Tutti i motivi per cui dovrebbe fregartene dei Panama Papers

Illustrazioni di Ole Tillman.

Il leak dei Panama Papers—11,5 milioni di documenti della Mossack Fonseca, lo studio legale accusato di aiutare i signori della droga, gli sportivi, i criminali internazionali, i re, i presidenti, i primi ministri, gli esperti di truffa, i vertici della FIFA, i mafiosi, Montezemolo, i politici e almeno uno stupratore a riciclare denaro sporco, evadere le tasse e fuggire la legge—è importantissimo.

La Mossack Fonseca c’entra con alcuni dei crimini principali delle ultime decadi—per esempio con quello che i media inglesi hanno definito “il crimine del secolo”, la rapina da 26 milioni di sterline al Brink’s MAT del 1983—e 33 dei suoi clienti sono nel mirino del governo americano per traffici con i signori della droga americani, con le organizzazioni terroristiche e con “stati canaglia” come la Corea del Nord e l’Iran. Nei documenti si citano anche operazioni per due milioni di dollari riconducibili a Vladimir Putin. Uno dei clienti della Mossack Fonseca ha avuto un ruolo centrale nel Watergate. Un altro è stato in carcere per tortura e assassinio di un agente della narcotici americana.

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In una vicenda di tali dimensioni—Edward Snowden l’ha ribattezzata “il leak più grosso della storia del data journalism”—può essere difficile capire cosa esattamente è in gioco. I Panama Papers, non c’è dubbio, sono un punto di non ritorno. Ma perché dovrebbero interessare anche te?

Se vivi in uno dei 200 paesi e territori da cui provengono i clienti della Mossack Fonseca —e probabilmente, se stai leggendo questo articolo, è così—la storia dei Panama Papers è la tua storia. I soldi che lo studio legale ha aiutato a far sparire dovrebbero essere usati per pagare le scuole, le strade, gli ospedali del tuo paese. I criminali con cui lavora la Mossack Fonseca sono a capo di alcuni dei gruppi più violenti del paese in cui vivi. I politici che hanno preso e dato mazzette, evaso le tasse e accumulato fortune enormi sono i politici del tuo governo.

Poco dopo la diffusione della notizia si sono cominciati a vedere tweet tipo, “Shock, orrore: persone ricche e potenti corrotte—non me ne frega niente.” Be’, sbagli, perché dovrebbe fregartene. Conoscere questa storia—di milioni che spariscono, corruzione, omicidi e mazzette e potere e tradimenti—è conoscere la tua storia. Ecco come siamo arrivati ai Panama Papers, e perché sono anche affari tuoi.

IL LEAK

Poco più di un anno fa, una fonte anonima ha contattato il giornale tedesco Süeddeutsche Zeitung (SZ) per offrirgli alcuni dei documenti della Mossack Fonseca, società specializzata nella creazione e nella gestione di società offshore in “paradisi fiscali” in tutto il mondo. La fonte non ha chiesto alcun compenso. In un’email al giornale ha scritto che voleva solo una cosa: “Rendere pubblici questi crimini.”

Nei mesi successivi, SZ si è trovato sommerso da 2,6 tera di dati. Li ha condivisi con l’International Consortium of Investigative Journalists (ICIJ), e così centinaia di giornalisti di più di 100 compagnie mediatiche in 80 paesi diversi hanno cominciato ad analizzare i documenti. Dopo un anno di ricerche, finalmente hanno iniziato a capire come lavora la Mossack Fonseca—a capire come uno studio legale che non è mai stato toccato da nessuna indagine legale può avere a che fare con corruzione, furto e criminalità molto più di quanto chiunque potesse mai immaginare.

LO SCHEMA

Le società offshore non sono illegali—non di per sé. Ma usarle per non pagare le tasse, per depistare eventuali indagini e per proteggere criminali lo è.

