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Se la guerra alla droga non funziona, che fine ha fatto tutta la cocaina?

Il National Drug Threat Assessment Summary analizza le tendenze del consumo di droga negli Stati Uniti, e nell'edizione 2013 sembra segnalare che la cocaina sia in calo. Merito della guerra alla droga? O tutt'altro? L'abbiamo chiesto a chi se ne...

Lo staff della CGC Forward con 88 balle di cocaina confiscata davanti alle coste dell'Honduras. Foto via US Coast Guard

Verso la fine dell'anno scorso, la DEA ha pubblicato il suo National Drug Threat Assessment Summary, un report di 28 pagine sulle tendenze riguardanti il consumo di droga negli Stati Uniti. Dalle tendenze si evince un aumento continuo dell'abuso di "prescription drug" (seconde in popolarità solo alla marijuana), un aumento di produzione dell'eroina in Messico e della sua disponibilità negli Stati Uniti, e l'emergere di nuove droghe sintetiche.

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Il report nel suo insieme non è particolarmente interessante, almeno finché non si arriva alla sezione sulla cocaina. "Secondo i dati," si legge, "durante il 2011 circa 16.908 chili di cocaina sono stati confiscati nel confine sud occidentale. Nel 2012, invece, ne sono stati sequestrati solo 7.143, una diminuzione del 58 percento.”

Quella brusca diminuzione è parte di un trend più generale: nel 2012 negli Stati Uniti c'è stato un meno 40 percento tra i consumatori di cocaina rispetto al 2006; solo il 19 percento degli arrestati a Chicago nel corso del 2012 aveva fatto uso di cocaina rispetto al 50 percento del 2000; e tra i liceali all'ultimo anno le percentuali di quanti hanno fatto uso di cocaina negli ultimi 12 mesi è la più bassa dalla metà degli anni Settanta. In effetti, il report dice anche che nella primavera del 2012 la cocaina è stata sporadicamente non disponibile a Chicago, Houston, Baltimora, e St. Louis. E quindi, dove è andata a finire?

Secondo il governo, il declino della coca è una vittoria dell'interminabile guerra alla droga. "Gli sforzi compiuti nella guerra allo spaccio potrebbero aver intaccato la capacità di trasporto di cocaina dei trafficanti colombiani. Il report indica che l'effetto combinato di grossi sequestri e arresti di trafficanti di alto livello ha fatto sì che le organizzazioni criminali internazionali siano riluttanti nell'organizzare il trasporto di grosse spedizioni di cocaina," si legge nel report della DEA. Un comunicato stampa della Casa Bianca di quest'estate accredita parte di questo miglioramento "all'eradicazione concentrata e persistente" e "agli sforzi legali diretti verso le organizzazioni criminali." Ma se si trattasse davvero di scarsi rifornimenti, i prezzi della droga sarebbero alle stelle. Invece sono più bassi del 74 percento rispetto a 30 anni fa. Oggi per cavalcare il cavallo bianco bastano solo 180 dollari al grammo.

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La risposta dev'essere altrove. In un numero recente del New Yorker, il giornalista Mattathias Schwartz ha dato un'occhiata all'effetto della Lotta alla Droga sulla Mosquito Coast dell'Honduras, una famosa arteria del traffico della cocaina verso il nord. Il traffico di droga è diventato così comune in quella zona che qualsiasi nave affondi, la gente del posto va a cercare i carichi nascosti tra i relitti: i grossi pacchi di cocaina sono noti come "aragoste bianche". Ho contattato Schwartz per chiedergli se dalle sue ricerche è emerso davvero un declino di spedizioni di cocaina nella regione.

“Si può notare che c'è molta più cocaina in circolo [nell'area]," mi ha detto Schwartz al telefono. "È il cosiddetto effetto palloncino: lo spaccio si sposta da regione a regione, proprio come quando schiacci l'aria di un palloncino e questa non sparisce, ma si sposta solamente. Ora si assiste a un fenomeno particolare: gente molto ricca connessa al mercato della cocaina che si trasferisce sulla Mosquito Coast, compra un sacco di terra, la ripulisce e la usa per facilitare le via di fuga dei trafficanti. Se sei in Honduras ti sembrerà che il traffico sia in aumento, ma se ti sposti ai Caraibi avrai l'impressione del contrario. Dipende solo in che punto della mappa ti trovi.” Schwartz crede che la sparizione della cocaina dalle strade americane abbia più a che fare con la domanda che con l'offerta: "se rendi il calcio un'attività criminale e sbatti tutti i giocatori in prigione per 20 anni, allora vedrai che il mercato del calcio diminuirà. E questo è quel che succede con gli stupefacenti: se imponi pene lunghissime anche per le persone che hanno avuto a che fare con la droga solo di sfuggita, è ovvio che le statistiche andranno giù. Chiunque voglia comprare della roba è in prigione.”

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Ethan Nadelmann, il fondatore e direttore esecutivo della Drug Policy Alliance, sospetta che i trend negativi del consumo di droga non siano merito del governo.

