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Tecnologia

Elon Musk è stato scelto per il team di consulenti di Donald Trump

Il CEO di Tesla è stato piuttosto chiaro sulle posizioni negazioniste e anti-scienza del presidente-eletto.
Elon Musk. Immagine: Heisenberg Media/Flickr

Il team di transizione per il Presidente-eletto Donald Trump ha annunciato oggi di aver aggiunto alle proprie fila il CEO di SpaceX e Tesla Elon Musk e il CEO di Uber Travis Kalanick. Il gruppo di consulenti è composto da leader del mondo business ed è conosciuto con il nome di Strategic and Policy Forum.

Il team di 16 persone, formato circa un mese fa, comprende numerosi CEO statunitensi. Il piano è di organizzare degli incontri regolari tra loro e Trump per condividere le loro esperienze e il loro know-how con il Presidente-eletto, le imprese del quale hanno fatto richiesta di bancarotta sei volte, per arricchire l'agenda economica che metterà in atto. Nel team è presente anche Indra Nooyi di PepsiCo.

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Sono diversi i giganti della Silicon Valley palesi assenti dalla squadra, come Apple, Facebook e Alphabet, la società madre di Google. Il mondo tech, eccezion fatta per Peter Thiel e simili, si è dimostrato apertamente ostile alla rude retorica di Trump circa l'immigrazione perpetrata durante la campagna.

Curiosamente, anche Musk e Kalanick si erano palesati come decisamente critici nei confronti del Presidente-eletto Trump prima delle elezioni. Kalanick aveva scherzato affermando che si sarebbe trasferito in Cina se Trump avesse vinto le elezioni. Musk invece era stato più chiaro: il CEO di Tesla aveva detto alla CNBC durante un'intervista precedente all'8 novembre di credere che Trump "non fosse l'uomo giusto per questo lavoro," spiegando che "non sembra avere le caratteristiche giuste per gestire al meglio gli Stati Uniti."

Musk, che ha costruito un impero grazie alla ricerca di energie rinnovabili, e ha sempre manifestato con chiarezza la sua preoccupazione circa il cambiamento climatico, aveva detto che le politiche economiche e ambientali proposte da Hillary Clinton erano quelle giuste per gli Stati Uniti. Nel frattempo, Trump afferma di credere che il cambiamento climatico sia una bufala portata avanti dai cinesi, e dalla sua elezione non ha fatto altro che arricchire le fila del suo staff presidenziale di personaggi che negano il riscaldamento globale.

Anche subito dopo l'elezione, Musk aveva lamentato che l'elezione non era stata "il momento migliore della nostra democrazia."

Durante il discorso che ha pronunciato in Nevada per inaugurare l'apertura della sua Gigafactory—uno stabilimento che costruisce batterie al litio da montare sulle macchine Tesla e da installare nelle case e nelle aziende—ha fatto spesso riferimento ai pericoli del riscaldamento globale e alla macchina della propaganda alimentata a combustibili fossili che tenta continuamente di screditare la scienza.

"So che voi pensate che il riscaldamento globale sia reale," ha detto ai suoi supporter, "ma la cosa folle è che molte persone, là fuori, non ci credono." E presto farà da consulente a una di queste persone, incluse quelle presenti nel team di Trump.

Non è chiaro come Musk comunicherà i suoi pensieri alla nuova amministrazione, o se li metterà da parte per poter lavorare con il Presidente-eletto, ma i due hanno qualcosa in comune. Trump ha annunciato quest'anno che crede che gli Stati Uniti debbano investire nell'esplorazione spaziale, una manna dal cielo per SpaceX di Musk. Entrambi sono in possesso anche di una quantità incredibile di denaro generata a partire dalla vendita di prodotto destinata ai più ricchi—le auto Tesla di Musk, e gli hotel di lusso di trump. Difficilmente, però, Musk riuscirà a fare cambiare idea al presidente-eletto al fine di fargli adottare delle misure più eco-friendly. Anche sopratutto perché tutto il resto del gabinetto e composto da supporter delle energie fossili.

Nel frattempo, un'altra azienda tech, Twitter, è stata lasciata fuori da questi incontri perché ha rifiutato di supportare una emoji a tema Hillary Clinton, da accompagnare all'hashtag #CrookedHillary.