Storia vera: stavo aspettando al gate per un volo alle 6 di mattina fuori dall’aeroporto di Dallas. La crew girava in tondo e io e i miei compagni di viaggio eravamo in piedi dall’alba. I negozi e i bar dell’aeroporto erano ancora chiusi, ed eravamo decisamente infastiditi. “Non possiamo imbarcarvi, ancora,” ha detto la persona preposta al gate. Quindi eravamo lì, accalcati e ansiosi di fronte alla porta aperta, quando Skrillex e il suo staff sono arrivati in hoverboard e sono filati dritti nell’aereo.
Avrei voluto strangolarlo.
Videos by VICE
L’”air rage”—rabbia da volo—è un comportamento violento diretto allo staff di volo o agli altri passeggeri ed è un vero problema per le crew delle compagnie aeree.
La crescita sempre maggiore di passeggeri violenti e vendicativi è oggetto di un nuovo studio pubblicato sul journal Proceedings of the National Academy of Sciences, che indaga sull’impatto della segregazione da abitacolo sulla rabbia da volo. Il risultato è che l’odio che puoi provare nei confronti dei passeggeri della prima classe è un sintomo comune di classismo da aereo e una delle cause primarie di air rage. Su una scala psicologica, la mera presenza di passeggeri in prima classe può essere l’equivalente di un ritardo di 9 ore e mezza.
Le cabine degli aerei sono dei microcosmi di stratificazione sociale. “I passeggeri d’èlite” non sono solo trattati con più attenzione e hanno posti più comodi, ma occupano anche fisicamente una parte ristretta ed esclusiva dell’aereo. I passeggeri della classe economica non godono di certi servizi, hanno sedili più scomodi, e durante l’imbarco passano davanti alla prima classe avendo modo di ammirare le sedute in pelle e l’ampio spazio per le gambe.
In una gerarchia socioeconomica, il livello di ricchezza delle persone interferisce con la loro salute, con le loro emozioni, e con i loro comportamenti. E, come confermato dallo studio, quando questa gerarchia si manifesta in un ambiente di dimensioni ridotte, come un aereo, ottiene gli stessi esiti.
“I miei ambiti di studio sono le scienze comportamentali e la criminologia. Quindi, per me, è naturale interessarmi di disuguaglianze e giustizia. I voli aerei e gli aeroporti hanno la capacità di rendere espliciti i conflitti di classe,” mi ha raccontato l’autrice principale dello studio Katherine Decelles, professoressa associata di comportamento organizzativo presso l’Università di Toronto.
La Decelles e i suoi colleghi hanno studiato una grande mole di dati forniti da una grande compagnia aerea internazionale e prodotti dai suoi passeggeri in maniera anonima nel corso di anni. Gli aspetti analizzati dal team comprendevano: manifestazioni di rabbia in aereo, i posti a sedere, le posizioni degli accessi ai velivoli, i ritardi dei voli e le loro distanze di percorrenza.
Sugli aerei, la disuguaglianza si manifesta in due forme: fisica e situazionale. La prima consiste nella separazione fisica dei passeggeri in classi. La seconda, invece, comporta tutti gli aspetti che ribadiscono le differenze di stato: ad esempio, quando i viaggiatori delle classi più economiche sono costretti ad attraversare la prima classe per raggiungere i loro posti.
Il team di ricerca ha scoperto che le esplosioni di rabbia tra i passeggeri della economy risultano più frequenti del 400 per cento sugli aerei che includono anche il servizio di prima classe.
Le persone che viaggiano nella economy sono più inclini ad esplosioni emotive causate dalla paura e dall’ansia, mentre i clienti di prima classe risultano esibire più frequentemente comportamenti minacciosi determinati dalla rabbia.
I risultati dello studio mostrano anche come gli aerei con accessi d’imbarco situati nella parte anteriore, aggravano la disuguaglianza fisica. Di conseguenza, le manifestazioni di rabbia risultano significativamente più comuni nei velivoli che costringono i viaggiatori della economy a incrociare quelli della prima classe durante l’imbarco rispetto ai casi in cui gli accessi sono situati nella sezione mediana. Sugli aerei con un unico ingresso, le esplosioni di rabbia in volo sono maggiori del 200 per cento. Allo stesso tempo, i passeggeri di prima classe sembrano maggiormente irritati dalla situazione di stretto contatto con altre persone addirittura 1.100 per cento volte in più rispetto ai loro compagni di viaggio della economy.
Secondo la Decelles, quando fanno riferimento al loro status di privilegiati, gli individui appartenenti a classi sociali più alte si dimostrano poco gentili nei confronti dei meno privilegiati, il tutto si manifesta attraverso comportamenti sprezzanti e manifestazioni di egoismo. Secondo la studiosa, questo potrebbe spiegare il picco di comportamenti fastidiosi registrato tra i viaggiatori di prima classe costretti ad interfacciarsi con i membri della economy.
A questo punto è chiaro che sopra i nostri cieli si sta combattendo una lotta di classe e chiunque abbia mai volato in economy probabilmente capisce cosa intendiamo. Eppure, come suggerisce lo studio, le compagnie aeree possono operare dei rimedi per ridurre l’attrito creato dalle crescente divisioni di classe tra passeggeri.
“Si possono implementare soluzioni basate sulle scienze comportamentali. Inoltre, le compagnie aeree dovrebbero sperimentare modelli di imbarco a doppia entrata,” ha spiegato la Decelles.”Tuttavia, elementi come barriere divisorie, accessi impediti ai servizi igienici e persino l’odore di biscotti appena sfornati provenienti dalla prima classe ricorderanno sempre ai passeggeri la loro situazione di svantaggio sociale.”
Con la diminuzione dei posti disponibili e l’aumento del costo dei biglietti aerei, le manifestazioni di rabbia in volo sono destinate a peggiorare sempre di più. Credo che prima o poi ognuno di noi debba subire sulla propria pelle le ingiustizie che hanno luogo durante i viaggi in aereo. Perlomeno, questa consapevolezza si rivelerebbe molto utile per ricordarci che, ancora oggi, viaggiare è tanto un lusso quanto un privilegio per moltissime persone. E dopotutto, non importa molto quanto saranno comodi quei sedili di prima classe, tanto il Wi-Fi in volo continua a funzionare da schifo per tutti.