“[Il governo] dice, ‘Stiamo spingendo per una riduzione, e questa riduzione c'è stata! Quindi dev'essere accaduto a causa nostra'," mi ha spiegato Nadelmann al telefono. Ma spesso il governo non riesce a rintracciare una relazione causale tra le politiche e i trend di consumo. L'esempio chiave è stato il calo della diffusione di crack all'inizio degli anni Novanta, che la polizia ha assunto come prova dell'efficacia di certe politiche. "Ma se si guarda più attentamente si capisce che il prezzo della cocaina è continuato a scendere e che i consumatori dicevano che ottenerla era più facile che mai. Ciò che è accaduto davvero è che i gusti sono cambiati. Quindi per esempio, i giovani afroamericani delle città che negli anni Ottanta si facevano di crack, nei Novanta sono passati alle canne.”

Per approfondire ulteriormente ho contattato il professore di politiche pubbliche dell'UCLA Mark Kleiman, il principale esperto di politiche anti droga degli Stati Uniti. All'inizio dell'anno è salito alle cronache quando Washington l'ha nominato lo "zar dell'erba" del paese. Qualche domenica fa ho discusso con lui della sparizione della cocaina dal mercato americano.

VICE: Perché una droga come la cocaina dovrebbe scomparire?
Mark Kleiman: Il consumo di droga tende ad avere dei cicli epidemici. Quando una droga appare, o riappare, tende a farlo in cima alla piramide sociale, perché è qualcosa che si associa al glamour. La gente la usa per la prima volta, e si diverte. Quasi nessuno si mette nei guai perché è una cosa relativamente nuova e ha un passaparola incredibile. La gente dice "Oh mio Dio, è fantastico, devi provarla!", quindi c'è un aumento esponenziale nell'uso di quella droga. Ogni nuovo consumatore se ne porta dietro degli altri, e si registra un aumento molto rapido.

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Come ha notato David Musto in The American Disease, col tempo succedono due cose. Dopo che tutti hanno provato la droga, c'è un declino nel numero di nuovi consumatori. La seconda è che alcuni di loro l'hanno consumata abbastanza a lungo da sviluppare una dipendenza. Quindi c'è meno gente che dirà ai propri amici che quella droga "è fantastica", ma al contrario si comincerà a diffondere l'opinione opposta.

Con la cocaina come si è esplicitato questo ciclo?
Nel caso della cocaina c'è stato un rapido calo dei prezzi nel momento in cui gli spacciatori si sono ammassati sul mercato per approfittare della tendenza favorevole. Il prezzo della cocaina è diminuito dell'80 percento, cosa che ha contribuito anche a creare nuovi consumatori tra la popolazione. Lo sviluppo del traffico del crack ha fatto sì che fosse disponibile a soli cinque dollari; nel mercato della cocaina invece si è partiti da 100 dollari al grammo. Lo status sociale della droga è decaduto di conseguenza. Fare uso di cocaina oggi non ti inserisce nel gruppo dei ricchi manager cocainomani, ma in quello delle prostitute fatte di crack. Sorprendentemente, la gente preferisce rientrare nella categoria dei "ricchi manager", cosa che non riflette per forza un giudizio morale, ma una realtà sociale.

Tutte queste cose hanno creato un picco nell'uso di cocaina. Il numero di cocainomani è iniziato ad alzarsi nel 1985. Poi abbiamo avuto una serie di politiche dettate dal panico che puntavano a sopprimere l'epidemia di crack. Un'escalation della guerra alla droga.

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Le politiche aggressive hanno avuto qualche ruolo nella diminuizone della popolarità della droga?
Gli sforzi per far rispettare la legge hanno fallito completamente per evitare l'abbassamento dei prezzi. O ridurne la disponibilità. Il problema della cocaina ha continuato ad alimentarsi. Ma se non c'erano dei nuovi consumatori, e se gli utenti già esistenti sono poi morti o hanno smesso di drogarsi, alla fine il bacino di utenti ha iniziato a diminuire. E questo è successo nella metà degli anni Novanta. Il livello dei consumi di cocaina è diminuito da quel punto in poi. Ora è a metà di quanto era negli anni Ottanta. È andato dalle 300 tonnellate alle 150 all'anno. Una cosa interamente prevedibile. Se mi avessi chiesto nel 1985 quanto tempo ci sarebbe voluto, non avrei detto che la cocaina sarebbe rimasta in giro così a lungo; le ondate delle droghe stimolanti tendono ad essere brevi perché lo è anche la vita di chi ne fa uso.

Quindi è stato abbastanza sorprendente osservarne la durata, ma quanto alla sua fine, quella era prevedibile. Penso che ora la cocaina abbia una cattiva reputazione che si manterrà per una generazione intera. Ci vorranno altri 30 o 50 anni perché il problema riaffiori.

