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Ecco la policy interna di Facebook per gestire Pepe the Frog

Pepe the Frog è finito per rappresentare qualcosa di totalmente diverso da quello per cui lo aveva concepito in origine il suo creatore. Per tutto il 2016, la cosiddetta alt-right ha adottato la rana come sua mascotte per diffondere messaggi razzisti, portando la Anti-Defamation League (ADL) a inserire Pepe nella lista dei simboli d’odio. Persino Hillary Clinton ha fatto riferimento a questo utilizzo di Pepe in un suo discorso come candidata presidenziale.

Naturalmente, anche altri hanno seguito l’esempio a modo loro. Diversamente dalla sua politica usuale che consente l’utilizzo di personaggi fittizi per diffondere messaggi di odio, Facebook ha deciso internamente di vietare alcune immagini di Pepe the Frog, secondo quanto riportato all’interno di una serie di documenti ottenuti da Motherboard. Questi documenti evidenziano il costante tentativo delle politiche dei social network di fronteggiare l’hate speech dato che i vari gruppi che ne fanno uso sono sempre in cerca di nuovi metodi per diffondere i propri messaggi.

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”Pepe the Frog è stato sfruttato da molti gruppi di odio per trasmettere i loro messaggi,” viene scritto in una sezione di un manuale di formazione per i moderatori di Facebook intitolata ‘Dangerous Organizations.’

Solitamente, Facebook consente agli utenti di pubblicare senza particolari problemi immagini di personaggi di cartoni animati o videogiochi, anche in contesti di hate speech. Il materiale per la formazione contiene anche come esempio un’immagine di Homer Simpson con una svastica in testa. Questo è un genere di contenuto che i moderatori di solito ignorano e non rimuovono neanche se segnalato da un utente, secondo i documenti.

Un’immagine contenuta nel materiale di training che fa riferimento alle policy di Facebook sui personaggi di finzione. Immagine: Motherboard

Pepe, però, è diverso — o almeno certi usi che vengono fatti della sua immagine. Il materiale di training fornisce due esempi di Pepe, il primo è solo un’immagine standard della rana dagli occhi sporgenti che si fissa le mani. La seconda, invece, mostra Pepe vestito in uniforme da SS fuori da un campo di concentramento. I moderatori dovrebbero “cancellare” quest’ultima, secondo la slide dove viene riportata. Il documento segnala specificamente di ricorrere a questo rimedio solo nei casi in cui ”Pepe the Frog viene mostrato all’interno di contesti di odio.”

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”Stanno abusando dell’immagine di un personaggio dei cartoni animati, che a prima vista potrebbe sembrare piacevole, per molestare e diffondere l’odio sui social media,” ha dichiarato Jonathan A Greenblatt, amministratore delegato di ADL, quando il gruppo ha indicato Pepe come simbolo di odio.

Un’immagine contenuta nel materiale di training che fa riferimento alle policy di Facebook sui personaggi di finzione. Immagine: Motherboard

Naturalmente Facebook non è l’unica piattaforma che sta facendo i conti con Pepe. Nel giugno dello scorso anno, Motherboard ha confermato che Apple aveva segnalato il meme della rana come “contenuto discutibile”, bannandolo dall’App Store di iOS.

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Anche Matt Furie, il creatore di Pepe, si è opposto all’adozione del suo personaggio da parte dell’estrema destra. Nell’agosto dello scorso anno, Furie ha raggiunto un accordo con Eric Hauser, l’autore di The Adventures of Pepe and Pede, un libro per bambini uscito come autoproduzione che ritraeva Pepe come un islamofobo. L’accordo ha costretto Hauser a donare tutti i profitti della pubblicazione a un gruppo che cura le relazioni tra musulmani e americani.

Questo articolo è comparso originariamente su Motherboard US.

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