Soldi, droga e armi: foto dai quartieri più violenti di New York nei primi Duemila
Tutte le foto di 'Boogie'.

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Soldi, droga e armi: foto dai quartieri più violenti di New York nei primi Duemila

Da quasi vent'anni, 'Boogie' fotografa le strade, le gang e la vita ai margini di New York.

La carriera del fotografo conosciuto come Boogie è davvero particolare. È conosciuto per aver fotografato atleti famosi come Usain Bolt e Mario Balotelli per brand come Puma e Nike, ma anche per aver pubblicato sei libri fotografici dedicati alle sottoculture di città come San Paolo e Belgrado.

Proprio a Belgrado è nato Boogie, che è cresciuto circondato da macchine fotografiche: sia suo padre che suo nonno erano infatti fotografi amatoriali. La fotografia però non l'ha interessato particolarmente finché il suo paese non è precipitato nel caos negli anni Novanta. In quel periodo fare foto l'ha aiutato ad allontanarsi dall'inferno che vedeva intorno a sé. Per sua stessa ammissione, la guerra è stata il catalizzatore che gli ha fatto scoprire quali sarebbero stati i temi che avrebbe esplorato per tutta la sua carriera, temi che non ha abbandonato nemmeno quando ha cominciato a lavorare a Brooklyn.

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Bushwick, Brooklyn, 2004

Nel 1998 Boogie ha vinto la lotteria per la green card e si è trasferito a New York. Per sopravvivere ha fatto ogni genere di lavoro, e nel frattempo continuava a dedicarsi alla fotografia nel tempo libero. Un bel giorno, alcuni membri di una gang incontrati per caso a Bed-Stuy gli hanno chiesto di fargli delle foto con delle armi e quell'incontro gli ha permesso di entrare nei meandri dei quartieri più violenti di New York. Il risultato è stato It's All Good, il suo primo libro fotografico, pubblicato nel 2006. Nel libro ci sono foto di membri dei Latin Kings e di altre gang, oltre a foto di spacciatori e di persone ai margini della città. Ma a differenza della street photography classica in cui chi scatta non si prende il tempo di conoscere i suoi soggetti, Boogie cerca di entrare a fondo nella vita delle persone che fotografa, di conquistare la loro fiducia.

"Spesso sento dire che non si dovrebbero superare certi limiti, ma nessuno può dirti quali sono questi limiti, e più vai in profondità meglio vengono le foto," mi ha detto. "Poi, all'improvviso, ti trovi nel mezzo della follia e tutto diventa molto interessante."

Allo stesso tempo, mi ha spiegato, "credo che le mie foto mostrino che non c'è alcun glamour in quella vita." Oggi che powerHouse Books ha deciso di pubblicare una nuova edizione di It's All Good per il decimo anniversario dell'uscita del libro, ho parlato con Boogie del suo lavoro e lui mi ha raccontato la storia di alcune tra le immagini più potenti del libro.

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Bedford-Stuyvesant, Brooklyn, 2004

Questo fucile a pompa si chiamava "Terminator." Le bandane che lo coprono sono quelle dei Blood. Siamo nell'ingresso di qualche palazzone popolare. Anche se nei film cercano di mostrare la vita da gang in modo eroico, in realtà è dura e brutale e la gente muore per 20 dollari.

Bedford-Stuyvesant, Brooklyn, 2006

Subito dopo l'uscita della prima edizione di It's All Good ne ho portata una copia ai membri di una gang che avevo fotografato nel libro e loro sono impazziti, gli è piaciuto un casino. Così hanno deciso di portarmi nelle loro basi e di mostrarmi un sacco di altra roba. Quando gli ho detto, "Ragazzi, questa roba l'avrei messa nel libro, perché me la fate vedere solo adesso?" loro mi hanno risposto, "Avresti potuto farci finire in galera. Adesso puoi vedere tutto." Ho iniziato a scattare foto nel 2003 e ho finito It's All Good più o meno nel 2006. In questa nuova edizione per l'anniversario ci sono alcune foto scattate dopo la prima edizione.

Dopo aver finito It's Alll Good ho continuano a frequentare i membri delle gang e quando gli ho fatto avere il libro gli è piaciuto un sacco. Ma ho visto che non era cambiato nulla nel loro modo di vivere e che probabilmente non sarebbe mai cambiato nulla.

