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Musica

Recensione: Christian De Sica - Merry Christian

L’unico pregio di questa ennesima riesumazione natalizia è che solamente tre tracce su dieci superano i tre minuti di durata, e quindi non ho buttato via troppo tempo per scrivere questo pezzo.

Nel caso vi steste chiedendo cosa sia peggio tra i dischi di canzoni natalizie e i cinepanettoni, ecco che arriva Christian De Sica a togliervi d’impaccio. Ora, non è ben chiaro cosa possa aver spinto il buon De Sica a buttarsi in un’operazione come questa; vero è che il pallino del canto ce l’ha sempre avuto, ed è cosa tristemente nota: prima di iniziare la sua carriera nel cinema c’è stata perfino un’apparizione a Sanremo nel ’73 con " Mondo Mio" (non proprio esaltante, ma vabbè) e un paio di dischi caduti - giustamente - nell’oblio. Il punto più alto della carriera discografica di De Sica resta comunque la sigla de Il Trenino (una serie animata per bambini del ’78), in cui - oltre a un’interpretazione straordinaria - possiamo trovare anche liriche ambigue e sinistri messaggi subliminali come l’ammiccante “con un dito solo ti faccio fare un volo fino in cielo”, che rendono immediatamente facile la catarsi. Quindi perché un disco di cover natalizie nel 2017, oltretutto in un anno in cui il cinepanettone di rito non è che manchi (Poveri ma Ricchissimi, sequel di Poveri ma Ricchi, ahah, con annessa damnatio memoriae per Brizzi)?

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Qui De Sica gioca a fare il Sinatra nostrano, tra bel canto e orchestra, buonismo natalizio a palate e la solita sfilza di classiconi rifatti in tutte le salse da chiunque. La domanda chiaramente resta sempre perché ascoltare questi pezzi imbalsamati rifatti da De Sica (o dalla Pausini, o dal Bublé di turno, o da chiunque altro) quando abbiamo gli originali di ottant'anni fa che il loro sporco lavoro - per chi non ne può proprio fare a meno - lo fanno ancora egregiamente? Stringiamo il discorso: l’unico pregio di questa ennesima riesumazione natalizia è che solamente tre tracce su dieci superano i tre minuti di durata, e quindi non ho buttato via troppo tempo per scrivere questo pezzo.

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L’iniziale " Camminando nella Fantasia" è l’improponibile adattamento italiano di " Winter Wonderland", e nel caso aveste qualche dubbio De Sica pensa bene di mettere in scaletta in decima posizione anche la sua pedissequa interpretazione dell’originale. Così non ci facciamo mancare nemmeno un bel doppione (durano perfino gli stessi secondi), e se la cover non fa troppi danni - alla peggio uno sbadiglio in più qua e là - l’italianizzazione è a tratti perfino irritante. Analogamente, " Santa Claus Domani Verrà" è ovviamente l’improbabilissima trasposizione in italiano di " Santa Claus Is Coming To Town", ma il nuovo testo suona sinistramente minaccioso intimando al povero bimbo che ascolta di starsene buono e zitto per evitare le ritorsioni di Babbo Natale (che probabilmente altrimenti gli cagherà nel camino, ma non si capisce benissimo).

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"Lacreme Napulitane" è la ballad partenopea pregna di piano ed archi, ma non è chiaro cosa minchia c’entri nel disco e appesantisce l’altrimenti goliardica leggerezza del resto (nelle intenzioni, in realtà che due palle anche il resto). " Jingle Bells" in versione rock & roll con la voce sporca e l’assolo di chitarra è più anacronistica di un disco di canzoni natalizie di De Sica nel 2017, mentre " A Christmas Love Song" è semplicemente di una pesantezza inenarrabile, anche se un paio di virtuosismi vocali del buon Christian provano - senza la minima speranza di successo - a salvare la baracca.

Il peggio arriva con " Astro del Ciel", rifatta in una aberrante versione country senza nessun senso. Tra balle di fieno e cappelli di paglia, mucche anelanti al macello e neve liofilizzata, l’unico pregio (anche qui) è che l’abominio si esaurisce dopo solo 1 minuto e 50 secondi, ma vi assicuro che saranno tra più intensamente brutti della vostra vita. Neanche il tempo di tirare il fiato che subito Christian si spende anima e cor(p)o per assaltarvi le orecchie con il suo inglese un po’ legnosetto in " Let It Snow".

Nel finale con " White Christmas" almeno finalmente la smette di prendersi sul serio, cala le braghe e fa la pernacchia: “e anche ‘sto Natale ce ‘o semo levato da ‘e palle”. Peccato manchino il rutto e la scoreggia di rito, ma probabilmente per assaporare anche loro basterà tornare al cinema, anche quest’anno. Buone cafonate a tutti.

Merry Christian è uscito il 24 novembre per ENPI.

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