FYI.

This story is over 5 years old.

crimine

Il finto miliardario che ha truffato Hollywood e poi è scomparso

Con party su mega-yacht e fiumi di champagne, Jho Low è riuscito a far credere a celebrity e investitori di essere un vero miliardario.
A sinistra: Leonardo DiCaprio e Jho Low nel 2013. Foto di Bertrand Rindoff Petroff/Getty Images. A destra: Jho Low e Ludacris nel 2014. Foto di Dimitrios Kambouris/Getty Images per Gabrielle's Angel Foundation.

Nato in Malesia e laureato a Wharton, Jho Low era conosciuto principalmente per i suoi party sfrenati con i grandi nomi di Hollywood. A quanto pare, era disposto a spendere centinaia di migliaia di dollari, e a volte addirittura milioni, per fare colpo su star come Paris Hilton, Lindsay Lohan o Miranda Kerr. Nel gergo di chi frequenta nightclub e casinò, i clienti più spendaccioni sono le "whales" [balene], e Low è probabilmente la balena più grande ad avere mai varcato la soglia dei casinò di Las Vegas, Saint Tropez e New York. Low era la mente dietro 1MDB, un fondo d'investimento statale malese, e secondo il Dipartimento di Giustizia statunitense sarebbe stato coinvolto in uno scandalo di frode e riciclaggio per un valore complessivo di miliardi di dollari. Nonostante le condanne penali a suo carico in madrepatria, Low ha sempre negato le accuse e ha addirittura creato un sito per difendersi.

Pubblicità

Quello che sappiamo per certo, però, è che lui e persone a lui molto vicine hanno acquistato un jet privato del valore di 35 milioni di dollari, alcune quote dell'etichetta discografica EMI, opere d'arte di Jean-Michel Basquiat, Monet e van Gogh, un mega-yacht da 250 milioni di dollari, un attico enorme a New York nel Time Warner Center, e tutto l'hotel Viceroy L'Ermitage a Beverly Hills. A quanto pare, Low avrebbe aiutato a trovare i fondi per finanziare la produzione di The Wolf of Wall Street con Leonardo DiCaprio attraverso Red Granite Pictures. Con quelle cifre da capogiro, Low conduceva una vita ben oltre ogni immaginazione. Poco prima che il suo impero andasse in rovina, era in trattativa per l'acquisto di una buona parte delle quote della maison Tom Ford. Allo stesso tempo, si stava avvicinando alla sfera politica statunitense e si stava interessando a quel tipo di influenza globale. Difficile immaginare dove sarebbe ora se il suo mondo non gli fosse crollato addosso.

Nel loro nuovo libro, Billion Dollar Whale: The Man Who Fooled Wall Street, Hollywood, and the World, i giornalisti del Wall Street Journal Tom Wright e Bradley Hope dipingono un ritratto piuttosto fedele della vita di Low e della sua influenza sul sistema finanziario globale e le grandi aziende americane. VICE ha incontrato gli autori del libro per cercare di capire come avrebbe fatto Low a costruire la sua immagine di miliardario e come sarebbe entrato in contatto con quell'un percento della popolazione mondiale che compone l'élite, e soprattutto perché la legge non sia riuscita a fermarlo.

Pubblicità

VICE: Il passato e l'educazione di Low sono interessanti, la sua non è la classica storia di chi cresce povero e poi raggiunge il successo. Quanto pensate abbia influito il background socioeconomico sulle sue azioni?
Tom Wright: Low viene da una famiglia benestante—sicuramente milionaria—ma comunque meno abbiente della classe di miliardari cui lui aspira. Suo padre, Larry, aveva investito in un'azienda tessile, ma era conosciuto in tutta la Malesia come un truffatore. Low era cresciuto assistendo ai party del padre, quelli in cui faceva arrivare modelle dalla Svezia per fare festa sul suo yacht. Dal padre, Low ha imparato tutto sulle compagnie offshore. Aveva un fratello e una sorella, e Larry aveva grandi aspirazioni per tutti e tre i figli. Così, Low fu mandato ad Harrow [una scuola d'elite di Londra], dove fece amicizia con i membri di importanti famiglie reali dell'Asia e del Medio Oriente, e conobbe il figliastro del futuro primo ministro malese, Najib Razak. Voleva a tutti i costi diventare membro di quella classe sociale, e ci riuscì.

Ha costruito il suo successo fingendo di essere miliardario—ma in realtà non lo era davvero, giusto?
Bradley Hope: Sì, Low faceva credere a tutti di essere ricco, di poterli far diventare ricchi a loro volta e di avere le giuste conoscenze nel giro; questi erano i suoi trucchi principali. Anche da bambino faceva di tutto per sembrare molto più ricco di quello che era. Si dice, per esempio, che una volta prese in prestito l'enorme yatch del padre di un suo amico e modificò le foto di famiglia per far credere ai suoi amici di Harrow in visita per l'estate che fosse di sua proprietà. Un'altra volta organizzò un party gigantesco, ma all'insaputa degli ospiti, non pagò mai completamente la somma al proprietario del locale, ma solo una minima parte. Ma a ogni evento, curava ogni dettaglio personalmente, dai fiori che decoravano la tavola, ai bicchieri da cui avrebbero bevuto gli ospiti.

