Real Schiscette: Pasta con lenticchie e Rosmarino
Tutte le foto Vincenzo Ligresti

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Cibo

Real Schiscette: Pasta con lenticchie e Rosmarino

Finalmente su MUNCHIES Italia la rubrica che vi aiuta a svoltare la pausa pranzo. In questa prima puntata Pasta con lenticchie e rosmarino.

Benvenuti su Real Schiscette, una rubrica che vi aiuta a svoltare la pausa pranzo. Schiscetta è il modo in cui a Milano e dintorni si chiama la gavetta, il contenitore/contenuto del pranzo che ti porti in ufficio—o dovunque passi le tue giornate.


L’infanzia è notoriamente quella fase in cui viviamo i traumi che ci impediranno di diventare le persone migliori che potremmo essere, ovvero i traumi che ci rendono le persone che siamo. In quegli anni io ero una bambina con le bull boys che all’intervallo mangiava il panino fresco di pristiné farcito da sua nonna. Mia nonna aveva un approccio 100% bauhaus al cibo, basato sulla legge assiro-babilonese che bisogna usare pochi ingredienti, e bisogna essere certi di poter tracciare la provenienza di tutti al fornaio all’angolo, al casaro che scende per il mercato, ai maiali della Piera. Inoltre, in seguito al boom economico quell’incredibile donna non aveva modificato le sue abitudini culinarie nel senso della raffinatezza, ma solo lungo l’asse della quantità: autorizzandomi quindi a fagocitare quantità mostruose di pane, ciliegie, uva americana, formaggi, focacce, tanto “è tutta roba del giardino, non le fa mica male.”

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Ed è per questo che vorrei darvi il benvenuto su questa rubrica parlando di una cosa di cui mi piace ingozzarmi, la pasta lenticchie e rosmarino, ingiustamente dimenticata dalla nostra generazione e dalla maggior parte delle tavole calde che circondano gli uffici tuo ufficio, ma fonte di estrema soddisfazione, ferro, calcio, magnesio, vitamine A e B.

La quantità di tempo da dedicare alla preparazione di una schiscetta è per definizione < 5 minuti

Real Schiscette (Ok ma cos’è?)

Ora, questa rubrica è solo il frutto di molti anni di pranzi davanti al computer o seduta sui sassi delle Dolomiti e di grande ammirazione nei confronti di rubriche più intelligenti che mi hanno salvato la vita più volte, e non è scientificamente esatta: motivo per cui ho scoperto solo nella stesura di questo articolo che la mia versione di pasta e lenticchie è propriamente nota come “pasta e lenticchie alla napoletana” e si qualifica per essere azzeccosa (asciutta). Altre versioni diffuse della pasta e lenticchie, così come di tutte le varianti di pasta e legumi, le vogliono in un brodo più o meno ristretto. Evidentemente rovesciarti del brodo in grembo, o sulla tastiera, è l’ultima cosa che vuoi, quindi andiamo avanti con Napoli.

Pasta e lenticchie alla Napoletana
(Gli ingredienti)

Le lenticchie mi stanno simpatiche perché sono un cibo antichissimo e quando le mangi puoi fare finta di essere addirittura nel 7000 avanti Cristo; piacevano a un sacco di intellettuali conservatori come Catone che ne parla nel De Agri Coltura (puoi leggere una volgarizzazione dei suoi consigli qui), portano fortuna al cenone di fine anno; e soprattutto non hanno il glutine, cosa abbastanza inutile in questa ricetta se non sostituite in toto il secondo ingrediente con una pasta priva di glutine.

Inoltre, non vanno lasciate in ammollo anche se sono disidratate, cosa indispensabile visto che la quantità di tempo da dedicare alla preparazione di una schiscetta è per definizione < 5 minuti (il resto deve avvenire in absentia del cuoco, che starà facendo il letto o il saluto al sole). Tra le lenticchie che ti consiglio su MUNCHIES ci sono quelle DOP di Castelluccio di Norcia, quelle verdi di Altamura e quelle vulcaniche di Ustica che sono un presidio Slowfood. Nella vita reale, io abito tra un Bio c’Bon e una Esselunga, e tanto più in là non vado.

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(La preparazione)

Detto questo, la ricetta da mia esperienza si fa come segue:

Fai cuocere le lenticchie in una casseruola con poca acqua per 25-30 minuti, poi le scoli ma tieni l’acqua di cottura.

A questo punto fai saltare nell’olio d’oliva (buono eh! ricordati mia nonna) uno spicchio d’aglio, metti a sfrigolare le lenticchie, ci rimetti l’acqua di cottura, ci metti la pasta corta—tradizione vuole che sia della pasta lunga spezzata, ma una volta un mio amico oggi chef mi ha guardato con una tale compassione quando ho spezzato degli spaghetti per farli entrare in un pentolino da campeggio che mi sono convinta dell’inciviltà del gesto e non l’ho ripetuto mai più—io preferisco le mezze maniche rigate, e copri la pasta con un po’ d’acqua. A me piace molto con la pasta integrale, ma tra granulosità e tutto può diventare un po’ rustico.

Insomma, quando la pasta è cotta tiri su tutto con una schiumarola, perché per nessuna ragione al mondo devi perderti la bagnetta di lenticchie leggermente spappolate.

Un po’ di pepe, rametto di rosmarino…

La schiscetta

(La schiscetta)

…e qui sarebbe fantastico avere una gamella di alluminio. In mancanza della gamella, la caratteristica dell’oggetto in cui trasporti la tua pasta e lenticchie deve essere l’ariosità: non schiacciare il rametto di rosmarino se non vuoi un immediato effetto-tristezza all’apertura del coperchio, e assicurati di avvolgere il contenitore in un sacchetto preferibilmente biodegradabile perché non dovresti più avere sacchetti di pura plastica in casa, se puoi ancora chiamarti a buon diritto essere umano.

(13.30)

A me piace a temperatura ambiente.