Attualità

Cinque persone straniere residenti in Italia spiegano cosa pensano della politica italiana

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E allora sì: elezioni anticipate, dopo una legislatura in cui (come sempre) è successo tutto e il contrario di tutto. Il 25 settembre del 2022 andiamo a votare, e per molti di noi è complicato tirare le fila di questo gran caos in cui ci troviamo—tra partiti che pochi anni fa sembravano in ascesa e adesso sono completamente in declino, nuove aree elettorali che promettono da mesi di nascere e poche idee su cui basarsi per fare una scelta.

In queste situazioni a volte può essere utile cercare di guardarsi dall’esterno, magari attraverso lo sguardo di qualcuno che conosce la situazione ma è meno abituato di noi a tutte le scaltrezze, le idiozie e i meccanismi della politica italiana.

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Per questo abbiamo chiesto un parere a cinque persone di origine straniera, residenti da anni in Italia, che ci hanno raccontato come vedono la nostra politica, cosa vi trovano di assurdo e strano, quali sono le principali differenze rispetto al loro paese, e quali sono i leader politici che non sopportano.

EVA CHARPENTIER, 34 ANNI (FRANCIA) – PRODUCER, VIVE IN ITALIA DA 14 ANNI

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VICE: Cosa sapevi della politica italiana prima di vivere qui?
Eva:
Avevo vent’anni, quindi la mia idea era piuttosto grossolana. L’immagine era quella del berlusconismo: un circo di buffonate e corruzione. 

Oggi invece che rapporto hai con l’attualità politica?
Cerco di informarmi, anche se la politica non è proprio la mia passione. Però chiedo spiegazioni, cerco di capire. La politica italiana mi appare molto opaca, ermetica, anche solo i meccanismi di elezione sono complicatissimi. Però l’idea che rimanga un po’ una pagliacciata c’è sempre: politici che mettono su uno show che non ha niente a che fare col governare il paese. 

Cosa ti ha colpito di più approfondendo?
Mi colpisce soprattutto un fenomeno: mi sembra che i giovani italiani seguano molto, in media, la politica, ma poi quando le cose vanno male non si ribellano mai. Per noi francesi è abbastanza strano, perché siamo abituati a scendere in piazza in modo deciso. Gli italiani sono informati ma poco attivi.

Quali sono altre differenze rispetto alla Francia?
Dal punto di vista tecnico i meccanismi di elezione, che sono un’altra cosa che da francese trovo assurda. Noi eleggiamo in maniera diretta il Presidente della Repubblica. Dal punto di vista generale direi la mancanza di dignità istituzionale e pubblica dei vostri politici: in Francia c’è più rispetto per il proprio ruolo. 

Qual è stato il singolo evento che hai trovato più assurdo?
La presenza di un politico come Antonio Razzi.

E il personaggio politico che più ti sta antipatico?
Matteo Salvini, senza dubbio. 

DIDIER BAMALA, 37 ANNI (CAMERUN) – CARPENTIERE, VIVE IN ITALIA DA 5 ANNI

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VICE: Che informazioni ti arrivavano, in Camerun, della politica italiana?
Didier.
L’immagine che per lungo tempo abbiamo avuto in Camerun dell’Italia era positiva, perché era un paese europeo che aveva buoni rapporti con Gheddafi, che al tempo era molto potente in Africa, quindi i media di propaganda ci raccontavano l’Italia di Berlusconi—proprietario di una squadra celebre come il Milan—come un paese amico che ci poteva dare opportunità. Ho iniziato ad avere un’idea più obiettiva quando ho conosciuto Martina, mia moglie, che mi ha raccontato meglio. 

Pensi che sia importante informarsi sull’attualità politica?
È fondamentale. Negli ultimi anni i meccanismi economici e sociali hanno avuto maggior impatto sulle nostre vite, quindi dobbiamo partecipare alla vita politica, non solo del paese in cui viviamo.

Cosa ti ha colpito di più della politica italiana, approfondendo?
Poco dopo il mio arrivo in Italia ci furono le dimissioni di Renzi, e l’inizio del governo Gentiloni. La cosa mi stupì molto, perché a causa di un referendum il capo del governo si era dimesso. Un cambio così repentino da noi si ha solo con un colpo di Stato, quindi cominciai a farmi spiegare tutti i meccanismi, anche perché stavano per esserci nuove elezioni. E lì avvenne l’altra grande scoperta: fazioni politiche che da anni si infamavano, subito dopo il voto stringevano normalmente alleanze di governo, e alla fine era come se non comandasse davvero nessuno. Incredibile per me all’epoca. 

Quali sono le altre differenze con la politica del Camerun?
In Italia c’è un Parlamento in cui il ruolo dell’opposizione è molto importante: i partiti che contrastano il governo hanno una voce e possono farla valere. In Camerun abbiamo un partito unico, con una presidenza che va avanti da 40 anni. Esistono movimenti di opposizione, ma non hanno la stessa libertà di espressione e azione. La classe politica camerunense, poi, è molto vecchia: sono nel sistema da mezzo secolo. 

Qual è il singolo evento della nostra politica che ti ha fatto dire “ma cosa sta succedendo”?
L’ultimo che mi viene in mente è proprio recente: il Movimento Cinque Stelle che apre la crisi, poi però si presenta in Parlamento con la retorica di chi vuole andare avanti, e a quel punto ci si mette la destra—che fino a quel giorno urlava allo scandalo per la crisi di governo— a dire “non votiamo”, causando le dimissioni di Draghi. È pazzesco. 

C’è un personaggio della politica italiana che non sopporti?
Tanti [ride]. Ma soprattutto Matteo Salvini, che nel corso del tempo ha detto tutto e il contrario di tutto agli italiani.  