Quindi la diminuzione non è legata agli sforzi compiuti dal governo?
È possibile che gli sforzi per la riabilitazione abbiano incoraggiato alcune persone a smettere prima, e che la prevenzione abbia aiutato a diminuire il bacino di potenziali nuovi utenti; che le misure delle forze dell'ordine abbiano evitato un ulteriore calo nei prezzi. Non voglio negare tutto questo. Se non avessimo fatto nulla, il picco di consumi sarebbe arrivato più tardi e a livelli più alti. Ma penso che in generale la cosa rientri nella normale natura di ogni diffusione di una droga.

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Questo ciclo di cui parla si applica a tutte le droghe?
Sì, il punto è quando una droga finisce di essere puramente epidemica e diventa invece endemica. Ed è quello che è accaduto con la cocaina. Ricorderai la prima invasione della cocaina, quella lunga e lenta iniziata con Sigmund Freud. Quella si spense alla fine degli anni Venti. Dopo quel periodo, l'uso di cocaina era quasi pari a zero. Cosa che non è successa questa volta, perché la droga si sta continuando a diffondere. Non credo che arriverà presto il giorno in cui la cocaina non farà più parte della realtà americana. Mi sembra che la cocaina, come gli oppiacei, la cannabis e l'alcol, abbiano ora un bacino di consumatori fisso, non è solo un'ondata provvisoria. Ma una droga distruttiva come la cocaina quando è usata pesantemente, specialmente sotto forma di crack, non diventerà endemica ad alti livelli. Quello è il destino riservato all'alcol, e sfortunatamente è una cosa che non passerà. Mi sembra anche che la cannabis farà la stessa fine dell'alcol.

Cosa mi dice a proposito di metanfetamina ed eroina?
La metanfetamina è ancora più complicata del crack, tende ad avere sbalzi più rapidi. Il motivo della mia sorpresa nel constatare la permanenza del crack è che le precedenti tendenze negli stimolanti riguardavano la metanfetamina, ed erano più brevi e localizzate. Roba come quella non deve girare troppo per permettere alla gente di capire che è una cattiva idea…

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L’eroina è entrata nel ciclo durante gli anni Sessanta e al momento siamo ancora alle prese con i resti di quella generazione. Con gli oppiacei si è registrato un aumento delle versioni farmacologiche, iniziato a inizio anni Novanta e cresciuto enormemente. Oggi il numero di chi inizia a fare uso di farmaci senza averne effettivo bisogno è equiparabile a quello dei nuovi consumatori di cannabis. E potrebbe trattarsi di un cambiamento permanente. L’ossicodone e l’idrocodone sono sostitutivi dell’eroina, ma più costosi. Quindi potresti assistere a un’ondata secondaria di eroina nel momento in cui chi fa uso di Oxycontin e Vicodin ne diventa dipendente, e non potendosi permettere i farmaci o volendo provare per via venosa, più efficace, passa all’eroina.

Eppure visti i prezzi relativamente bassi uno sarebbe portato a pensare che la cocaina sia ancora molto popolare.
Il prezzo è sceso a fine anni Settanta, inizio anni Ottanta. È quello ad aver portato all’epidemia del crack. Il crack esisteva già, non era una novità. A essere cambiato era il prezzo. Ma anche con costi inferiori, se la gente non vuole qualcosa non la compra e basta. E ora la gente sa che il crack fa schifo. Anche se sembra che la cocaina stia un po’ tornando.

I dati sembrano suggerire che il ritorno di popolarità riguardi l’Europa.
L’Europa è indietro di due decenni rispetto a noi. Ricordo che ai tempi del crack gli europei ci ridevano dietro, pensavano che nessun europeo sarebbe stato così stupido da fare uso di crack. In quel periodo in Europa la cocaina era ancora su prezzi elevati. Del resto, sono più lontani dalla materia prima. Per un po’ c’è stato una specie di commercio fatto di gente che partiva dall’Europa con l’eroina, che lì era più economica, arrivava in America e tornava indietro con la cocaina. Ma una volta che i prezzi si sono stabilizzati sullo stesso livello, l’Europa ha dovuto affrontare un problema col crack. Che sorpresa, eh! Ma dubito che ne consumeranno quanta ne abbiamo consumata noi, perché nel frattempo c’è stato il passaparola.

Ha detto che potrebbero volerci tra i 30 e i 50 anni perché gli Stati Uniti vengano colpiti da un’altra epidemia di cocaina. Posto che l’ultima è stata a metà anni Ottanta, quel momento potrebbe essere molto vicino?
No, ho l’impressione che al momento tutti abbiano una visione molto negativa del crack e tendano ad associarlo alla cocaina. Non voglio dire che in futuro non ci saranno nuove ondate di questo tipo. Ma a livello di società credo ci sia una certa immunità all’idea della cocaina come sostanza alla moda, almeno per qualche altro decennio. Gli addetti del pronto soccorso hanno un modo di dire piuttosto cupo, “alla fine ogni emorragia si ferma.”

Vuol dire che la cocaina si è “dissanguata”?
Penso di sì. Almeno fino alla prossima volta. Negli Stati Uniti ci siamo dimenticati della prima epidemia cinquant'anni dopo la sua fine. Potrebbe succedere di nuovo, ma non in questo mezzo secolo.

Segui Michael su Twitter: @mvzelenks

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