Bedford-Stuyvesant, Brooklyn, 2003

Mi ricordo la prima volta che sono stato a Bed-Stuy, un bianco con una macchina fotografica e una borsa a tracolla che camminava per strada guardandosi attorno. Mentre camminavo ho incrociato dei ragazzi a un angolo della strada che mi hanno detto ehi, vieni qui, e abbiamo cominciato a parlare. Dieci giorni dopo mi hanno chiesto di fargli delle foto con delle armi e io gli ho detto, "Ragazzi, no, zero, che idea è?" È così che è iniziato tutto.

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Bushwick, Brooklyn, 2005

Questo è un avvertimento dei Latin Kings a qualcuno che ha fatto l'infame. Dopo aver scattato questa foto mi hanno detto che l'uomo a cui era destinato l'avvertimento era stato ucciso. Quando vivi in quartieri così impari che almeno la metà dei tuoi vicini hanno qualcosa a che fare con la droga, che siano spacciatori, tossici, ex spacciatori o ex tossici. E un sacco hanno anche a che fare con la prigione.

Bedford-Stuyvesant, Brooklyn, 2003

Mi piacciono i pitbull. Una delle cose peggiori che ho visto mentre scattavo le foto che sarebbero finite dentro It's All Good è un pittbull che ha ucciso un gatto. Anche adesso ripensarci mi fa venire da vomitare. Non sono riuscito a togliermi quell'immagine dalla testa per anni. Non so perché, ma in quel periodo ho fotografato un sacco di cani.

Bedford-Stuyvesant, 2006

Armi, soldi e droga—un sacco di tutte e tre queste cose. Cose così non le puoi pianificare. Non puoi dire, Adesso vado lì e fotografo membri di gang con le loro armi. Non funziona così. È impossibile. Una cosa che mi ha sorpreso è stata la scarsa quantità di soldi che la maggior parte di queste persone facevano. Probabilmente avrebbero guadagnato meglio lavorando al McDonald's. Solo quelli in cima facevano i soldi veri. I ragazzini si ammazzavano a vicenda per 20 dollari.

Bedford-Stuyvesant, Brooklyn, 2003

Questa è stata la prima volta che i membri di una gang mi hanno chiesto di fargli delle foto con le armi. È stato folle. Mi giravano intorno con le pistole cariche e me le puntavano in faccia. Quella notte non sono riuscito a dormire, ma il giorno dopo sono tornato a scattare altre foto. Ci è voluto tempo per guadagnare la loro fiducia. Ad esempio, ho delle foto in cui si vedono a fuoco sia la pistola che il volto del ragazzo che la punta, ma non le ho messe nel libro. Non ho mai voluto che qualcuno finisse nei guai per le mie foto. Non lo farei mai.

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Bushwick, Brooklyn, 2004

Ho fatto loro da babysitter mentre la madre andava a comprarsi la droga. Adesso sono stati affidati ai servizi sociali. La maggior parte dei tossicodipendenti vive di welfare, ha figli a cui dà da mangiare merda e spende tutti i soldi in droga. Rubano, taccheggiano e spacciano. È una vita terribile e sono sicuro che sia ancora uguale a com'era allora. Con il tipo di foto che faccio, il pericolo maggiore è star lì a pensarci. Se cominci a pensare troppo, perdi l'attimo in cui devi scattare. Io scatto e basta. Spesso la prima foto è la migliore.

Bushwick, Brooklyn, 2005

Aveva 23 anni. Mi ricordo che la prima volta che l'ho fotografata mentre si faceva mi sono chiesto, Perché devo fare questo nella vita? Ero in piedi sulla vasca da bagno mentre lei si iniettava la dose. Mentre faccio foto non sto male, riesco a staccarmi da quello che mi ricorda, ma poi, dopo, mi chiedo, Che cazzo ho fatto? Però poi ci ricasco e continuo a fare foto. Grazie a Dio sono riuscito a fare questo libro.

Di seguito, alcuni scatti tratti dalla nuova edizione di It's All Good , edito da powerHouse. Segui Boogie su Instagram

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Bushwick, Brooklyn, 2005

Tra Williamsburg e Bushwick, Brooklyn, 2003

Bushwick, Brooklyn, 2004