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Música

L'angolo delle musicassette Vol.11

Play. Stop. Rewind. Ritornano i nastri della Kassekten Sekte.

Puntuale come le crisi di astinenza di un tossico, la Kassekten Sekte (trad. "club dei finidegustatori di musica brutta su supporti sfigati") si fa viva da queste parti con la pretesa di parlarvi della musica che più gli garba. Tutta pubblicata, ovviamente, in quel formato che una volta finito di ascoltare ti tocca riavvolgerlo. Se no quando vai a riascoltarlo ti girano le palle.

MAGIC TOWERS - N4 - NO=FI

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Il suono dei Magic Towers è davvero impossibile da descrivere in termini puramente musicali. Ha molto di più in comune con una forma spirituale di architettura, un punto di vista magico e psichedelico sul disegno industriale. Sono blocchi di suono che vanno a costruire macchine che, per quanto sembrino immobili, producono tantissimo. Ora che ci penso, Federico, uno dei due membri di questo gruppo ha davvero una formazione da architetto. Il suo socio Giovanni, invece, disegna vestiti dalle forme assolutamente inusuali, un po’ come se al “normale” taglio da sartoria si applicasse lo stesso trattamento che i due riservano al suono. Lo modellano, organizzando la posizione temporale delle frequenze in modo da creare spazi tonali nuovi in cui spostarsi psichicamente. Il risultato può essere misteriosamente estatico, ma anche terrificante, come in ogni viaggio spirituale degno di questo nome: dietro l’angolo potrebbe esserci l’illuminazione oppure un tizio assolutamente identico a te, che ti prenderà a calci nel culo per l’eternità. O ancora: quella maglia potresti non riuscire più a toglierla perché ti piace troppo, o magari perché ci sei rimasto incastrato dentro.

ASCOLTA: Side A

BELOKUROV vs. MARZIANO / FULK∆NELLI - AGGARBATOO! Vol.1 split tape - Lemming

I personaggi di questa tape sono in un certo qual modo malfamati, ma l'etichetta del Sud Iitalia Lemming records ce li presenta seduti a tavola con classe. Ndriu Marziano e Ilia Belorukov (rispettivamente il chitarrista bisonte degli HiroshimaRocksAround e il sassofonista smilzo dei Benzolnye Mertvecy) danno alle stampe un brano di 12 minuti che sembra una riflessione sul futuro del noise. Sbuffi di elettronica, muri di chitarroni come grumi di sangue infetto, sgommate di sax usato a mo' di tampax e anche aperture armoniche eredi dell'Hanatarash di God Noise God, che però strizzano l'occhio anche all'hypnagogico. Un ascolto riscaldante, anche se la durata del brano (complice la presa diretta) è forse eccessiva. Ma non si puo' chiedere ai golosi di smettere di ingozzarsi di pasticcini. Passiamo ai Fulkanelli: qui l'interesse si sposta più su droni, sostenuti da una batteria saltellante, che potrebbero ricordare dei sabba ancestrali e forse il film The Valley se cambiasse colonna sonora. Dopo un bellissimo finale condito da "CHE PALLE STO JACK DI MERDA!" diciamo che questa cassetta ci piace e ne consigliamo il diobono.

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ASCOLTA: AGGARBATOO!

O -  Flight To Forever / 3D Immersive - ClubToClub

Quando ho letto il loro nome ho pensato “no, che cazzo, un altro gruppo di nome ‘O’,  sarà il quinto che mi capita di sentire nell’ultimo anno, compreso oOoOO che comunque si legge ‘O’… e facevano quasi tutti pena!” Insomma, capisco che tutti i nomi fighi se li è già presi qualcun altro, ma certe volte usare troppa leggerezza sulle questioni più superficiali è indice di pochezza anche musicale. Ero, quindi, un po’ titubante all’ascolto. Poi ho scoperto che andrebbe letto come “One Circle”, il che ha cambiato tutto. No, scherzo, non cambia un cazzo, però fortunatamente la cassetta contiene musica pregevole. Trattasi di un supergruppo di gente che fino a prima di registrare neanche si conosceva, nato in occasione del Club To Club di Istanbul: Lorenzo “Stargate” Senni, Vaghe Stelle, e A:Ra. Suonano una Techno/Chill Wave moderatamente oscura e dal passo pesante, afflitta da lunare malinconia. Elegante, forse troppo, fino a diventare un tantino fichetta nei momenti più rilassati.

ASCOLTA: Flight To Forever

DEATHDAY - S/t - Sweating Tapes

Parlando ancora di nomi stupidi, passiamo ai Deathday, quartetto americano dedito a un post punk talmente minimale che potrebbe benissimo trattarsi di un tizio da solo con un synth, un campionatore e qualche pedale. Non che questo sia un male, beninteso. Anzi, quando si riesce a evitare che il minimalismo diventi una giustificazione per evitare sforzi creativi, io lo trovo un bene assoluto. Less is less, e va bene così.
Non ne sono del tutto sicuro, ma credo proprio che chi canta in questo gruppo sia un uomo. Anche che mi sia venuto questo dubbio è una buona cosa: un po’ di mistero e ambiguità non fanno altro che aggiungere fascino. I synth sono molto rumorosi, le percussioni schiaccianti, le melodie sinceramente disperate. Tutto contribuisce a una narrazione iperrealista in bianco e nero, molto violenta e di ambientazione strettamente urbana, più difficile da mandare giù quando rallenta che nelle scene d'azione. Non si balla, non ci si diverte, si danno solo testate contro lo specchio del cesso. Cosa che io, onestamente, consiglierei a tutti almeno un paio di volte a settimana come. psicoterapia diy.

ASCOLTA: Cold Room

Recensioni di Franceso Birsa Alessandri - Recensione di Belokurov VS Marziano di Paraphernaparaculia.