Música

Perché la musica è più bella se ti fumi le canne

Attraversando la folla a un qualunque festival estivo, arriverà per forza il momento in cui sentirai una zaffata di marijuana. Potremo anche non avere tutti gli stessi gusti musicali, ma di sicuro andiamo d’accordo su una cosa: fumare le canne ascoltando la musica è la mejo accoppiata dai tempi del fumare erba mangiando la Nutella.

Ma perché?

Nonostante una buona parte dei megabyte utilizzati online sia occupata da spiegazioni pseudo-scientifiche del fenomeno, è una questione più complicata di quanto pensi. La marijuana viene studiata da decenni in Nord America ma continua a essere illegale nella maggior parte del mondo. Come molte droghe psichedeliche, ha sofferto di uno stigma sociale che ha influito sulle ricerche.

Tuttavia, la letteratura è in crescita e pesca da svariate discipline come la psicologia, le neuroscienze e la musicologia; in pratica si tratta di osservare le reazioni del nostro cervello agli stimoli musicali sotto l’effetto di droghe. Soltanto qualche anno fa, nel 2015, è stato pubblicato uno studio sull’effetto dell’LSD sulle reazioni emotive di un ascoltatore alla musica.

Videos by VICE

Al di là delle testimonianze personali, è difficile imbattersi in ricerche serie sul legame tra la musica e l’erba. Ciononostante, abbiamo contattato vari accademici in diversi campi per saperne di più.

Gli Esperti:
Dr. Sophie Scott: neuroscienziata inglese che insegna all’University College of London di Londra, UK.
Dr. Zach Walsh: professore di psicologia all’University of British Columbia di Vancouver, Canada.
Dr. Jörg Fachner: professore di “musica, salute e cervello” all’Anglia Ruskin University di Cambridge, UK.


Leggi la loro spiegazione dopo questo link, e cliccaci anche sopra dai.


Noisey: Perché musica e marijuana sembrano stare così bene insieme?
Dr. Zach Walsh:
Sembra che alle persone piaccia ascoltare la musica mentre fumano cannabis. Gli utilizzatori di cannabis rivelano spesso un accrescimento dell’apprezzamento dell’arte in generale e della musica nello specifico. C’è un rapporto molto profondo.
Dr. Sophie Scott: A volte mi chiedo se la relazione con la marijuana non sia soltanto una felice coincidenza per due cose che sì, forse attivano le stesse aree del cervello o quasi, ma sono anche state portate avanti insieme culturalmente. Potrebbe trattarsi di un’associazione più culturale che neurologica.

Che cosa succede davvero nei cervelli degli stonati mentre ascoltano la musica?
Dr. Jörg Fachner:
[La marijuana] fa da amplificatore psicoacustico. Vuol dire che si è in grado di assorbire meglio, di concentrarsi di più e di percepire uno spettro più ampio. Non cambia la musica; non cambia il funzionamento delle orecchie. Ovviamente cambia il nostro modo di percepire lo spazio uditivo della musica. Cambia anche la percezione del tempo e, se ascolti la musica, è anche una questione di tempo, per cui l’alterazione della percezione temporale influirà sulla percezione della musica.
Walsh: [La marijuana] ti fa entrare in uno stato piacevole e rilassato, e in questo stato è più facile essere ricettivi verso la musica, o forse solo vivere il presente. La cannabis migliora ogni cosa che abbia a che fare con il vivere il presente, al contrario di cose come la pianificazione a lungo termine, le preoccupazioni, l’ordine e l’organizzazione.

Di quale parte del cervello stiamo parlando?
Fachner:
Negli studi da me condotti con l’EEG [elettroencefalogramma, una macchina che misura l’attività cerebrale] ho riscontrato cambiamenti nell’area occipitale, che tratta gli stimoli visivi; l’area temporale, che tratta gli stimoli uditivi; e infine nell’area parietale. Queste tre connessioni sembrano portare benefici all’ascoltatore.
Walsh: Quando si pensa alle droghe psichedeliche, gli effetti sono riconosciuti in larga parte sul sistema serotonergico, mentre gli effetti della cannabis sono molto più estesi. La cannabis facilita l’attività di varie altre cose, come le [onde] gamma, responsabili del rilassamento; i sistemi che facilitano il rilascio di dopamina, il che spiega perché piace così tanto. Ma, se guardiamo all’effetto principale, troviamo una grande concentrazione di recettori dei cannabinoidi in un’area chiamata ippocampo, che partecipa al processo di formazione dei ricordi.

Perché c’è così poca ricerca su questo aspetto della cannabis?
Scott:
Essenzialmente [la marijuana e la musica] vengono studiate da due gruppi molto diversi di persone. Le persone interessate a come le droghe interagiscono con il cervello non sono interessate alla musica e viceversa. Pur notando l’attivazione di reti simili [nel cervello], non penso che ci sia nessuno che stia costruendo una teoria seria su questo legame.
Walsh: Noi studiamo gli indicatori più grossi, dal punto di vista medico, che ci mettano sulla strada di importanti cambiamenti nella salute pubblica, ad esempio per alleviare le sofferenze. A causa delle barriere che sono state presenti fino ai tempi più recenti riguardo allo studio della cannabis, è stato già abbastanza difficile portare avanti gli studi che ci hanno permesso di aiutare i veterani dal punto di vista della salute mentale e fisica.

Segui Noisey su Instagram e Facebook.