Ecco come funziona questo gran casino:

Un individuo, spesso attraverso un prestanome a lui vicino, paga la Mossack Fonseca per creare società offshore—un’attività che esiste solo sulla carta, e che in realtà è solo un deposito di enormi quantità di denaro, contante o sotto forma di azioni. La Mossack Fonseca crea queste società offshore in posti come Panama (dove lo studio legale ha la sede), le Isole Vergini britanniche o altri paradisi fiscali—ovvero paesi in cui il vero proprietario di una società può rimanere anonimo e lo stato in cui risiede (che, solitamente, non sa dell’esistenza della società) non può tassarla.

Mettiamo che un politico prenda 100.000 dollari all’anno di stipendio, e per qualche motivo—mazzette, accordi, cose losche—faccia anche un milione di dollari in altri modi. Se quei soldi li mette in una società offshore, non vengono tassati. E se anche la società viene scoperta, non può essere direttamente collegata al politico perché tecnicamente è di proprietà di qualcun altro—un prestanome che la Mossack Fonseca ha nominato proprietario sulla carta, ma che in realtà non possiede proprio niente. Per spostare il denaro, la società finge di fare accordi finanziari: i Panama Papers hanno rivelato migliaia di false compravendite di azioni, pagamenti da milioni di dollari per “consulenze” e inverosimili “indennizzi” per transazioni cancellate.

“Questi non sono affari,” ha detto l’esperto di riciclaggio Andrew Mitchell QC alla BBC. “È la creazione di falsi business per continuare a spostare denaro.”

GLI SCANDALI

Cominciamo da quello più grosso: Vladimir Putin.

Il suo amico d’infanzia Sergei Roldugin—musicista e padrino della primogenita di Putin—compare nei documenti come proprietario di moltissime società offshore. Le ha create Mossack Fonseca, e hanno ricevuto finanziamenti continui per un valore totale di decine di milioni di dollari, secondo i Papers. Comunque, sembra che i soldi non vadano a Roldugin, ma, secondo l’ICIJ, agli uomini più vicini a Putin, e forse al presidente russo stesso.

Il funzionamento è sottile. Credo che il modo più facile di spiegarlo sia con questo esempio fatto dall’ICIJ:

Il 10 febbraio 2001 una società anonima nelle Isole Vergini britanniche, la Sandalwood Continental Ltd. ha prestato 200 milioni di dollari a un’altra società, anch’essa anonima, con sede a Cipro, la Horwich Trading Ltd.

Il giorno seguente, la Sandalwood ha ceduto il credito, e quindi il diritto a ricevere il pagamento del debito, interessi inclusi, alla Ove Financial Corp., una società misteriosa delle Isole Vergini britanniche.

In cambio, la Ove ha pagato un dollaro.

Ma non è finita qui.

Il giorno dopo, la Ove ha ceduto il diritto a incassare il debito a una compagnia con sede a Panama, la International Media Overseas.

Anch’essa ha pagato un dollaro.

In 24 ore il prestito aveva, sulla carta, attraversato tre continenti, due banche e quattro società, rendendo di fatto la somma di denaro difficile da rintracciare. La Rossiya, una banca di San Pietroburgo, istituzione il cui principale azionario e presidente è stato rinominato uno dei “cassieri” di Putin, è proprietaria della Sandalwood Continental e ha gestito le transazioni.

La International Media Overseas, che alla fine sembra avere il diritto di riscuotere quei 200 milioni di dollari più interessi, appartiene, sulla carta, al più caro amico di Putin, Sergei Roldugin.

Il punto è: qualcuno molto vicino a Putin ha dato 200 milioni di dollari in cambio di un dollaro. Ed è solo una delle transazioni che l’ICIJ ha scoperto nei documenti della Mossack Fonseca—per un totale di almeno due miliardi—che riguardano o coinvolgono società o individui “stranamente vicini” a Putin. L’ICIJ sostiene che i soldi potrebbero essere trasferiti in questo modo segreto per pagare “ricompense” al governo russo per gli aiuti ricevuti o ai contractor importanti. In soldoni: corruzione.

