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Antitrust

Tre associazioni italiane hanno denunciato McDonald's alla Commissione Europea

L'accusa è di aver violato le norme antitrust dell'UE, abusando della propria posizione dominante sul mercato italiano ed europeo.
Foto di JKCarl via Wikimedia Commons

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Tre associazioni italiane a sostegno dei consumatori hanno presentato una denuncia formale presso la Commissione Europea contro McDonald's, accusata di aver violato le norme antitrust abusando della propria posizione dominante sul mercato italiano ed europeo.

La coalizione formata da Codacons, Movimento Difesa del Cittadino e Cittadinanzattiva, e sostenuta dal sindacato americano SEIU e dall'Associazione dei Sindacati Europei (EFFAT), afferma che, se ritenuta colpevole, McDonald's sarebbe colpita da pesanti sanzioni - fino al 10 per cento del suo fatturato globale, che secondo i dati del 2014 ammonterebbe a 9 miliardi di dollari - oltre all'introduzione di misure atte a ristabilire la concorrenza equa.

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Le associazioni sostengono che il gigante dei fast food abbia violato gli articoli 101 e 102 del Trattato sul Funzionamento dell'Unione Europea (TFUE). In particolare, chiedono che la Commissione Europea ponga fine ai contratti iniqui che McDonald's impone ai suoi franchising in Europa.

Infatti, le regole antitrust dell'UE vietano "lo sfruttamento abusivo da parte di una o più imprese di una posizione dominante sul mercato interno o su una parte sostanziale di questo."

Secondo l'esposto, McDonald's abuserebbe della sua posizione dominante col suo business di licenziataria di franchising: la compagnia sarebbe infatti l'unica società di fast food al mondo a imporre ai propri franchising di affittare locali di sua proprietà, costringendoli a pagare affitti troppo alti.

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McDonald's è proprietaria di 8.000 negozi in Europa, e gran parte dei suoi introiti deriverebbero dagli affitti dei negozi ai gestori di franchising: il 66 per cento dei guadagni sarebbe infatti dovuto agli affitti. Stando alla denuncia, questi sono significativamente più alti di quelli riscossi dai principali competitori: ad esempio, in Francia, gli affitti dei locali di McDonald's sono più alti di quelli della catena Quick dell'84 per cento.

Sempre secondo l'esposto, i margini di guadagno derivanti dalle proprietà immobiliari di McDonald's sarebbero tra il 63 e il 77 per cento in Francia, tra il 61 e il 77 per cento in Italia e tra il 65 e il 74 per cento nel Regno Unito. Per ottenere questi margini, la compagnia farebbe pagare affitti 10 volte più alti dei prezzi di mercato.

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Oltre al costo eccessivo degli affitti, i contratti di franchising imporrebbero ai possessori delle licenze delle condizioni che limitano la competizione: i contratti di franchise eccessivamente lunghi, fino a 20 anni; clausole di non-competizione della durata di uno o due anni; regole molto vaghe sulla terminazione dei contratti; commissioni e royalties particolarmente alte. Queste condizioni costituiscono delle limitazioni sia per chi gestisce un franchising che per i consumatori.

Viene "ridotta la libertà imprenditoriale" dei possessori delle licenze, mentre i consumatori devono affrontare "una scelta limitata, prezzi troppo alti e una minore qualità del servizio e del cibo." Stando quanto denunciato nell'esposto, dato che i costi affrontati dai gestori dei franchising sono più alti rispetto a quelli dei ristoranti gestiti direttamente dalla compagnia, i prezzi di panini, patatine e bevande variano notevolmente da un ristorante all'altro.

Secondo una ricerca condotta dalle tre associazioni proponenti, a Bologna il 97 per cento dei prodotti venduti ha un prezzo più alto nei negozi in franchising, mentre a Roma i prezzi sono più alti nel 68 per cento dei negozi non gestiti direttamente dalla compagnia. Anche il numero dei dipendenti dei franchising europei è più basso rispetto ai ristoranti gestiti direttamente da McDonald's, comportando un servizio peggiore e un tempo di attesa più alto per i consumatori.

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Le tre associazioni hanno dichiarato che la "denuncia mostra come le pratiche anticoncorrenziali e la gestione dell'azienda danneggiano i consumatori," e hanno chiesto alla Commissione Europea di "prendere tutte le misure necessarie per porre fine alle regole imposte ai franchisee che generano un danno ai consumatori."

Scott Courtney, un rappresentante del sindacato americano SEIU che appoggia l'iniziativa, ha detto a Bloomberg che "nessuna compagnia è responsabile della corsa globale verso il basso più di McDonald's, che ha lanciato e perfezionato un marchio di capitalismo cannibale."

VICE News ha contattato McDonald's Italia per un commento ma non ha ricevuto una risposta in tempo utile per la pubblicazione.

La sede centrale della compagnia ha dichiarato a Bloomberg di lavorare a stretto contatto con i gestori dei franchising "per fornirgli il supporto di cui hanno bisogno per far funzionare i loro ristoranti."

"Questo approccio, basato sulla condivisione dei rischi e delle ricompense, ha avuto successo per molti anni e ha contribuito a create le migliori opportunità per i nostri gestori di franchise e la migliore esperienza per i nostri clienti," ha aggiunto.

La Commissione Europea ha già aperto un'indagine nei confronti di McDonald's a dicembre. La Commissione mira a far luce sugli accordi fiscali stilati dalla compagnia con il Lussemburgo, che gli avrebbero permesso di eludere il pagamento delle tasse sia nel piccolo paese europeo che negli Stati Uniti.


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Foto di JKCarl rilasciata su licenza Creative Commons via Wikimedia Commons