliviero Toscani ha ragione a dire che i veneti sono dei beoni?
Filippo:
Ha detto bene. Il termine “alcolizzati” nel vero senso della parola è eccessivo, ma il fatto che ci sia un abuso di alcolici in Veneto, almeno dalle mie parti, secondo me è più che vero. Lui avrà utilizzato quel termine perché probabilmente è il primo riferito all’alcol che gli viene in mente. Appena scoppiato il caso, comunque, mi sono fatto una risata e mi sono detto “Non ha scoperto l’oro.”

Ma allora perché alcuni si sono arrabbiati così tanto?
Secondo me perché si sentono colpiti nell’orgoglio. Comunque ci sono le eccezioni che fanno la regola—io, per esempio, sono quasi astemio. Ma raramente sento qualcuno dire, “Sabato tranquillo, niente di che.” Solitamente le persone che conosco hanno almeno un’occasione alla settimana per sfondarsi di alcol.

E com’è essere praticamente astemio?
Capita spesso che mi sento tirare addosso qualche bestemmia se non accetto una birra o dico, “Non bevo”. Ogni tanto salta fuori magari il commentino per menare per il culo: “Caz ma come fai?” “Seriamente?” “Ma va.” Dove vado di solito è il barista direttamente che mi infama, “Oh ma qua no te bevi mai manco ‘na bira”. Molti probabilmente sentono il bere come parte della cultura veneta—deve essere per questo che il termine “alcolizzati” di Toscani li ha fatti così arrabbiare.

Ci sono luoghi comuni sui veneti che pensi rispondano a realtà?
Grandi bestemmiatori. Su quello non ci piove. Possiamo far cadere tutti i santi del paradiso nel giro di dieci minuti. Poi, fammi pensare… Forse il fatto che siamo introversi e dediti al lavoro. Vita molto piatta che ancora di più spinge, quindi, a cercare un bicchierino di vino—seguito da altri cinque o sei. E poi il Veneto odia, odia a palate—tra paesi, tra province, tra città. Solo sul bere siamo d’accordo.

MARGHERITA, 28 ANNI, LIBERA PROFESSIONISTA, VICENZA

VICE: Hai sentito della vicenda di Toscani, e qual è stata la tua reazione in merito?
Margherita:
Avendo una buona dose di contatti Facebook di origine veneta, la notizia mi è giunta, ma l’ho poi rimossa molto velocemente. Non nutro particolare simpatia nei confronti di Oliviero Toscani e trovo che, in generale, sia sgradevole parlare di un’intera popolazione facendo riferimento a stereotipi. Detto questo, affermare che si sia trattato di un caso di incitazione all’odio etnico nei confronti delle persone venete mi pare fuori luogo ed esagerato.

Quindi i veneti non sono “tutti ubriaconi”.

Ovviamente no. Esiste una vasta cultura del vino e dei superalcolici, ma questo non significa che l’intera popolazione sia amante di queste bevande. Personalmente apprezzo il fatto che in Veneto ci siano un sacco di osterie dove trovare buon vino a un prezzo irrisorio, ma questo ha a che fare in gran misura con l’atmosfera che si respira in questi luoghi. Ora che vivo a Trento sento la mancanza di spazi di quel tipo, perché per fare un aperitivo economico sono costretta a consumare birra ignorante stando seduta per terra o a bere vino schifoso in un’osteria puzzolente. Non a caso, quando vengo assalita dalla nostalgia vado a farmi un giro a Bassano del Grappa, che pur essendo un posto molto più fighetto di Trento, è pieno di osterie pregevoli ed economiche.

Ma di solito voi veneti non vi vantate di bere un sacco?
A volte ci si vanta di reggere l’alcol proprio in quanto veneti, e anch’io l’ho fatto diverse volte, ma si è sempre trattato di battute.

Una piscina alcolica a Venezia, durante la festa del Redentore. Foto di Luca Bragagnolo.

FEDERICO, 27 ANNI, VIAGGIATORE (SUONA MEGLIO DI DISOCCUPATO), THIENE

VICE: Sapevi dell’uscita di Toscani prima di essere contattato per questa intervista?
Federico:
Sì, mi trovavo in Australia nel febbraio del 2015, quando avvenne il fatto, e ricordo benissimo che suscitò parecchio scalpore tra i miei amici di Facebook. Alcuni erano quasi orgogliosi dell’associazione, ma i più si erano risentiti parecchio… A me la cosa ha fatto ridere, perché trovandomi distante da casa mi divertiva pensare a un caso mediatico basato sull’alcolismo dei miei conterranei.

