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Cose che le ragazze devono sapere sul fare pipì all'aperto

È triste che, per una donna, qualcosa di così bello e naturale come la pratica dell'urinare all'aperto si trasformi troppo spesso in un inconveniente.

Quando ci hanno offerto dei pass stampa per l'ennesimo festival ci siamo messi intorno a un tavolo e abbiamo attentamente valutato pro e contro. Queste scorpacciate estive di musica non-stop sono sempre un bell'impegno, ma sebbene assistere a un concerto insieme ad altre 10.000 persone che non possono fare a meno di sbattermi in faccia le loro ascelle sudate non sia proprio la mia idea di divertimento, a volte ne vale davvero la pena. Se siete fortunati potete scoprire un nuovo gruppo che non fa così schifo, trovare qualcuno che vi offra da bere, o—se siete fortunatissimi—che vi faccia trascorrere qualche piacevole minuto dietro la baracchetta della birra che sponsorizza l'evento. Ma se siete sfortunati, la vostra band preferita potrebbe cancellare la data all'ultimo minuto, e c'è sempre la possibilità che un nubifragio si abbatta sulle teste di tutti i presenti costringendo alla ritirata.

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Ma se c'è una cosa su cui più di tutto si può contare in queste occasioni, e che colpisce principalmente le signore, è la terribile esperienza del bagno. È triste che qualcosa di così bello e naturale come la pratica dell'urinare si trasformi in un terribile inconveniente, soprattutto in un luogo dove la gente beve un sacco e le code si allungano con una facilità imbarazzante. E allora sì, è il momento di dire basta. Molti probabilmente non lo sanno (né riuscirebbero a immaginarlo), ma da secoli donne coraggiose cercano luoghi appartati in cui accovacciarsi e liberarsi del fardello, sprezzanti del pericolo. Ispiriamoci dunque a loro, e prepariamoci a fare nostra la libertà della pipì in esterna.

SEBACH E ALTRI WC CHIMICI
Non voglio passare subito per sostenitrice dell'anarchia urinaria, quindi, innanzitutto, ricordate che quando c'è la possibilità di usare un wc chimico vi conviene sfruttarla. Fate pipì come se non ci fosse un domani, cambiatevi l'assorbente, aggiustate l'imbottitura del reggiseno, controllate il vostro grado di sudorazione e così via. Non snobbate la privacy offerta da quel plasticame puzzolente, perché è meglio turarsi il naso per pochi minuti piuttosto che rimanere nel fango a trattenere la pipì mentre una folla che conosce soltanto metà di quella canzone di Gotye si ostina a cercare di cantare ogni singola parola.

IN ESTERNA
Le donne, soprattutto quelle nate e cresciute in città, hanno molto da imparare sulla pipì nella natura. E con natura intendo parcheggi, vicoli, fermate dell'autobus, canalette e ogni altro luogo che la controparte maschile frequenta in caso di bisogno. La leggenda che vuole le ragazze incapaci di fare pipì in assenza di un water è ovviamente falsa. Ecco la vera, unica, fondamentale verità: per farlo, non servono altro che un buchino, due gambe e un cantuccio che presenti un minimo di pendenza e abbastanza fogliame (o cassonetti, macchine e via così) da assicurare una buona copertura. Non c'è niente di biologicamente inabilitante nell'anatomia femminile quando si tratta di pipì.

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DOVE
Camminate con determinazione e non gingillatevi. Dirigetevi verso luoghi appartati non troppo lontani dalla strada battuta. I cespugli sono ideali perché potete abbassarvi, depositare i fluidi ben nascoste e rialzarvi in men che non si dica senza destare sospetti. "Mi stavo allacciando la scarpa, no?"
L'ideale è essere protette su tre fronti, ma anche due sono sufficienti. Anche i vestiti possono fungere da parete protettiva, e c'è chi ha affinato talmente questa tecnica al punto da poter fare pipì praticamente ovunque (e non intendo addosso). Le gonne funzionano particolarmente bene in questi casi, ma in caso di emergenza un maglione legato in vita può coprire quanto basta.

COME
Attivate glutei e quadricipiti, piegate le ginocchia, scendete col sedere, portate in avanti mutande e pantaloni, e voilà. Avvicinatevi il più possibile a terra in modo da evitare gli schizzi e lo scroscio. Attenzione a dove mettete i piedi, non lo ripeterò mai abbastanza. Se riuscite a trovare un posto leggermente rialzato, posizionatevi dando le spalle alla discesa, così il getto sarà naturalmente orientato verso il basso.

PULIZIA
Date una leggera scrollata per facilitare lo sgocciolio. Se non avete fazzolettini o non ci sono bidoni in cui depositarli (non inquinate!), le foglie vanno bene. Accertatevi che non appartengano a qualche pianta velenosa, tutto qui. Se qualche goccia è finita sulle scarpe, non temete, prima o poi asciugherà. Basta fingere che non sia successo niente, sarà il vostro piccolo segreto.

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IL BAGNO DEI MASCHI
La mia filosofia su pipì e libertà è che urinare è una necessità biologica, e finché mi comporto in maniera ragionevole e con rispetto, non ci sono barriere di genere quanto a toilette. Se in quella dei maschi non c'è la fila fuori dalla porta e sentite che la vostra vescica è a un passo dall'esplosione, approfittatene al volo. Ma poi volate via altrettanto rapidamente, perché non si sa mai chi si può incontrare.

PIPÌ IN PUBBLICO E LEGISLAZIONE IN MATERIA
Nello stato di polizia in cui ci siamo trovati a vivere, si tende a imporre l'idea che urinare in pubblico sia indecente e disgustoso. Chiedetelo ai poliziotti americani e alle loro multe per atti osceni. È un'autentica vergogna, soprattutto dato che fin dalle elementari ci insegnano che un governo che criminalizza un bisogno basilare è un governo cattivo. Nel Regno Unito, un giudice ha recentemente stabilito che urinare in pubblico non costituisce disturbo alla quiete pubblica se nessuno assiste all'atto. Mi sembra abbastanza ragionevole. Ci vuole rispetto, lo dicono tutti. Rispetto per noi stessi e per la nostra pipì. 
Io, ultimamente, mi ubriaco spesso.

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