Perché è importante che il prossimo Doctor Who sia una donna

Domenica scorsa, il canale inglese BBC ha annunciato ufficialmente il nome dell’attore a cui sarà affidato il ruolo di protagonista nella prossima stagione di Doctor Who — una serie cult di fantascienza iniziata nel 1963 e che racconta le avventure di un alieno che viaggia in giro per il tempo e lo spazio accompagnato sempre da qualche meravigliato essere umano.

Il motivo per cui la notizia ha creato scalpore (e reazioni contrastate) è legato al fatto che, per la prima volta in 54 anni di attività, Doctor Who sarà interpretato da una donna — l’attrice inglese Jodie Whittaker, già nota per il suo ruolo nella serie poliziesca Broadchurch e nel film horror-comico-fantascientifico Attack on the Block, oltre che in Black Mirror.

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Questo passaggio di testimone è significativo per due ragioni principali.

La prima è legata al conflitto tra le tematiche stesse della serie — da sempre al servizio di un commento etico-politico genericamente progressista —, e la difficoltà con cui l’ipotesi di una protagonista donna è stata affrontata tanto dagli autori quanto dalla fanbase, da quando la serie è ricominciata, nel 2005. La seconda, invece, riguarda nello specifico il rapporto complicato che la serie stessa ha avuto con alcuni dei propri personaggi femminili, scadendo spesso — nonostante appunto il generale progressismo dei suoi temi — in un vago sessismo.

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