Ma in quanto veneto come vivi quest’associazione?
Non siamo gli unici nel mondo a bere molto, ma di sicuro ci difendiamo. D’altronde l’aperitivo è considerato sacro. Già alle 11 di mattina si smette di bere caffè al bar e si passa allo (agli) spritz. Quando al bar qualcuno dei tuoi amici si azzarda a ordinare qualcosa di analcolico parte sempre la domanda “steto ben?” o in caso tu sia femmina “sito incinta?”, seguiti dal più totale disprezzo in caso tu stia bene e non sia incinta e il monito “l’acqua fa ruxine” (l’acqua fa ruggine) o la citazione di un detto vero come pochi, “chi non beve in compagnia o xe un ladro o xe na spia” (non credo serva traduzione).

Adesso Toscani ti sta più o meno simpatico di prima?
Sinceramente non me lo sono mai cagato di striscio prima e non penso lo farò adesso.

Quali altre idee comuni ci sono sui veneti su cui ti senti di commentare, a parte la questione bestemmie che è molto sentita?
Da quel che sento dire dai non-veneti, saremmo maleducati. Ma non mi pare che brilliamo in antipatia, anzi solitamente se ci conosci al bar siamo molto inclini a socializzare. Anche i gestori dei locali sono solitamente chiacchieroni e socievoli, con l’unica eccezione dei veneziani che va be’, sono spesso un caso a parte—in un noto bacaro di Venezia sono stato multato di un euro per aver osato chiedere un “refill” dell’ombra, usando per l’appunto il termine inglese per infastidire la locandiera che aveva passato due minuti buoni a insultare in veneziano una sventurata turista britannica.

Mi rendo conto solo ora che sto facendo esempi riguardanti esclusivamente situazioni da bar. Ma non è che la vita in Veneto offra molti altri luoghi di socializzazione… A tal proposito, ogni volta che rientro da una permanenza più o meno lunga fuori regione mi rendo conto di essere a casa quando i miei amici mi invitano per un caffè dopo pranzo e “i me ciava” perché torno a casa alle 10 di sera sbronzo come una merda. Cosa che a me succede solo lì sinceramente, quindi un motivo ci sarà.

PIETRO, 28 ANNI, GIORNALISTA, TREVISO

VICE: Qual è stata la tua reazione alla notizia della Cassazione?
Pietro:
La mia reazione è stata nulla, mi sono semplicemente ricordato di quanto Olivero Toscani debba “provocare” per rimanere a galla, e mi sono un po’ intristito. La notizia in sé invece mi ha fatto ridere: l’articolo della Stampa aveva un tono celebrativo, tipo “Finalmente, finalmente possiamo dare degli alcolizzati ai veneti.”

Come ti comporti in generale con chi sostiene quest’idea dei “veneti ubriaconi”?
Dipende dalle persone con cui mi trovo a parlare. C’è gente che obbedisce ai luoghi comuni e quindi si aspettano che io faccia colazione con la grappa—cosa che non faccio. In questi casi cerco di spiegare che i veneti non sono costantemente ubriachi, che è una cosa molto stupida da fare, lo so. Oppure gli indico l’elefante nella stanza, ovvero il Friuli-Venezia Giulia, che molti dimenticano ma i cui abitanti “bevono il Piave,” come si dice dalle mie parti. O i trentini. Insomma, i veneti come carpi espiatori della questione alcolismo nel Nord-Est.

Il Veneto è comunque una regione con una solida “cultura dell’alcol”. C’è una ragione, secondo te?
I veneti hanno ottimi vini e e hanno le osterie migliori del mondo. Cos’altro dovrebbero fare se non cedere alle lusinghe di Bacco? Credo piuttosto sia in corso una piccola venetizzazione del mondo, col Prosecco che vende più dello Champagne e i “cicchetti” che ormai trovi in sempre più posti—spesso fanno cagare, ma comunque. Come ha scritto il Guardian, “When it comes to sparkling wine, we are all northeastern Italians now.”

Segui la nuova pagina Facebook di VICE Italia: