Non volevo parlarne. Mi ero promessa che non l’avrei fatto, che avrei lasciato marciare la parata scintillante di Musicisti Che Non Conosco e Stelle Che Non Riconosco verso il tramonto di Los Angeles senza nemmeno uno dei miei soliti pezzi su quanto i Grammy non vadano proprio d’accordo con il metal. Ma poi Lady Gaga ha cantato un pezzo assieme ai Metallica ed è andato tutto in merda.
Non fraintendetemi—non ho alcun problema o preconcetto nei confronti di Lady Gaga. Anzi, penso abbia una voce della madonna, e apprezzo il suo supporto per la comunità LGBTQ. Ho guardato la sua esibizione al Superbowl, mi sono messa a canticchiare “Bad Romance” e mi piace il fatto che abbia tentato di fare country, in un certo senso. Voglio enfatizzare seriamente che non la odio in alcun modo, ma devo essere onesta con voi: quando l’ho vista sul palco con i Metallica, tutta piena di lustrini, abbagliata e con gli occhi spalancati, ci sono rimasta male. Insomma, per Gaga era un’opportunità di dimostrare quanto fosse brava a fare rock, e di rendere tributo a uno dei suoi gruppi preferiti di sempre… e quindi, invece, ha scelto di fare la matta. So che è una parte fondamentale di quello che fa—è il concetto al centro del suo brand, in un certo senso—ma sarebbe stato bello vederla lasciar perdere qualsiasi personaggio e abbracciare un genere che ama, e che storicamente i Grammy hanno sempre trattato come se fosse una merda.
I problemi sono iniziati da subito: la presentatrice, Laverne Cox, non ha citato i Metallica nella sua introduzione, invitando il pubblico a guardare “I vincitori di otto Grammy e la vincitrice di sei Grammy, Lady Gaga.” Certo, si è scusata con il gruppo via Twitter, e sono sicura che sia stato un errore onesto—dopotutto, presentare un evento del genere ti mette una bella pressione addosso—ma dai, questo sarebbe dovuto essere il grande momento dei Metallica. Invece, quell’errorino ha gettato le basi per una situazione imbarazzante.
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Dei problemi tecnici hanno rovinato la festa fin da subito, dato che un microfono difettoso ha lasciato James Hetfield, il cantante dei Metallica, ad ansimare e sbuffare e dire i suoi yeah-heah senza che nessuno potesse sentirle. Per le prime barre di “Moth Into Flame”, una delle tracce più forti del loro nuovo album, i grandi Metallica sono stati ridotti a essere il gruppo-spalla di Gaga, che ha cantato al posto di Hetfield. Come ho detto prima e come sicuramente già sapete, Gaga ha una voce incredibile, e funzionava bene su un pezzo così aggressivo—il suo ululato gutturale e istrionico non è sembrato particolarmente inadatto al contesto, ecco. Se mai Gaga volesse mettere da parte la moda e dedicare parte del suo tempo libero a una band heavy metal, spaccherebbe. Giocando le carte giuste, un giorno potrebbe aprire ai Savage Master.
Allo stato attuale delle cose, però, qualsiasi altro metallaro con cui ho parlato della cosa ha espresso la stessa opinione, da uno stridente “Ha fatto schifo!” a un più caritatevole, “Forse si è sentita confusa e stava cercando di coprire i problemi con il microfono di James?” Qualsiasi sia la causa—e la mia opinione è che sia l’umanissimo desiderio di Gaga di essere amata da tutti—l’esibizione in sé è parsa forzata, impacciata e malpensata. Gaga è stata un po’ ingenua a cercare di “piacere” sia al suo pubblico che a quello dei Metallica, anche se il loro pubblico è diventato così vasto che ormai include chiunque abbia mai sentito “Enter Sandman” sulla sua stazione radio rock locale e ha deciso di non cambiare anale.
Forse l’aspetto più frustrante di tutto questa baraccata è che Lady Gaga se ne sarebbe dovuta rendere conto prima. In fondo ascolta davvero metal, conosce il genere da molto più tempo di quanto ne abbia passato a fare la popstar. Quando vivevo a Londra (tra il 2009 e il 2013, cioè in quello che è stato ragionevolmente il periodo migliore per Gaga) ero a due gradi di separazione da lei, dato che i miei amici conoscevano bene la sua ex collega e DJ Lady Starlight, e mi dicevano della sua passione per il glam rock e l’heavy metal. La Starlight—che si chiama Colleen Martin—è anche andata in tour con i Judas Priest, aprendo i loro concerti, e il suo amore per i riff si sente nella musica di Gaga (o forse è stato il contrario), che ha sempre parlato apertamente del suo amore per classici del calibro di Iron Maiden, Judas Priest e Metallica.