La FIFA, si è scoperto, è più nella merda di quello che pensavamo—e anche qui c’entra Mossack Fonseca. Quattro dei 16 membri dell’associazione calcistica indagati per corruzione negli Stati Uniti hanno usato Mossak Fonseca per creare società offshore. Un membro del comitato etico delle FIFA, Pedro Damiani, lavorava per sette società offshore legate al vicepresidente della FIFA Eugenio Figueredo—quello che è stato accusato di frode, riciclaggio e corruzione nel maggio dello scorso anno. Inoltre, sembra implausibile che Damiani non sapesse che Hugo e Mariano Jinkis—padre e figlio accusati di aver versato decine di milioni in mazzette alla FIFA per i diritti di messa in onda delle partite in America Latina—la stavano facendo sporca. Damiani è ora soggetto di un’investigazione interna condotta dallo stesso comitato etico di cui è parte.

Il Primo ministro islandese, che è salito al potere dopo il collasso delle tre più importanti banche nazionali, possedeva effettivamente una società offshore (esatto, creata dai nostri amici della Mossack Fonseca) che aveva grossi crediti nei confronti di queste stesse banche. Dico “effettivamente” perché, anche se prima possedeva la metà delle azioni della società, le aveva poi vendute alla moglie, che ne possedeva già l’altra metà. Per un dollaro. Anche se ancora non è chiaro se il primo ministro, Sigmundur Gunnlaugsson, abbia fatto qualcosa di illegale, il fatto che non abbia mai dichiarato di avere una società e i lampanti conflitti di interessi hanno scatenato il dissenso dell’opinione pubblica.

Ognuno degli scandali dei Panama Papers è difficile da spiegare come (se non più di) quello di Putin. Se volete averne un’idea più precisa, date un occhio al sito dell’ICIJ.

CONCLUSIONI

Potrei andare avanti ore a elencare tutti gli scandali—quelli che riguardano il primo ministro del Pakistan, il re dell’Arabia Saudita, i figli del presidente dell’Azerbaijan, il figlio dell’ex presidente egiziano Hosni Mubarak, otto membri del Politburo cinese, anche Jackie Chan—ma per ora, mi basta darvi qualche dato.

Dai Panama Papers risulta che abbiano usufruito dei servizi della Mossack Fonseca 61 tra famigliari e amici di primi ministri, presidenti o re. Lo studio legale ha aiutato a far sparire miliardi di dollari dei membri dei governi di tutto il mondo—soldi che, normalmente, sarebbero soggetti a tassazione. Ha fatto affari con gente che si arricchisce con i soldi di assicurazioni sulla vita che avrebbero dovuto andare a vedove e orfani. E l’ha fatto per 40 anni, senza che nessuno lo sapesse—finché una fonte anonima ha contattato un quotidiano tedesco.

Siamo nauseati dalla quantità di informazioni che ogni giorno ci bersagliano. Centinaia di pubblicità urlate da cartelloni, schermi e televisori. Non è possibile ascoltare tutta la musica uscita negli ultimi sei mesi in tutta la vita. Siamo sommersi di titoli, schiacciati dalla quantità di notizie a cui abbiamo accesso e incerti, a volte, del posto dove andare a cercarle. In un’era in cui l’informazione è così vasta, interessarsi a tutto è faticoso.

Quella dei Panama Papers—forse più di ogni altra notizia dei prossimi dieci anni—non è una storia facile da capire. Ci vuole un po’ a capirne il funzionamento, e tenete conto che tutte quelle media company che stanno aiutando ad analizzare i documenti non sono nemmeno arrivate alla fine. Ma è una storia che merita il nostro tempo. Perché, a differenza di molte delle notizie con cui vieni bombardato, è una storia che riguarda te.

@drewjschwartz

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