In The Aftermaths ho fotografato una serie di persone di ritorno a casa dopo aver fatto una o più serate nei club di Berlino. Il mio obiettivo era catturare la stanchezza e la purezza che associo a quello stato. È un momento che trovo molto "vero", un'occasione per avvicinarsi a qualcuno.
Quando fotografo lo faccio per esplorare l'identità di chi mi sta di fronte, ma anche il rapporto che questa persona instaura o ha instaurato con me nel tempo. La ritrattistica è, a suo modo, basata sulla distanza che siamo disposti a percorrere per entrare in contatto con qualcuno, ma anche la distanza che decidiamo di mantenere.
Quelli nelle foto sono miei amici, tutte persone che stimo e che hanno il coraggio di esprimere il proprio io anche in forme che molti guarderebbero con sospetto. Non credo mi stancherò mai di fotografarli.