Perché faccio sesso al primo appuntamento

Qualche giorno fa ero al bar con un’amica e siamo finite a discutere di “sesso al primo appuntamento,” perché stavamo ricordando con affetto un ex fidanzato che le aveva rinfacciato per un anno di essere andata a letto con lui, appunto, al primo appuntamento. Ora, per quanto ai più tra noi possa sembrare strano dover giustificare le proprie scelte sessuali e relazionali, non è la prima volta che il discorso mi si propone. Perciò metterò a frutto gli anni di argomentazioni che ho dovuto portare alla sbarra e spiegherò perché io (una qualunque su molte altre persone, nel caso specifico donne) faccio sesso al primo appuntamento, e perché non ci trovo assolutamente nulla di strano.

Partendo dall’accusa. Come mi hanno detto alcuni ex fidanzati, ex uscenti e amici, “Non starei mai con una che me l’ha data la prima volta che siamo usciti”—dichiarazione disponibile anche nella versione colpevolizzante “quella che me l’ha data la prima sera,” come se in quel frangente gli uomini non fossero una coscienza attiva ma solo un’estrinsecazione del serpente edenico che ha l’unico compito di tentare. Ecco, posto che siamo sempre negli anni Duemila (e che mi rifiuto di credere che ci siano ragazzi che escono con le ragazze e provano a portarle a letto per TESTARNE LA RETTITUDINE MORALE), questa teoria ha delle falle.

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La mia verità, in fondo, è piuttosto semplice: non sono una persona possibilista, tendenzialmente esco con te se già so che mi piaci, e se mi piaci voglio venire a letto con te. Sono un essere umano, sono stata programmata per provare attrazione per le persone che reputo adatte alla conservazione del mio DNA. Fin qui tutto chiaro.

Il punto è che questo fatto per cui anche le ragazze hanno delle pulsioni sessuali è perfettamente accettato nell’ambito delle relazioni occasionali, ma non sempre in altri casi. Ecco dunque la falla: alcuni si aspettano che sia libertina abbastanza da fare sesso una sera a una festa e mai più, ma pretendono che sia diversa se le intenzioni sono serie. Ma le due pulsioni non si escludono, anzi: le persone con cui ho intenzioni serie—anche se non bisogna mai parlare di intenzioni serie con le persone, giusto?—sono proprio quelle con cui ho anche intenzioni sessuali spiccate, solo che mi interessa anche sentire cos’hanno da dire e condividere con loro, magari tra un po’, il contenuto del mio frigorifero. Credo che questo faccia di me più una ragazza monogama che una puttana, tanto al primo quanto al trentesimo appuntamento.


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E a proposito, ha davvero senso, oggi, parlare di “primo appuntamento”? Poniamo per esempio che io conosca una persona per cui comincio a provare interesse, poniamo che la incontri all’università, agli allenamenti della squadra di running o agli aperitivi post-ufficio, in qualità di amico di una mia collega. Abbiamo davvero bisogno di rendere così evidenti le reciproche intenzioni e di organizzare un’uscita da soli, che mi causerebbe un panel filosofico su WhatsApp con le amiche su cosa sia un primo appuntamento e se la frase non ho voglia di andare a casa, ci facciamo una birra? sia in effetti da considerarsi tale?

E poi, ci sono i social network: anche se ti ho visto solo una volta, so tutto. Ho spiato virtualmente le persone che mi piacciono fino a ricostruirne minuziosamente le vite, per poi esibirmi in finti stupori e messinscene di disinteresse quando mi raccontavano dov’erano state in vacanza quell’estate. Certo, è importante conoscersi un po’ prima di andare a letto insieme, e infatti c’è la possibilità di informarsi prima del primo appuntamento. (Questo non toglie che potete essere molto bravi a vendervi sui social e che poi dal vivo siate una scesa totale: in quel caso no, non c’è bisogno che mi accompagni a casa.)

In generale—non che sia una regola, diciamo che è un’opzione se ho fatto bene i miei calcoli—sono una “che fa sesso al primo appuntamento” perché trovo stupido, superata la soglia degli anni liceali, fare strategie e, soprattutto, perché non sono così sesso-centrica da pensare che qualunque esito abbia un incontro tra due persone dipenda dall’espletazione di un atto fisico.

Questo non significa nemmeno che sia obbligatorio farlo subito: il nocciolo della questione qui è che non dovremmo essere giudicati per una scelta del genere. Un altro mio amico, interpellato sull’argomento, mi ha detto che se a un ragazzo piaci, vorrà vederti di nuovo che tu ci sia andata a letto al primo o al quinto appuntamento, mentre se non gli piaci si volatilizzerà dopo aver pisciato nel tuo bagno. Perciò, in fin dei conti, meglio scoprirlo subito. Ovviamente ci sono anche molte ragazze a cui piace giocare a questo gioco, o a cui semplicemente piace crogiolarsi nel “vedi, lo sapevo che non dovevo venire subito a letto con te,” nel momento in cui vengono lasciate.

Non ho mai considerato la sessualità come qualcosa che trascende le occhiate che ci si scambia o altre dimostrazioni di attrazione. Ho ‘affrettato i tempi’ tante volte, ma il sesso non c’entrava: sono andata a convivere dopo due settimane, mi sono presa sbandate colossali per persone che ho incontrato a una festa e non c’è stato segnale d’allarme-imbecille che mi fermasse dall”affrettare i tempi’—e con questo non intendo andarci a letto, ma farmi piani sulla vita insieme che avremmo avuto o altre cose che fanno le ragazze quando prendono le sbandate, e che dovrebbero preoccuparvi più del fatto che veniamo a letto con voi al primo appuntamento. (Con l’ultima persona con cui ho passato un anno della mia vita sono andata a letto la prima volta che uscivamo da soli. Non è stata una cazzata andarci a letto subito, è stata una cazzata innamorarsi ciecamente e non sentire ragioni, nemmeno quelle della realtà.)

Fare sesso al primo appuntamento non fa male, innamorarsi di un coglione fa malissimo. Perché le relazioni tra esseri umani hanno già un sacco di problemi senza che dobbiamo considerare tra i problemi anche il sesso.