Pubblicità

Cosa possiamo capire dell'elite e dell'alta società post-crisi finanziaria grazie alla storia di Low?
T.W.: Tutto è in vendita! Anche attori, modelli, banchieri e businessman con patrimoni da centinaia di milioni di dollari vogliono sempre più soldi. Per esempio, Miranda Kerr guadagnava sette milioni di dollari all'anno prima di iniziare a frequentare Low. Ma questa cifra non le bastava per vivere su un super yacht da 250 milioni di dollari e organizzare feste a base di champagne in Costa Azzurra. Anche DiCaprio era già molto ricco prima di incontrare Low, ma è stato comunque attirato dalla sua proposta di dargli 400 milioni di dollari da investire in The Wolf of Wall Street, in un momento in cui Warner Bros non voleva più finanziarlo. Il cosiddetto circolo "dell'un percento" è estremamente ridotto, e una volta entrato, Low ha iniziato a muoversi da una persona all'altra. È stato uno dei più abili networker di sempre. Era in grado di valutare ogni persona, capire quanto gli servisse, e spremerla a dovere. Ha sfruttato le sue conoscenze a Hollywood per convincere gli uomini d'affari arabi a concludere accordi milionari. Quando hanno visto Kate Upton sul suo yacht, si sono convinti.

Ok, ma cosa gli ha permesso di introdursi in questo mondo senza destare sospetti?
B.H.: Per le celebrity e i musicisti si è sempre trattato di soldi. Low aveva amici nel mondo dei night e simili che potevano "organizzare" gli incontri con i VIP o farli partecipare alle sue feste a un determinato prezzo. Alcuni di loro sono diventati suoi amici, o soci in affari. Per esempio, Swizz Beatz considerava il contatto con Jho un'opportunità di business e lo coinvolse nel tentativo di acquistare Reebok da adidas group. Il contratto era ancora di là da venire, ma alla fine qualsiasi ipotesi saltò quando emerse lo scandalo, nel 2015. Anche i banchieri si erano dimostrati interessati ai soldi di Jho, principalmente per guadagnare sulle sue transazioni e sugli accordi commerciali. Molti suoi amici in Medio Oriente erano esaltati all'idea di partecipare agli affari e anche alla bella vita di Jho, in particolare alle feste con le celebrity e le top model.

Pubblicità

Nel libro, paragonate Low al Grande Gatsby. Non è un po' troppo?
T.W.: Entrambi, sia il Grande Gatsby sia Billion Dollar Whale, hanno vissuto in momenti storici di profonda disuguaglianza economica. Nei Ruggenti Anni Venti, la borsa ha reso pochissime persone estremamente ricche. Oggi potremmo dire che la stessa cosa hanno fatto i fondi di investimento, i fondi speculativi, i fondi di investimento privati, oppure, come nel caso di Low, i fondi statali. Essere in grado di gestire questi investimenti significa avere accesso a ricchezze spropositate, ed essere in grado di ricostruirsi un'identità. Jay Gatsby era povero e Low invece veniva da una famiglia benestante. Ma come Gatsby, anche Low ha scelto i party e la ricchezza come modo per introdursi in un'élite ancora più ristretta.

Mentre Jay Gatsby stava cercando di conquistarsi la fiducia di Daisy Buchanan, Low desiderava avvicinarsi a celebrity come Paris Hilton. Negli anni Venti, il patrimonio familiare aveva ancora un certo potere e un'influenza su Gatsby, mentre Low è più attratto dalla notorietà. C'è un'altra somiglianza: Nick Carraway descrive Gatsby come "la persona più ottimista che io abbia mai incontrato nella mia vita," e questa dote appartiene anche a Low. Per portare a termine truffe di quelle dimensioni, devi certamente credere in te stesso e avere fiducia che tutto andrà per il meglio. Anche ora, Low manda messaggi dal suo nascondiglio in Cina in cui si offre di aiutare il governo malese nelle negoziazioni per recuperare denaro. E ha fatto appello ai suoi avvocati a Londra e a New York per cercare di impedire la pubblicazione del nostro libro, ma non ha funzionato.

Pubblicità

Ma allora perché nessuno riesce a fermarlo?
B.H.: Le autorità giudiziarie in diversi paesi hanno formulato accuse contro di lui e altre persone, ma non sappiamo bene quali siano le loro intenzioni. Se sta in Cina, non è facile ottenere l'estradizione a meno che il governo cinese non la consideri una buona idea. La cosa si complica ulteriormente, perché Jho aveva detto ai suoi soci che stava "lavorando con l'intelligence cinese" e che il governo di Pechino l'avrebbe protetto. Pensiamo che Jho Low oggi si trovi in Cina, forse a Hong Kong, Shenzhen o Macao.

Quando è scoppiato lo scandalo nel 2015, molti dei suoi contatti si sono parlati per la prima volta e si sono resi conto che a ognuno era stata raccontata una storia diversa. Come si legge in alcuni documenti giudiziari, Jho si era anche spacciato per altre persone in conversazioni via mail. Non vogliamo dire che sia del tutto disonesto, ma di sicuro ha molti piani diversi ed è sempre impegnato su più fronti per attuarli. Anche nel bel mezzo di una festa l'avresti trovato in un angolo a rispondere al telefono. Oggi gira con sette o otto telefoni e manda messaggi come se stesse usando un pianoforte. Ottenere la sua completa attenzione è molto difficile.

Quando è stato avvisato l'ultima volta?
T.W.: Secondo alcune voci, sarebbe stato avvistato in un locale di Hong Kong. E anche alcuni acquisti ricollegabili a lui confermano che si trovi in Cina. Il governo malese dice di essere in trattativa per l'estradizione, ma probabilmente ora Pechino ha paura che Low sappia troppe cose sugli alti funzionari cinesi e per questo gli sta garantendo protezione in incognito nel paese.

L'intervista è stata leggermente editata per chiarezza.

Guarda anche:

Segui Seth Ferranti su Twitter e Instagram