FYI.

This story is over 5 years old.

A8N4: Il numero dello spettacolo

Meglio morto

Di come mollare il mondo del cinema mi abbia salvato la vita.

La maggior parte delle persone pensa che io sia morto, e la cosa mi fa piuttosto arrabbiare. Nel senso, so di non avere un bell’aspetto, ma comunque ho solo 40 anni. Penso che ci siano due spiegazioni: 1) la gente mi confonde con Sam Kinison (l’altro comico obeso con i capelli lunghi degli anni Ottanta); 2) le persone pensano che se fossi ancora vivo avrei preso parte a uno show tipo Ballando con le Stelle o Sono una Celebrità—Guardatemi mentre mangio testicoli di coccodrillo o roba del genere.

Pubblicità

So che non si dovrebbe parlare male dei morti, ma sinceramente me ne sbatto degli amici e dei fan di Sam, dato che anche lui se ne era fregato di Rock Hudson o Liberace. Quindi lasciate che vi spieghi meglio le cose per quel che riguarda il primo punto.

Sam è morto in un incidente d’auto nel 1992 mentre stava andando a uno spettacolo a bordo della sua Trans Am. Attualmente guido una bella Ford Escape del 2009. Sam era un comico misogino e xenofobo a cui piaceva un sacco urlare. Anche a me piaceva urlare, ma ero un comico di sinistra che si comportava come un pazzo di strada. A Sam piaceva prendere per il culo i solitari e i disadattati, mentre io sono sempre stato uno di loro. Sam era un fanatico di Gesù e Hollywood, invece io sapevo che credere in quelle cose era come sostenere che l’enorme pupazzo-squalo de Lo Squalo fosse vero.

Per quel che riguarda il secondo punto—non ne ho bisogno. Ho già avuto successo. Avevo già sfondato da giovane. Avevo appena iniziato ed ero già arrivato al punto che la maggior parte degli artisti raggiunge solo a fine carriera. Ho recitato in Scuola di Polizia 2: Prima Missione lo stesso anno in cui i miei coetanei finivano il college. Essere giovani non vuol dire per forza prendere decisioni stupide a inizio carriera, sto cercando di avvertirvi. Pensate a quanti sbagli avete fatto quando avevate 21 anni. Ora immaginate se ci fossero stati anche un sacco di soldi in ballo, e pensate a quanto sarebbe potuta peggiorare la situazione.

Pubblicità

Ho fatto il presentatore, sono stato un pupazzo parlante e un giocattolo nell’Happy Meal. Sono stato doppiato in così tante lingue che faccio fatica a ricordarmele. Ho incassato un sacco di assegni e ho girato tutto il mondo. Ma ero comunque infelice. Sul serio—fare la scimmia danzante era veramente deprimente. Ora non ci penso più, è acqua passata. Amo la mia vita, ma mi ci sono voluti almeno trent’anni per tornare a essere felice.

La maggior parte delle persone nel mondo dello spettacolo è triste o perché non è una grande star o perché è stufa di esserlo. Dal commesso di Starbucks al vincitore di un Oscar, quasi tutti pensano di essere trattati ingiustamente. Il mio consiglio è questo: mollate tutto.

È così che la mia vita è cambiata. Dopo anni passati a fare provini e a scrivere slogan per pubblicità merdose, sono arrivato a una conclusione. Ho capito che non mi sarei mai messo a guardare le cose che stavo facendo. Quindi ho deciso di smettere. Ho sempre scherzato sul fatto che ho smesso di fare l’attore nel momento in cui hanno smesso di ingaggiarmi, ma è la verità. Per pagare l’affitto mi ero ridotto a interpretare un personaggio in cui non mi riconoscevo più in locali fermi agli anni Ottanta sperduti nell’entroterra americano.

Fortunatamente (dato che anche nell’entroterra si erano rotti i coglioni dei comici urlanti), Jimmy Kimmel mi ha affidato un incarico come regista. Jimmy è stato uno dei pochi a credere in me quando tutti mi davano per finito. Ha avuto fiducia in me come regista e mi ha fatto capire che avevo altre opportunità. Forse era perché finalmente lavoravo in un ambiente che mi incoraggiava a essere creativo e a divertirmi, ma, per la prima volta dopo tanto tempo, mi sono messo a scrivere per il piacere di farlo.

Ho scritto una sceneggiatura non commerciale sull’onestà, sull’amore incondizionato e sulla bestialità. Il mio manager al tempo la lesse e mi disse che non l’avrebbe mandata in giro perché aveva paura che la gente potesse dubitare della mia salute mentale (ho licenziato quello stronzo una settimana dopo). A me piaceva, ma è rimasta sulla mia scrivania un anno intero prima che la mia amica Sarah la leggesse e dicesse, “Non è male, dovremmo farci qualcosa.” E dopo due settimane di lavoro, 20.000 dollari e una troupe ingaggiata su Craiglist, l’abbiamo fatto.

L’abbiamo fatto solo per il gusto di farlo. Era una scommessa con noi stessi. Poi il film è andato al Sundance Film Festival. E per me è stata una vera soddisfazione. Da allora ho fatto altri due film e scritto altre cinque sceneggiature.

I miei film non sono mainstream, e voglio che sia così. Non ho alcun interesse nel dirigere commedie ad alto budget per adolescenti. Odio gli adolescenti. Penso che la maggior parte di loro siano dei fottuti idioti. Cristo odiavo gli adolescenti anche quando ero uno di loro! In più quest’anno compio cinquant’anni, quindi come diavolo faccio a sapere cosa passa per la loro testa? Faccio film che piacciono a me e ai miei amici, con gli attori con cui mi piace lavorare, e a basso costo. Ho trovato dei produttori che mi finanziano e che non sono per nulla dei coglioni. E per quel che riguarda Sarah, ci siamo sposati.

Il mio consiglio è questo—se volete lavorare nel mondo dello spettacolo (o in qualsiasi campo creativo), seguite il vostro istinto. Anche se a volte vi dice “fanculo.” Lavorate con persone amichevoli. Non siate assetati di fama o denaro. Fate solamente quello che volete fare, quando vi pare e come vi pare. E se la cosa non vi rende felici, smettete. Non abbiate paura di farlo. E alla fine riuscirete a trovare la vostra dimensione ideale.