Chiunque se ne sia mai uscito con dichiarazioni-gemme del calibro di, “Quando la gente mi dice che sarò la prossima Madonna, io rispondo sempre che sarò i prossimi Iron Maiden” ha sicuramente il metal nelle vene. E poi c’è stato il suo chiodo dei G.I.S.M., una storica band HC-punk giapponese. Nel 2014 l’ho vista nel (minuscolo e ubriachissimo) pubblico del SXSW, ad Austin, Texas, con una maglietta di Killers addosso, tutta presa bene ad ascoltare i Lazer Wulf, un trio mathcore di Atlanta.
Quello che voglio dire è che è tutto tranne che una neofita, e nonostante questo la sua esibizione è sembrata al mondo quello che succede quando la tua collega Karen si ubriaca e si “lascia andare” durante “Smells Like Teen Spirit” alla serata-karaoke dell’ufficio. Innanzitutto, il “pogo” sul palco è stato davvero imbarazzante, e quasi non sono riuscita a guardare Gaga emergere da quel piccolo mare di comparse con camicie di flanella addosso. Poi, il fatto che si sia lanciata dal palco in una pozzanghera di tizi messi lì a riempire posti puzzava di disperazione coreografata—una sorta di barbarico “Sono figa?” non pronunciato che riecheggiava silenziosamente tra le note della canzone.
Tutto quello che c’è stato in mezzo—la canzone in sé, o quello che ne è rimasto una volta che Hetfield è finalmente riuscito a raggiungere Gaga per cantare assieme a lei nello stesso microfono—è stato un miscuglio, reso ancora più confuso dalla presenza di quei tizi che “pogavano” sul palco e le mosse esagerate di Gaga. La cosa più metal che ho visto l’ha fatta Hetfield che, a pezzo finito, ha buttato fuori la sua palese incazzatura dando un calcio all’asta del microfono.
Può essere stato un errore dell’ingegnere del suono? Nessuno sapeva che Hetfield era il cantante? Forse era tutto un piano per far sì che la voce di Gaga fosse il centro dell’attenzione, così che quei vecchiardi icone del thrash fossero solo la sua band di supporto? Non lo sapremo mai, ma io ho qualche sospetto (e Pitchfork dice di aver risolto il caso).
C’è un sacco—e voglio dire, un sacco—di spazio, nel metal, per concerti dozzinali e sudati (è una delle cose che ci riescono meglio), ma l’errore cruciale di Gaga è stato il fatto che non è riuscita a mettere da parte i suoi istinti teatrali e si è sentita costretta a renderli ancora più palesi, come se fosse la protagonista di un rifacimento amatoriale del film sugli Spinal Tap. L’esibizione non ha mai preso forma, e non è sembrata davvero a suo agio a essere su quel palco, lei che si meritava quel momento più di chiunque altro fosse seduto in quel teatro. Sarebbe potuto essere una figata, e invece è stato quello che è stato. Armati di tutta la loro potenza di fuoco, le loro produzioni e i loro soldi, i Grammy non sono ancora riusciti a rendere giustizia al metal—nemmeno per cinque minuti.
L’affronto che sono stati i Gagtallica si è unito a un’altra egregia cazzata che ha steso un drappo funebre sulla vittoria dei Megadeth, che aspettavano un momento del genere da una vita e invece ha solo sottolineato ancora una volta quando ai Grammy non freghi nulla del metal. La band dei Grammy ha suonato “Master of Puppets”—cioè una delle canzoni più famose dei Metallica, neanche una di quelle a cui Dave Mustaine ha collaborato mentre era nel gruppo—mentre i Megadeth salivano sul palco a ritirare il loro premio per Dystopia, il loro ultimo album. Insomma, è stata una mossa che sarebbe potuta sembrare piuttosto sospetta: sarebbe, perché ovviamente i Grammy non possono essere così sgamati da saper riconoscere due delle band più famose della storia del metal. E sicuramente non sapevano niente delle antipatie che sono sempre esistite tra Mustaine e i Metallica, nonostante siano ben documentate ovunque. Com’era prevedibile, i media specializzati hanno demolito i Grammy per le varie gaffe della serata, e un sacco di metallari hanno espresso opinioni piuttosto colorite e veementi.
Almeno i Baroness e i Gojira si sono presi una nomination. Mi ha fatto molto piacere vedere che il loro talento è stato riconosciuto, e mi lacia la speranza che un giorno—magari non troppo lontano—i Grammy possano tirarsi fuori i loro pollici perfettamente curati fuori dal culo e dare alla comunità metal un’opportunità onesta e rispettosa di dimostrare quello che sappiamo fare.
Fotografia di Kevin Winter / Getty
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