PIOTR NIEPSUJ, 37 ANNI (POLONIA) – FOTOGRAFO, VIVE IN ITALIA DA 15 ANNI

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VICE: Cosa sapevi della politica italiana prima di arrivare in Italia?
Piotr:
Niente. Il dibattito sulla politica estera in Polonia riguarda soprattutto paesi come Germania, Russia, Cina, America. Arrivavano le notizie su Berlusconi, quello sì. 

Ora che vivi qui che rapporto hai con la politica italiana?
Mi informo e l’ho sempre fatto, ma per capirci qualcosa ci ho messo diverso tempo, perché devi avere un po’ chiaro il contesto.

Quali sono le cose che ti hanno più colpito della politica italiana?
Trovo molto strano quanto molti italiani, almeno nella mia bolla, siano più informati sulla situazione di altri paesi—come gli Stati Uniti, ad esempio—di quanto lo siano riguardo la loro. Ho alcuni amici che non conoscono i ministri del proprio governo, ma sanno tutto di politica estera. 

Quali sono, secondo te, le principali differenze rispetto alla Polonia?
Ho perso un po’ il contatto con quello che succede in Polonia, anche se so che la situazione è piuttosto preoccupante. Forse i governi polacchi attuali sono un po’ più stabili, mentre un tempo anche nel mio paese le legislature erano caotiche come quelle italiane.

C’è stato un evento legato alla politica italiana che ti ha fatto pensare “dove sono finito”?
Ce ne sono stati tanti, ma non te ne saprei dire uno estremo in particolare, perché comunque i politici sono bene o male gli stessi in ogni parte del mondo. È tutto un carrozzone di marketing per ottenere più visibilità e farsi eleggere. 

Qual è il personaggio politico italiano che non sopporti?
Berlusconi, peggio ancora di Salvini. Perché contaminando la cultura italiana ha devastato il paese e gli effetti si sentono pesantemente ancora oggi. 

ERIKO KAWASAKI (GIAPPONE) – CANTANTE, VIVE IN ITALIA DA 14 ANNI

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VICE: Prima di arrivare in Italia cosa sapevi della politica italiana?
Eriko:
Assolutamente niente. In Giappone sappiamo tante cose dell’Italia, ma sono poche le informazioni sulla politica. 

Tu ti informi sull’attualità da quando vivi qui?
Devo essere sincera: la politica italiana è veramente molto complicata, ed è difficilissimo per me capirci qualcosa. Quindi non tanto. Guardavo ad esempio Crozza, il comico che fa le imitazioni anche di Zaia, ma è difficile afferrare le sfumature delle sua battute per uno straniero.

Quali sono le cose che ti hanno più colpito vivendo qui?
Mi ha stupito il fatto che gli italiani parlano molto spesso di politica tra di loro, ad esempio tra amici a cena. Una cosa che in Giappone è tabù. Le idee politiche sono private e poco interessanti: non si condividono, soprattutto tra i giovani. 

Quali sono le altre differenze rispetto al tuo paese?
L’Italia è un paese molto conservatore, la vostra idea di cambiamento prevede tempi lunghi. Che è anche una cosa bella in altri ambiti, perché vi permette di preservare tutta questa bellezza di arte e cultura. In Giappone invece noi rinnoviamo continuamente, e quando decidiamo di cambiare lo facciamo in tempi rapidi. 

C’è stato un episodio della vita politica italiana in questi anni che ti ha fatto dire “ma cosa sta succedendo”?
Più che un singolo episodio, mi ha colpito cosa accade dopo ogni scandalo. In Italia c’è spesso caos politico, ma i politici non si dimettono mai, anzi magari diventano più famosi. In Giappone questa cosa è impensabile. 

Qual è il personaggio politico che non sopporti? 
Non sono in grado di darti una risposta, li conosco troppo poco. 

EHSAN MEHRBAKHSH, 38 ANNI (IRAN) – ILLUSTRATORE, VIVE IN ITALIA DA 16 ANNI

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VICE: Prima di arrivare in Italia cosa sapevi della politica italiana?
Ehsan:
Avevo informazioni storiche grossolane, legate più che altro al fascismo e al post-fascismo. Pochissima attualità. Sapevo, ad esempio, che il Vaticano ha avuto spesso grande influenza sulle vicende italiane. 

E adesso segui la politica italiana? 
Sì, la seguo. È importante perché qualsiasi cosa tu faccia la politica incide in maniera diretta, anche quando non ne abbiamo la percezione.

Cosa ti ha stupito della politica di questo paese?
L’instabilità dei governi, e lo dico con un’ottica sia positiva che negativa. Il post-Berlusconi è stato segnato da grandi cambiamenti, governi che si avvicendavano, un sacco di presidenti del Consiglio che non figuravano come leader di partito in tempi di elezioni. 

Quali sono le principali differenze politiche rispetto all’Iran?
Tantissime, si fa prima ad elencare le somiglianze [ride]. In Iran si vota, ma i partiti che possono partecipare alle elezioni vengono prima selezionati da un organo istituzionale, il “consiglio dei guardiani”. Quindi quando gli iraniani votano, stanno scegliendo candidati che sono già stati scelti. La principale differenza mi sembra questa. La grande somiglianza, invece, è che anche in Iran i politici spesso non mantengono le promesse.

C’è mai stato un evento della politica italiana che ti ha lasciato esterrefatto?
Un evento in particolare no. Mi lascia esterrefatto l’assenza totale di una sinistra italiana. 

Qual è il personaggio politico italiano che non sopporti?
Berlusconi.